PREMESSA: 30 gol, di media, stagionali ridistribuiti fra gli attaccanti. Era ed è questo il mantra che si è ripetuto dalla partenza di CR7. Ad oggi queste dichiarazioni sono sembrate più da autotutela per scongiurare eventuali proteste e mugugni dei tifosi che il vero e proprio piano post-RONALDO.
Tutto questo si evince dalle prime 5 gare ufficiali con questi numeri: 2 pareggi e 2 sconfitte in campionato e 1 vittoria in Champions (contro il Malmoe è utile solo per le statistiche onestamente).
A primo impatto si direbbe "eh vabbè siamo all'inizio" e c'è tempo; vero, se non fosse che ti chiami Juventus e il tuo compitino è quello di VINCERE. 
Allegri, esclusi gli anti-allegri, è ritenuto un ottimo allenatore per tante qualità quali: gestione dello spogliatoio, adattamento alle situazioni (e rosa) e capacità di lettura delle partite a gara in corso. 

Ho fatto questa premessa perché nell'analizzare la partita pareggiata in casa col Milan ci sono stati dei punti cruciali che hanno condizionato sicuramente il risultato.

Partenza e gol: dopo appena 4 minuti la Juve va in vantaggio con un'accelerata di Morata che ha bruciato, su contropiede gestito benissimo da Dybala, l'ultimo baluardo difensivo milanista, Theo Hernandez, uno che  di velocità se ne intende insomma. 1-0 e partita in discesa, forse nel ciclo precedente, ad oggi è un argomento scottante. Nel primo Allegri la squadra, una volta raggiunto il vantaggio, andava in modalità-testuggine facendo rimbalzare gli attacchi avversari e gestendo quindi anche le forze per il proseguo dell'incontro. A Ronaldo, se ricordate, quest'aggiamento non piacque tanto creando addirittura siparietti con parole, che di miele avevano poco, verso il proprio allenatore. Certo, con lui si partiva al 90% delle volte sull'1-0 ma poi la squadra doveva accompagnare il risultato all'arrotondamento. 

Dicevamo, modalità-testuggine disattivata da Sarri prima e da Pirlo poi: entrambi gli allenatori sono stati scelti dalla precedente dirigenza con l'intento di emulare quanto fatto da allenatori dalla cosiddetta mentalità europea o calcio-spettacolo, uno su tutti Guardiola; quindi bel gioco, difendersi attaccando e bla bla bla. Sappiamo tutti come sia andata a finire visto che per un certo gioco ti servono certi giocatori e se non li hai ti adatti alle loro caratteristiche non forzando i loro limiti facendogli fare brutte figure con conseguente etichetta di "brocco"
Allegri questo non l'ha fatto, e questo commento misto è dovuto per spiegare ciò che è successo nel secondo tempo della partita di ieri sera.
Il primo tempo ha visto appunto la Vecchia Signora in controllo del risultato dando l'impressione di poter colpire quando voleva, se non fosse che appunto è rimasta solo l'impressione perchè all'intervallo si era ancora 1-0. 
Beh, almeno la squadra sembrava, ripeto, sembrava stesse riacquisendo una mentalità allegriana dove il risultato viene prima di tutto e il pragmatismo nelle azioni offensive viene preferito alle giocate da spettacolo, perchè tanto un gol vale un gol, se lo segni.

L'inizio del secondo tempo, ma solo l'inizio sul vero senso della parola, è parso come una continuazione normale del primo salvo poi ricadere in amnesie che ci si augura dovute ad una condizione fisica da trovare e con i carichi da lavoro da smaltire.
Il Milan nel frattempo prende campo e tante volte crea occasioni pericolose, smontando quella densità davanti all'area che era risaltata agli occhi nel primo tempo facendo divenire bei ricordi agli appassionati di vittorie, esclusi quindi gli Allegriout. 
Ma quel che sembrava una fase di transizione di una bella partita di cartello è presto diventata una partita dove ogni azione milanista sembrava quella giusta per il pareggio e dà così il via ad un'altra partita, portando alla resa juventina.
Così Pioli indicava la via da percorrere e Allegri spiegava le nuove posizioni ai sostituti di Morata e Dybala prima e poi Cuadrado cioè Kean, Kulusevski e Chiesa (al rientro dopo il forfait di Napoli). Nel frattempo di questa girandola di cambi, Rebic, che mi ricorda l'Icardi di Samp&Inter, si ricorda che sta giocando con la Juve e dopo una partita giocata in un "non pervenuto" insacca di testa su calcio d'angolo mandando segnali di allarme a tutto il mondo Juve e suonando la carica per i suoi compagni. 
Addirittura assistiamo ad una discesa di Kalulu sulla fascia destra non contenuta dalla coppia Alex Sandro-Chiesa che, ricevendo il passaggio da Diaz dopo un giropalla da destra a sinistra e poi da sinistra a destra, fa venire un'istantanea nelle menti juventine con quel movimento ricordando il caro Thuram che a parti invertite, su contropiede da calcio d'angolo, confezionò il 2-0 su assist di Del piero, sempre in un Juve-Milan al Delle Alpi.
Azione che poteva portare in vantaggio il Milan se non fosse che Tek si ricorda perchè veste la maglia bianconera e sfodera una parata degna del miglior Gigi Buffon.

In tutto questo si nota una confusione tattica poco velata dal mister Max II° visto che continuamente invocava e indicava ai suoi un 4-3-3 che sembrava non riuscissero proprio ad attuarlo; da qui la conferma che aver confermato ad inizio stagione il 4-4-2 praticato da Pirlo lo scorso anno sia ancora nelle menti degli interpreti, che a causa anche della loro poca esperienza nella maggiore, chiedono più tempo ai cambiamenti imposti dal neo mister.
Quindi, quelle grida di ieri confermano come il mister lo abbia percepito appena arrivato e, come fatto nel dopo-Conte che appena arrivato continuò con il 3-5-2, in modo graduale passò al 4-3-1-2 che lo fece arrivare addirittura in finale di Champions al primo tentativo.

Nella partita di ieri, rispetto a quella Juve, pare ci sia un problema di personalità per alcuni da ritrovare e addirittura da formare per altri. Per stessa ammissione del mister la partita poteva addirittura essere persa se non fosse "stata fischiata la fine" addossandosi però la colpa, forse per mantenere la calma dentro lo spogliatoio, dichiarando che "i cambi sono stati sbagliati in quanto in quel momento doveva inserire gente di gestione e difensiva". Questo suo fare può dire tutto e niente visto che nella sua testa ha sicuramente un piano, di certo c'è anche che leggeri miglioramenti si vedono, adesso invece ci vuole costanza e un'ulteriore step. 
I risultati per il momento parlano chiaro, vedremo se la cura MAX II° avrà effetto, ma questo potrà essere stabilito alla fine del girone d'andata. Per il momento è zona retrocessione con 2 punti e si attende, se mai ci sarà, la svolta.