Salta il banco e vince Pioli.
Il Milan che vince non si cambia, almeno per l'anno prossimo.
In tanti storcono il naso, io invece sono contento. Il tecnico si è meritato la riconferma sul campo con un sacco di punti. Un messaggio talmente chiaro e semplice che persino il fumoso Cazzidis non ha potuto ignorare. Al contrario qualche di lungimirante commentatore che si interroga su che tipo di società sia una che prima annuncia un accordo con un allenatore per poi perfezionare il prolungamento con quello di prima. Io dico pragmatica e oggettiva. Quando il Milan ha pensato e voluto il tedesco era un'altra squadra, con un'altra classifica. Oggi con le idee molto più chiare la scelta era quasi obbligata.

Il Milan non ha bisogno di ripartire ogni anno da zero. Ha bisogno di tornare grande e in questo senso e in questo Milan Pioli dà maggiori garanzie. Quindi forse a monte ci sono altri motivi che spingono qualcuno a dubitare che la scelta più ovvia fosse anche la più giusta in nome di una coerenza da invocare solo quando fa comodo.
Vedrete quanti torneranno sui propri passi. A partire da Maldini. Certo non Boban, ed è un peccato. Ma il suo carattere superbo e un po' arrogante lo conosciamo. Perché quella tra le leggende del Milan e la nuova dirigenza è stata un gran brutta storia che si avvia ad un meritato lieto fine.