Oggi pomeriggio abbiamo avuto la conferma che una società come la Roma non può più fare affidamento solo su Dzeko. Il centravanti bosniaco è all'ennesima partita sbagliata di questo inizio di stagione e la tripletta rifilata al modesto Victoria Plzen vale come un due di coppe con briscola a denari. Quello che più infastidisce non è il fatto che non segni ma sono gli atteggiamenti che ha in campo, nei confronti dell'allenatore e dei compagni. Personalmente lo avrei tolto nel secondo tempo a costo di mettere Kluivert centrale e poi chissà, anche Mertens in quel ruolo è stato adattato con risultati eccellenti; togliendolo lo avresti messo di fronte alle sue responsabilità, facendogli capire che non è imprescindibile e forse avrebbe ritrovato un pò di umiltà.

Qualche colpa ce l'ha anche Di Francesco che non riesce a farsi rispettare a dovere, soprattutto dal bosniaco: qualche volta sarebbe bene urlare e sbraitare come il buon Allegri o il maestro di urla Antonio Conte. Si ha l'impressione che la squadra inizi bene a svolgere il tema assegnato dall'allenatore e poi, con il passare dei minuti, si perda; esterni che stringono al centro, centrocampisti che non fanno un inserimento e attaccanti centrali che iniziano a venire a centrocampo. Tutto il contrario del lavoro fatto in settimana. Unici a salvarsi Lorenzo Pellegrini e Olsen.

Bisognerebbe affiancare al mister un urlatore di professione come secondo, di quelli che vanno nei programmi che si occupano di politica, per tenere svegli i giocatori e, a furia di urla, ricordagli ogni cinque minuti il loro rispettivi ruoli e consegne. A questo punto l'obiettivo di stagione è il quarto posto, e dovremmo darci una bella svegliata per raggiungerlo.