Si respira un'atmosfera diversa nelle vie di Parigi, dove un cielo quasi velato ricopre il rettangolo di gioco del Parc des Princes. 
C'è da dire che quella appena conclusa è stata un'estate a dir poco travagliata, quasi insolita, che ha regalato colpi di scena che hanno intaccato la sensibilità del presidente Nasser Al-Khelaifi che ha operato un vero e proprio cambio di rotta. Partiamo dalla base di questa meravigliosa creatura ovvero la guida tecnica che ha visto una serie di candidati esser nominati senza che il posto venisse però occupato. Ma questo forse più che primo potremmo quasi sistemarlo come ultimo evento in una linea temporale in cui sicuramente ad attirare flash e news dei giornalisti era la questione legata al gioiello della squadra Kylian Mbappe che promesso sposo dei blancos del Real Madrid nella prossima sessione estiva sembrava in procinto di anticipare questa decisione a quest'estate. Non è bastata l'offerta di rinnovo da capogiro che è stata posizionata sul tavolo della trattativa quindi è nuovamente sceso in campo il Presidente francese Macron per convincere il predestinato a rispettare la scadenza del contratto. 

In tutto questo trambusto non dimentichiamoci di una cosa fondamentale: l'attacco del PSG lo scorso hanno recitava Messi-Mbappe-Neymar e quindi è lecito chiedersi: "Ma gli altri due non citati che fine hanno fatto?"
Ebbene sì, perchè parte del trambusto in casa parigina è stato portato anche dalle cessione di due stelle mondiali come Messi e Neymar che hanno abbandonato l'Europa per recarsi rispettivamente in America e Arabia ma entrambi sono comunque ancora accomunati da un elemento: il contratto faraonico che è stato il preambolo di questa nuova avventura. 

Quindi è un PSG che ha un po' mutato quella che era la sua indole di "spendacciona", o meglio, ha deviato le spese su diversi obiettivi forse avendo maturato l'idea che nonostante i mostri sacri li davanti non hanno vinto nulla! E allora spazio ai giovani come Goncalo Ramos, Kolo Muani, Asensio solo per citarni alcuni, nella speranza che con il loro entusiasmo e la loro giovane età possano portare al cambio di rotta per un club che ha seminato molto ed ha raccolto zero. 

Ciliegina sulla torta di questa rivoluzione è la cessione di Marco Verratti, vero e proprio pilastro di questa squadra che ha fatto le sue fortune fin da quando il club è stato prelevato dallo sceicco: insomma possiamo dire che Marco è diventato uomo a Parigi, come sottolineato anche in un post dal suo amico Zlatan Ibrahimovic che lo ha accolto bambino e con il quale ha raggiunto la piena maturazione. Ma vi ricordate cosa vi dissi all'inizio di questo articolo? No? Bene, allora ve lo ripeto di seguito: va bene il cambio di rotta, va bene l'aver tenuto Mbappè come unica stella del club ma alla guida del club chi ci sta? Anche qui è stata operata una scelta ben definita: prendere un'allenatore esperto, con un bagaglio di esperienze ben corposo e che sappia ridare identità e forma ad una squadra che ha deragliato completamente dai binari di partenza. 

Ecco qui che allora arriva forse l'uomo giusto nel momento giusto: Luis Enrique. Il suo arrivo si è subito sentito visto che proprio con pugno duro ha detto a Verratti: "Tu non rientri nei miei piani, quindi non giocherai mai". 

Sicuramente è presto per fare proclami festosi e vittoriosi ma senza dubbio il cielo sopra Parigi ha tutto un altro aspetto: non vi sono più stelle luminose che si accalcano una sopra all'altra, ma vi è un cielo velato in cui si va tutti verso la stessa direzione.