Nell'articolo di presentazione a questa sfida scrissi: "è più facile scalare l'everest a mani nude che togliere il Manchester United dall'Europa League" e purtroppo tutti i sentori negativi si sono tradotti su un campo che ora inizia ad essere davvero maledetto per tutto il mondo Roma. Come 14 anni fa, lo United segna 6 o più gol in una gara europea e la vittima è sempre la stessa, la lupa giallorossa! Tra il 7-1 di allora e il 6-2 di ieri sera cambia davvero poco, queste sono macchie che non te le scrolli di dosso mai più. Dispiace per l'ennesima figura barbina del calcio italiano, si può applaudire al coraggio, al percorso fatto, ci si potrebbe appellare anche al rigore inesistente o ai 3 infortuni in 35 minuti ma onestamente sono alibi che nascondono i problemi più gravi. La Roma è stata subissata dal Manchester United perché è almeno 4 gradini sotto a livello di rosa, perché tranne 4-5 presenta gente improponibile a questi livelli, ha un allenatore che si è dimostrato non capace di poter far bene in un contesto problematico come quello di Roma. Il Manchester United di contro, ha dimostrato di non avere nulla a che fare con questa competizione, la rosa attuale è finalmente fornita per raggiungere le posizioni d'élite ovunque e soprattutto ha trovato in Solskjaer un manager che non dico sia alla stregua di Sir Alex Ferguson (nessuno lo sarà) ma finalmente credibile per stare su una delle panchine più esigenti del mondo assolutamente si.

Eppure la gara era stata messa su binari impronosticabili a fine primo tempo. Il glaciale rigore di capitan Pellegrini e il solito timbro d'autore di Dzeko avevano indotto a sognare un impresa titanica. I giallorossi come al solito se la sono giocata, hanno messo in crisi la potente ma abbastanza statica difesa del Manchester attraverso trame piacevoli palla a terra. Da manifesto il gol di Dzeko che riceve palla su un inserimento eseguito con tempi perfetti da Pellegrini su arguta idea di Mikhitarian che si inventa un tracciante magico per la rifinitura del 7 giallorosso. Oltre al bel gioco, c'era stata una ribellione furiosa al destino avverso, perché a passare in vantaggio era stato il Manchester United con un gol di quelli che ti fanno alzare dal divano e ti lasciano senza parole. La tripla connessione Pogba-Cavani-Fernandes iniziava ad entrare in circolo ben presto. Il francese pattina sul teatro dei sogni e dopo aver mandato Diawara fuori giri imbecca il Matador, tracciante perfetto per il solito Bruno Fernandes che "stranamente" è freddissimo a scavalcare Pau Lopez col cucchiaio. Sembrava il preludio ad una serata di apnea totale ma la Roma dentro di sé ha scoperto di avere un carattere che gli mancava da tanto, troppo tempo. Non si è scomposta di una virgola, ha proseguito con la sua strategia ma ha dovuto fare i conti con la sorte, anche lei gli aveva voltato le spalle. Quando in soli 35 minuti sei costretto a rinunciare per infortunio al tuo portiere di titolare (Pau Lopez), al tuo uomo di fascia migliore (Spinazzola) e al rettore del tuo centrocampo (Veretout) capisci che per uscire indenne da Old Trafford, manco i miracoli servirebbero. 

La prima frazione chiusa eroicamente in vantaggio aveva posto la Roma in una posizione di comodità assoluta in vista del ritorno, peccato che nessuno ha calcolato gli altri 45 minuti da giocare nel "Theatre of Dreams". I red devils già a fine primo tempo avevano flirtato più volte col gol ma tra poca lucidità e passaggi fuori misura la missione era sempre fallita. Quella che mette piede in campo dal minuto 46' in poi è totalmente un altra squadra. Non so cosa abbia detto Solskjaer ai suoi durante l'intervallo ma il suo Manchester United decide che è arrivato il momento di fare sul serio. La Roma invece di contrastare le folate degli avversari, va muso a muso contro il rivale, convinta di poter fare anche il terzo gol o almeno mantenere una posizione di vantaggio in vista del ritorno. Piano che purtroppo non coincide con il volere del Manchester United. Passano 6 minuti e Cavani dopo aver graziato Mirante a fine primo tempo, rompe la porta di Pau Lopez con un tiro a giro imprendibile. L'assist è gentilmente ricambiato da Bruno Fernandes e l'azione innescata da chi? Da Pogba, esatto. Gli stessi interpreti del primo gol, si sono invertiti solo il marcatore e l'assistman. La Roma crolla fisicamente e soprattutto psicologicamente, la qualità strabordante dei red devils è incontrastabile. Il parco giocatori del Manchester united situati tra centrocampo e attacco è da almeno quarti di finale di Champions, è ovvio che in Europa League questa squadra si diverta con la facilità tale di chi è troppo superiore per stare in determinati ambienti.

Ma come se non bastasse, la Roma decide di facilitare il compito alla squadra di Solskjaer stendendogli il tappeto rosso una marea di volta. La retroguardia giallorossa è orribile come lo è da inizio anno, è straziante vedere una squadra che commette gli stessi errori di posizione, di scelte, di marcaturee in ogni Santa partita. La prova di Ibanez è sconcertante, quella di Smalling se possibile è ancora peggio e Cristante paga il suo essere un pesce fuor d'acqua in questo ruolo. E se la composizione di una squadra la si vede dal suo primo baluardo cioè il portiere, la situazione assume contorni tragici. La Roma ha un problema cronico da ormai tre anni tra i pali, faccio veramente fatica ad indicare un migliore tra Pau Lopez e Mirante. È proprio l'estremo difensore italiano che concede il 3-2 a Cavani dopo non aver trattenuto un tiro innocuo di Wan Bissaka. Per il Matador è tutto troppo facile segnare uno dei gol più facili della sua pluridecorata carriera e le cifre di questo immortale bomber sono da capogiro: secondo calciatore più anziano a segnare una doppietta in una semifinale di una competizione europea e 11esimo gol stagionale con la maglia del Manchester. Un odio sportivo quello che Edi cova verso la Roma risalente ai tempi del Napoli, addirittura sono 10 i gol rifilati alla Roma su 13 incontri disputati, praticamente una tassa da pagare sempre. Il 3-2 sarebbe ancora accettabile per la Roma ma su una squadra già abbondantemente dilaniata, banchetta un cattivissimo United. I 3 satanassi sbucano da tutte le parti e pensare che Rashford ha deciso di prendersi una serata di totale relax. Parola che non esiste nel vocabolario dell'uomo al centro del sistema solare United: BRUNO FERNANDES! La parabola di questo giocatore merita approfonditi studi così come il suo impatto all'interno dello United. Raramente ho visto un uomo cambiare una squadra in crisi da anni in tempo zero, è quello che il portoghese ha fatto con il Manchester United. Gli 80 milioni serviti per portarlo ad Old Trafford sono addirittura spiccioli per quello che ad oggi è il centrocampista numero uno del panorama mondiale! Lo dice quello che fa in campo, la sua utilità ovunque, soprattutto lo gridano i suoi numeri da strabuzzare gli occhi. Leggendo il suo tabellino, sembra una prima punta di pedigree mondiale ma in realtà parliamo di uno che staziona per tutto il centrocampo con un compito ben preciso: far male agli avversari in qualsiasi modo! 26 GOL E 14 ASSIST STAGIONALI (siglati in tutte le salse) è un bottino che appena appena possiedono 3-4 centravanti nel mondo. Il gol del 4-2 lo realizza su rigore (inesistente) ma la sua partita è da far vedere ai tanti pseudofuoriclasse in giro per il continente, la dimostrazione di come Bruno riesca a coniugare magia a concretezza è unica. 

Quella di Fernandes è l'individualita' per eccellenza ma non l'unica superstar. Perché un altro che ha ammaliato a suon di filtranti visionari, di dribbling artistici e molto altro è l'altro gioiello di casa United: PAUL POGBA! L'annosa questione sulla sua discontinuità mi interessa poco, a me importa che Pogba quando sta bene fisicamente e psicologicamente è un valore che ti sposta gli equilibri di qualsiasi gara in qualsiasi competizione. Il polpo triste, incupito e desideroso) secondo il suo procuratore) di cambiare aria io onestamente non l'ho visto. Ho notato un giocatore sul pezzo, rivitalizzato a pieno dalla cura Solskjaer e messo all'interno di un sistema che esalta il suo inconfondibile genio calcistico. Questa posizione da trequartista di sinistra gli permette di venire dentro al campo e interagire con Bruno Fernandes, connection che ovviamente fa del male agli altri. Il quinto gol arriva proprio dopo questo link stabilito tra il portoghese e il francese, lasciato assolutamente solo di colpire di testa e battere Mirante. E non è ancora finita perché Mason Greenwood ha il tempo nel finale di infilare un Mirante ancora una volta vergognoso. Quando ti permetti di far entrare per gli ultimi scampoli di gara un non ancora ventenne che ha già realizzato 27 gol con il Manchester United (terzo giocatore della storia red devils a raggiungere tale risultato) hai la dimensione del colosso che la Roma ha sfidato a testa alta ma dalla quale ne è uscita assolutamente umiliata. 

La differenza era netta, economicamente e progettualmente il Manchester united abita su un pianeta diverso dalla Roma ma a tutto c'è un limite, perdere la partita è legittimo ma l'onore no, l'ambiente Roma non può restare inerme di fronte all'ennesima umiliazione stagionale. Non è giunta al termine solo l'annata della Roma con colpevole anticipo ma si è concluso nel modo peggiore possibile il biennio Fonseca in giallorosso. Indubbiamente alcune cose buone sono state fatte, reputo l'allenatore portoghese un profilo di buon livello ma è indubbio come debba correggere moltissimi aspetti del suo lavoro. La sua Roma in due anni, raramente ha avuto carattere nell'impegno esigente e il suo bottino terribile nei big match parla abbastanza chiaro. Molte volte è andato avanti per la sua strada risultando impreparato nello studio degli avversari e la naturale conseguenza è stata ricadere nelle stesse debolezze. 
Vogliamo parlare poi della fase difensiva? La marea di gol presi non è solo giustificabile con l'incapacità degli interpreti, alla base c'è stato un sistema mancante che non ha mai dato solidità. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata inevitabilmente la lite e la delegittimazione di Edin Dzeko. L'esclusione del totem giallorosso nel bel mezzo dell'annata è inutile dire che sia stato un autogol di proporzioni mastodontiche. Perdere il proprio riferimento offensivo nonché il leader tecnico e caratteriale ha privato la squadra di gol e coraggio. 
Per l'ennesimo anno bisognerà fare tabula rasa, iniziare un nuovo progetto tecnico e sperare che sia meglio di quello precedente (non che ci voglia molto eh)! ​​​​​