Dear Pallotta, welcome to the jungle! Caro Presidente si sa che la follia a volte può diventare contagiosa e forse è proprio quello che è accaduto in questa stagione a Trigoria raggiungendola in qualche strano modo oltreoceano. Da business-man di origini italiane, ma nato e cresciuto negli Stati Uniti D'America, forse non si aspettava che investendo in una squadra di football in Italia avrebbe trovato una giungla piena di insidie e animali pericolosi. Da parte mia ha tutta la stima e la simpatia soprattutto ora che si è messo a ruggire contro i calciatori rei di non avere le palle, di non correre e rei di essere buoni solo ad azzuffarsi fra di loro. 

Roma oggi somiglia più ad una capitale del bellissimo continente africano che a una capitale di uno dei paesi del G8, i suoi cittadini avendo a disposizione il più grande patrimonio storico-architettonico del globo potrebbero avere un Pil pro-capite di qualche milione di euro a testa ed invece la città ha un debito mostruoso (che pagano puntualmente gli altri abitanti della nazione Italia), una situazione delle strade, dei trasporti, dell'immondizia e sociale da far paura. Bastava questo Presidente per capire in quale cul de sac si sarebbe cacciato, ma comunque ha voluto rischiare e continua a dare battaglia contro un sistema completamente e irrimediabilmente fottuto. 

La Sindaca e i suoi compagni di partito prima di essere eletti dicevano a chiare lettere che fare lo stadio era il male assoluto per la città, non serviva se non a qualche speculatore. Ora, dopo aver capito che senza investimenti (privati) e lavoro le chiacchiere da campagna elettorale non bastano più, stanno provando a mandare avanti il progetto fra un arresto e l'altro. 

Una corrente di pensiero (meglio dire di follia) ha pervaso buona parte dell' opinione pubblica romana: fare lo stadio arricchisce solo gli speculari made in USA, all right, rovina il bellissimo parco naturale di Tor Di Valle, ca va sans dire, il fiumiciattolo diventerebbe un Rio delle Amazzoni ingestibile e pronto a inondare la città ad ogni minimo acquazzone. What else?... Ah dimenticavo, il WWF che ci ha fatto sapere che sono a rischio le famose rane dal colore iridescente. Ultimamente, non trovando più conforto nei ragionamenti e nella logica, mi sono convertito alle credenze pagane dell'antico impero: ora sono sicuro che un Dio della Povertà si è seduto da qualche anno sulla nostra amata Capitale, il Dio prima di sedersi pare abbia mangiato abbondanti quantità di legumi ed ora la continua flatulenza inebria le menti dei romani e, per prossimità, degli italiani tutti: non c'è scampo!

Ps: presidente, il problema non era Di Francesco, almeno prima avevamo un gioco, ora con il vecchietto cordiale seduto in panchina probabilmente non entreremo neanche in Coppa Uefa. Il problema erano i preparatori, quindi non era logico cambiare solo quelli???