Et voilà, il blitz è servito. Più che un dolce pasto, questa è una polpetta avvelenatissima somministrata dallo scienziato Pep che rischia seriamente di distruggere orizzonti di gloria che in casa Psg erano praticamente certi. La squadra di Pochettino però ha fatto malissimo i suoi conti e probabilmente dopo aver fatto fuori Barcellona e Bayern credeva in una passeggiata di salute che li avrebbe condotti a festeggiare una sognata quanto agognata prima Champions League, trofeo che il super team francese deve vincere più di qualunque altro. Per qualità e profondità della rosa continuo a reputarli i numeri uno al mondo, la questione di dettagli che li ha visti sconfitti in finale nella passata stagione sembrava potesse essere risolta dall'arrivo di Pochettino ​​​​​​, quindi adesso le scuse stanno a zero. Il problema è che le energie vanno rivolte all'Etihad nel return match tra 6 giorni ma l'inghippo enorme è costituito dal campionato, dove mancano 4 giornate e la prima piazza è ancora occupata dal miracoloso Lille. Immaginate uno scenario che vedrebbe l'all stars team del calcio europeo fuori dalla Champions e neanche vincente in ambito domestico? Sarebbe una catastrofe di valore incalcolabile. La stagione si fa adesso e il confine tra annata gloriosa e annata tragica è sottilissimo, sono curiosissimo di vedere come i parigini approcceranno per modificare un destino che si sta maledettamente complicando.

Il rovescio della medaglia vede un Manchester City che indubbiamente si è messo in tasca un pezzo e mezzo di qualificazione. Dopo aver spezzato l'incubo "quarti di finale", Joseph Guardiola sta andando addirittura oltre e lo scalpo eccellente di eliminare il colosso numero uno lo vuole compiere ad ogni costo. Mai come stavolta, i Citizens hanno tutto per mettere la mano sull'obiettivo massimo per il quale lo sceicco Mansour in più di 10 anni non ha badato a spese sul mercato e soprattutto ha strappato al mondo l'allenatore più visionario, rivoluzionario e tra poco anche vincente della storia di questo gioco. Un matrimonio quello tra Guardiola e il City che ha vissuto anche momenti difficili, le eliminazioni premature in Champions avevano sollevato il polverone sull'incapacita' di Pep nel trionfare in Europa senza Messi, Xavi e Iniesta. Affermazioni di coloro che forse dimenticano la ricchezza più grande che Guardiola ha saputo portare in ogni club, di esso ha cambiato cultura, mentalità, gioco, ha lasciato un impronta talmente forte e unica da porlo al di sopra di ogni risultato. Che poi a dirla tutta... Come si fa a dire che Guardiola ha fallito al City quando ha vinto 9 titoli e il decimo sarà ufficializzato a brevissimo, parlo della Premier League 2020-2021 dove la sua squadra ha praticamente giocato un altro sport e gareggiato in un torneo tutto suo. È giusto dire che il City è stato concepito con l'obiettivo di prendersi l'Europa ma un conto è parlare di fallimento, un conto evidenziare la ciliegina che manca dopo aver elencato tutte le scorpacciate domestiche del Kaiser Pep. 

L'eliminazione netta subita nella scorsa Champions contro il Lione sembrava la fine del binomio Guardiola-City, la squadra appariva logora fisicamente e psicologicamente ma soprattutto incapace di togliersi di dosso quel timore che non gli ha mai permesso di superare un quarto di finale di Champions. Eppure la proprietà cosa fa? Non lascia ma raddoppia, rinnovandogli il contratto e mettendolo a capo della galassia City rendendolo coordinatore di tutti i club satellite, più che un semplice allenatore Guardiola è la garanzia base di un club potentissimo politicamente ed economicamente che ha scelto il genio della panchina come suo ambasciatore. Questa fiducia incondizionata lo ha ricaricato di getto, la sua mente ha iniziato a progettare nuove cose, si è fermato a riflettere su cosa ha frenato un club che ogni anno sembrava pronto per vincere ma che poi cedeva alla prima difficoltà e il campo sta parlando chiaramente, questo City è diverso dai precedenti. Ha risolto per sempre il cronico problema della solidità difensiva grazie all'innesto di Ruben Dias dopo anni di colpi sbagliati e soldi buttati ma soprattutto il City adesso è dominante anche mentalmente, non cede alle avversità, ha affrontato i propri fantasmi e li ha battuti. E se queste due doti si uniscono al solito turbinante gioco collettivo, il mix non può che essere letale per chiunque. 

Eppure al Parco dei Principi va in scena una prima frazione detonante del Psg. I francesi partono fortissimo con il solito Neymar in stato di grazia, finalmente a 29 anni ha preso l'ultimo treno che gli ha permesso di effettuare quello step finale mancante. Il brasiliano è un giocatore totale, non offre solo il solito show tecnico ma è un leader emotivo, si assume le responsabilità e si carica sulle spalle tutta la squadra, il neymar viziato e remissivo a rispondere presente sempre è svanito definitivamente. Verratti è il solito architetto illuminato mentre Di Maria come sempre impreziosce la scena con il suo piede artistico tant'è che è lui a pescare su palla inattiva capitan Marquinhos per il vantaggio dei francesi. Nelle ultime due edizioni della Champions sono 5 i gol del brasiliano, nessun difensore ha fatto meglio a dimostrazione del bagaglio completo di questo difensore strabiliante. A leggere la sua carriera e il numero di partite disputate gli dai almeno 31-32 anni eppure Marquinhos di anni ne deve compiere ancora 26! Da anni nel Gotha dei migliori interpreti del ruolo, fatico a trovare un altro difensore nel panorama mondiale con tali capacità tecniche e temperamentali. Gli uomini di Guardiola sono completamente in bambola, al turbinante assalto del Psg manca solo il secondo gol che non arriverà. 

Avete presente il primo tempo appena descritto? Bene, capovolgete le parti stavolta e avrete l'analisi del secondo tempo. Sono oscuri i motivi (e francamente non so dare una spiegazione logica) ma il Psg in campo scende solo per fare da spettatore mentre il City entra sul prato del PARC DES PRINCEÈS con una foga e una rabbia neanche minimamente accennata nel primo tempo. Dopo aver barcollato terribilmente nella prima frazione, gli uomini di Guardiola iniziano a chiudere all'angolo la banda di Pochettino costringendo i francesi ad abbassare il baricentro. Le folate del City sono violente, adesso il protagonismo lo hanno assunto solo gli inglesi mentre il Psg non riesce a combinare nulla. Attaccare minuto dopo minuto può portare ad un sola conseguenza: il pareggio del City! Il cross di De Bruyne è letto malissimo da Navas e fortuitamente arriva il pari anche se rivedendo bene il replay si nota come la parabola del belga sia di difficile lettura in quanto Navas lì si aspetta una spizzata di testa che non arriva. Neanche il pari subito scuote il Psg, a scegliere il ritmo delle danze è solo la squadra di Pep con la salita in cattedra del super trio di centrocampo Rodri-Gundogan-De Bruyne. La palla schizza veloce come il disco dell'hockey su ghiaccio, gli scambi di posizione sono continui e talmente perfetti da mandare in tilt l'intera retroguardia parigina che si ritrova di fronte uomini che sbucano da ogni lato. Il vantaggio è nell'area e puntualmente arriva nel modo più crudele possibile perché sulla punizione innocua di Mahrez, il disastroso Kimpembe probabilmente invidioso del modo di stare in barriera di CR7, si sfila inspiegabilmente con la palla che passa e beffa Navas. Altro gol fortuito che certamente porta a recriminazioni ma dire che il City ha ribaltato la partita grazie alla fortuna equivale a mentire. I gol sono una diretta conseguenza del preoccupante lassismo del Psg e giusto premio per la squadra che ci ha privato di più e che ha saputo approfittare meglio delle gentili concessioni avute. I francesi perdono il cervello, sanno perfettamente come questo risultato complichi terribilmente un traguardo forse assaporato prima del tempo, ancora una volta la presunzione di vincere tutti anche senza brillare è crollata. Neymar compie un fallo di frustrazione su Stones ma chi la combina grossa è Gana Gueye che per una fortunata coincidenza non spezza la gamba di Gundogan con un intervento folle punito con il rosso. ​​​​​

Tutto è ancora apertissimo ma all'Etihad servirà il Psg migliore della stagione (e non sono convinto basti). Se c'è una squadra capace di sovvertire ogni pronostico è proprio quella di Pochettino, il suo parco giocatori è talmente illustre da poter scardinare qualunque squadra. Ma servirà l'assoluta serata di grazia di tutto il trio d'attacco, in primis quel Mbappe che ha fatto da spettatore non pagante ieri sera, inbrigliato dalla difesa del City. Il fenomeno Kylian ha vissuto una delle serate più brutte della sua breve ma già straordinaria carriera e per i maligni si ripropone il dilemma del Mbappe che scompare nelle gare davvero pesanti come la finale di Champions della passata stagione. Se arriviamo a pensare ciò mi viene da dire che siamo davvero alla frutta, un classe 98 che ha vinto un mondiale da star assoluta (segnando anche in finale), ha già 27 gol in Champions, ha segnato una tripletta al Camp Nou e una doppietta all'Allianz Arena, cosa deve dimostrare? Nulla, appunto! Chiusa questa sterile polemica dove già ho perso troppo tempo, non vedo già l'ora di assistere ad una gara di ritorno che irrimediabilmente segnerà i destini dei progetti calcistici più roboanti dell'ultimo decennio. Il Manchester City parte già dall'invidiabile posizione di aver stravinto la premier e conquistato la coppa di lega contro il Tottenham appena una settimana fa, il raggiungimento della finale di Champions proietterebbe Guardiola ad un passo da un triplete storico mentre in casa Psg ora si tireranno le somme, in neanche un mese deve ribaltare il City in Champions e in 360 minuti deve superare il Lille per mettere le mani sulle Ligue 1 con una consapevolezza: in entrambi i casi il destino in mano lo hanno gli altri! Il tempo è zero, Pochettino deve evitare quello che sarebbe un fracasso rumorisissimo.