Le statistiche dicono che il Coach rossonero riesce quasi sempre a fare una bella figura contro le squadre laziali (a Roma, contro la Lazio, lo scorso anno non andò tanto bene ma è stata più una eccezione che la regola).
 
Il Milan che non ti aspetti batte il Frosinone disputando una partita di controllo dell’avversario che, per una volta tanto, riesce alla perfezione. Fino al 43° della prima frazione di gioco entrambe le squadre avevano avuto le occasioni per segnare e indirizzare a proprio favore l’incontro, anche se il Frosinone, solo un minuto prima, si era presentato con Cuni tutto solo davanti a Maignan il quale ha neutralizzato l’occasione con una freddezza degna di un eschimese. Il gol del serbo Jovic, arrivato prima dello scadere, manda le due squadre negli spogliatoi con un differente stato di umore: galvanizza i rossoneri e complica le cose ai gialloazzurri.
 
Nella ripresa, i padroni di casa vanno a segno altre due volte, la prima con il “solito” Pulisic e la seconda con Tomori. In realtà, il Milan segnerebbe una quarta rete con Brescianini, giovane di talento che proviene dalla cantera rossonera ma attualmente in forza al Frosinone e che, evidentemente motivato dal ritornare a San Siro, regala agli ospiti il gol della bandiera su calcio di punizione (fare qualcosa per evitare di prender almeno una rete a partita da palla inattiva? No, eh?). Se ci si limitasse ai fatti la descrizione della partita potrebbe terminare qui ma, come in ogni scena del crimine che si rispetti, il diavolo sta nei dettagli.
 
Le statistiche dell’incontro sono tutte da decifrare. Il Milan ha segnato tre reti calciando in porta altrettante volte (precisione di tiro del 100%) e lo stesso risultato hanno ottenuto i suoi avversari (con una sola segnatura all’attivo, però). I tiri totali sono stati 15 a 10 in favore degli ospiti così come il possesso palla (53% contro 47%), il numero dei passaggi (464 a 409) e i calci d’angolo (7 a 6), mentre i falli commessi (11 a 6), la precisione nei passaggi (85% contro 84%) e i fuorigioco (1 a 0) vedono in testa i padroni di casa.
 
I rossoneri pur avendo fatto un po’ di turnover a causa delle forzate assenze di alcuni titolari sono stati reduci dalla brutta partita di Champions League ed è logico pensare che le scorie di martedì sera non siano state tutte smaltite. Il Frosinone ha potuto preparare l’incontro con tutta tranquillità per tutta la settimana, anche se è doveroso segnalare che il livello tecnico della sua rosa è nettamente inferiore a quello del Milan.
 
Se il risultato è certamente da accogliere in modo positivo (pitost che nén è mej pitost), altre sono le note liete di questa serata, ad esempio, il numero di spettatori sugli spalti: 68684 (683 tifosi ospiti al seguito della loro squadra), per un incasso di 1.031.138,00 Euro.
 
Un altro dato invidiabile sull’incontro è che al momento non vengono segnalati infortuni. Sembra scontato ma non lo è affatto. Il Diavolo si concede di disputare una partita senza che i cambi siano decisi da situazioni cliniche. Quando il rapporto tra incidenti subiti dai tuoi tesserati e dai tuoi avversari è di quasi 5 a 1 terminare un incontro senza far passare qualche giocatore dall’infermeria è il primo grosso risultato che merita un applauso.
 
Un’ulteriore nota lieta è che Luka Jovic è uscito al minuto 85 sostituito dal baby Francesco Camarda. L’uscita del serbo meritava una ovazione (ha giocato la sua migliore partita da quando veste la maglia rossonera) e l’ingresso del quindicenne… pure.
 
Pioli in settimana ha chiesto che quei calciatori che non credono nello scudetto se ne stiano a casa. E la Coppa? Stendiamo un velo pietoso sulla comunicazione in Società. Sono tempi di vacche magre e ci si deve accontentare...
 
La partita Milan Frosinone sta tutta in questi quattro appunti di cronaca. Il Fondo PIF, gli arabi del Bahrein e la possibile cessione di quote societarie del Milan sono un’altra storia e al momento non è dato sapere se è vera e se si concluderà con un lieto fine. Ai tifosi rossoneri rimane al momento solo la saggezza popolare: pitost che nén è mej pitost. E per come è andata la serata direi che è sufficiente così.
 
Pier-Giorgio Tomatis
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