La definizione di comfort zone su Wikipedia è questa: una condizione mentale nella quale una persona prova un senso di familiarità, si sente a suo agio e nel pieno controllo della situazione, senza sperimentare alcuna forma di stress e ansia. Nella nostra vita quotidiana sperimentiamo molte volte questa situazione quando facciamo il nostro lavoro di routine e quando guardiamo la nostra serie  preferita in tv comodamente seduti sul divano.

Tutto molto bello ma... c'è un ma: se vogliamo apprendere, migliorare, e raggiungere degli obiettivi, dobbiamo necessariamente spingerci fuori dai nostri abituali confini e sopportare il disagio che ne consegueUscire dalla zona di comfort significa proprio questo: mettersi alla prova in situazioni che non conosciamo alla perfezione, che rappresentano una sfida, che non ci fanno stare del tutto tranquilli. Solo così si impara e si migliora.

Nella gestione dei gruppi e, nel nostro caso, di squadre di calcio, questo concetto viene applicato e sviluppato costantemente evitandone l'eccesso che porterebbe a risultati negativi.
Esempio (molto) pratico di questa teoria è Pastore, giocatore dalla tecnica sopraffina ma che negli ultimi anni si un pò seduto sugli allori,  inoperoso dopo aver conseguito successi e raggiunto obiettivi.
Il DiFra questo lo sa perfettamente ed è per questo che già dal ritiro lo ha sottoposto a scatti, ripetute, sedute in palestra e studio approfondito del ruolo di mezzala. Il Mister, da buon padre di famiglia, lo ha messo titolare nelle prime tre partite di campionato anche se il ragazzo ha risentito dei carichi di lavoro, ben conscio dei mezzi tecnici e del salto di qualità che farebbe la Roma con un giocatore del genere al 100%. Eusebio lo ha spinto fuori dal suo abituale confine e ora sta a lui, nel pieno della fase di apprendimento, sopportare il disagio che ne consegue, resistere e migliorare.

Con Pastore al massimo delle sue possibilità anche la Magica può ambire ad uscire dal seminato e a non darsi per vinti dopo solo tre giornate di campionato.
Compito arduo, ma non impossibile, è cambiare questo aspetto della mentalità, anche se non abbiamo speso cento milioni per un attaccante, possiamo dire la nostra. Il modello è quello dell' Atletico Madrid che senza avere budget  da prima della classe ha vinto la Coppa del Re nel 2013, la Liga nel 2014, raggiunto finali di Champions, Europa League e Supercoppa Europea 2018.