La giustizia sportiva ha riscontrato diverse irregolarità nella gestione dei bilanci della società di calcio Juventus e ha irrorato, oltre alle sanzioni personali ai dirigenti coinvolti, la penalizzazione di 15 punti alla squadra maschile, da scontare nel campionato di serie A 2022/23.

Tralasciando le considerazioni sulla legittimità del provvedimento, si impongono comunque alcune considerazioni e domande.
La società Juventus è composta da tante squadre, maschili e femminili, che partecipano a vari campionati e competizioni; perchè le sanzioni riguardano solo la prima squadra e solo il campionato di Serie A? La partecipazione alla Coppa Italia non va sanzionata? Per quale motivo?
Paradossalmente, con la penalizzazione di 15 punti nel campionato, aumentano le possibilità per la Juve di vincere la Coppa Italia, in quanto quando ad aprile ci sarà la semifinale, è probabile che l'Inter proceda ad un ampio turnover, per non pregiudicare la corsa alla zona Champions (più importante e remunerativa rispetto alla Coppa Italia), mentre la Juventus farà presumibilmente il contrario (turnover in campionato e miglior squadra in coppa)  avendo come unico possibile obiettivo la vittoria in Coppa Italia. 

Perché non viene sanzionata la squadra Juventus Under 23, che milita nel campionato di serie C? Fra l'altro le sanzionate operazioni di plusvalenze riguardano anche diversi calciatori che hanno partecipato a quel campionato. Se commettesse un illecito la società del Padova, del Novara o di altra qualsiasi partecipante, la penalizzazione verrebbe affibbiata alla squadra che partecipa al torneo di terza serie; con questo sistema invece la Juventus under 23 non potrà mai essere sanzionata, anche se la società proprietaria commettesse i peggiori illeciti. In questo modo si crea un'evidente disparità di trattamento fra squadre che partecipano alla stessa competizione. Se la penalità fosse estesa anche alla squadra di serie C, probabilmente la Juventus under 23 retrocederebbe e un'altra squadra potrebbe salvarsi.

Analoga considerzione per la squadra femminile; la Juventus women potrebbe vincere lo scudetto, senza essere toccata dalle vicende societarie. Il tutto sembra assurdo ed illogico.
Anche qui vi è una evidente disparità di trattamento fra squadre che partecipano alla stessa competizione. Non tutte le società del campionato femminile hanno alle spalle una squadra maschile, su cui far ricadere i provvedimenti disciplinari. Credo che il Pomigliano calcio femminile (partecipante al campionato di serie A), non abbia un alter ego maschile, per cui se quella società compisse un illecito sarebbe punita la squadra femminile, mentre se l'illecito lo compisse una società che ha anche l'alter ego maschile, nessuna punizione colpirebbe il club femminile.
Alla faccia della "legge uguale per tutti".

Forse bisogna lavorare di fantasia ed inventarsi altre possibili sanzioni: ad esempio in tutte le partite di tutte le categorie la Juventus potrebbe partire da 0-1, oppure giocare con un uomo in meno per almeno un tempo, oppure partire sempre con un calcio di rigore contro ecc. Però le sanzioni che conseguono a comportamenti societari andrebbero applicate a tutte le squadre della società e a tutte le competizioni e non solo al campionato maschile di Serie A.
Credo che si imponga un pesante intervento per riformare, o forse meglio riordinare per intero il comparto della giustizia sportiva nel calcio, che fa acqua da tutte le parti.
Occorre certezza delle norme e congruità delle pene, da ben determinare a priori e non sull'onda emotiva di uno scandalo, come sta avvenendo in questi giorni.
Si impone un intervento della Federcalcio e il Presidente Gravina non può rimanere silente; dopo il flop calcistico della mancata qualificazione ai mondiali, non può aggiungere ineffabilmente l'ancora più clamoroso flop normativo e organizzativo cui sta andando incontro il mondo del calcio, senza un intervento chiaro, preciso e risolutore su questa materia.