Le prove certe le abbiamo da anni, semmai l'ennesima impresa messa a segno ieri sera all'Emirates da Unai Emery supporta fortissimamente il suo feeling indissolubile con quella che è a tutti gli effetti la sua casa, la sua competizione, il suo terreno da battaglia dove lui la fa da padrone assoluto: L'EUROPA LEAGUE! I dati del vate di Hondarribia fanno strabuzzare gli occhi in quanto di questa competizione ne è il tecnico con più presenze, con più partite vinte, con più edizioni portate a casa (al pari di Giovanni Trapattoni), anche se l'unico ad averla vinta per tre anni consecutivi è solo lui. Il dato finale è forse più incredibile di quelli appena elencati, perché Emery è l'unico allenatore della storia di questa manifestazione a disputare 5 finali di Europa League con tre squadre diverse. C'è poco da fare, se vuoi vincere questa coppa o almeno vuoi andarci ad un passo, lui è la garanzia assoluta, perché non esiste Europa League senza Emery e viceversa. Aver messo il Siviglia sulle mappe europee​​​​​​ dal 2014 al 2016 gli ha permesso di allenare due tra le panchine più pesanti e ambiziosi del mondo come quelle di Psg e Arsenal ma pur avendo vinto tutto in Francia a livello domestico, pesa inevitabilmente il fallimento in Champions League dove verrà ricordato da tutti come il tecnico che subì la leggendaria rimonta dal Barcellona nel 2016.

Altro contesto evidentemente, troppo diverso da chi è stato sempre abituato a trionfare avendo assoluta voce in capitolo su gestione della squadra e acquisti e che ha disposto sempre di un manipolo di uomini che hanno gettato anima e corpo nelle mani di un allenatore che li ha forgiati a sua immagine e somiglianza, facendogli toccare vette mai più sfiorate da nessun altra parte. Vedendo le tre rose del Siviglia vincitore delle altrettante edizioni dell'Europa League, troviamo infatti dei giocatori che solo con Emery potevano assestarsi su livelli altissimi per poi scomparire del tutto dai radar o andare altrove e mantenere un rendimento nettamente minore della versione andalusa. Nzonzi, Bacca, Banega, Vitolo, Gameiro, Rico, Krichowyak si sono trasferiti anche in club più importanti del Siviglia ma non hanno minimamente tenuto gli standard avuti sotto la guida di Emery, mentre gente come Mbia, Kolodjezjack, Carrico, Coke, Tremoulinas è addirittura scomparsa dai radar una volta avvenuta la separazione dal loro mentore. 

Alla base del miracolo Siviglia c'è stata l'assoluta quadrupla simbiosi tra il presidente Castro, il ds Monchi, la squadra e il loro allenatore, raramente ho visto club ragionare nella medesima direzione in tutte le sue componenti. Dopo l'esperienza parigina, è stata l'Arsenal ad offrire ad Emery la durissima responsabilità del post Arsene Wenger ma anche in quel caso fu abbandonato al suo destino. I giocatori parlarono di un dialogo inesistente per l'incapacità di Emery di comunicare in inglese tant'è che oltremanica si sprecarono le sue imitazioni con il famoso "Good Aftermun". Un trattamento che non meritava, perché comunque anche là Emery portò i Gunners in finale di Europa League nel 2019 ma la stampa più che celebrarlo per il suo percorso, lo distrusse dopo la sconfitta per 4-1 contro il Chelsea di Sarri. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che più di tutti assolve Emery, sta nella famosa trattativa che portò i Gunners a strapagare la stella ivoriana del Lille (Nicolas Pépé) con un assegno da 70 milioni di sterline. Un acquisto voluto solo ed esclusivamente dalla società, non da Emery che bocciò assolutamente l'operazione giudicandola "incognita troppo grande". Lo spagnolo esortò per mesi di virare su Wilfried Zaha, ritenuto più funzionale e soprattutto non bisognoso di ambientarsi in Premier League ma nulla da fare, la società scelse Pépé e a distanza di due anni, tranne qualche sporadico exploit, mi sa che Unai aveva ragione.

Con questo doppio esonero mesto, sembrava scomparsa definitivamente l'aura abbagliante del maestro e invece era solo stata tarpata da progetti non adatti a lui e pronta a rivelarsi nuovamente in un contesto tecnico funzionale alle sue idee e al suo carattere. Emery attende il momento impaziente e la chiamata arriva puntualmente dalla madrepatria, una chiamata piuttosto inaspettata per la verità: è quella del VILLARREAL! Inattesa perché il "Submarino Amarillo" aveva appena concluso il campionato con una eccellente quinta posizione in classifica e in panchina siedeva uno dei nuovi che avanzano più interessanti di tutta la Spagna: Javi Calleja. Non è un caso che gran parte della tifoseria si sia rivoltata di fronte a questa notizia: perché effettuare un cambio in panchina dopo un annata del genere? Le controindicazioni superavano le sicurezze ma evidentemente non è stato così per il patron del Villarreal, il ricchissimo imprenditore spagnolo FERNANDO ROIG. Il re della ceramica ha tutta l'intenzione di assestare il suo club tra i primi di Spagna e portarlo in breve termine a dare filo da torcere in Europa, Unai Emery libero è un occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire, a costo di buttare a mare un progetto tecnico consolidato: è una mossa da effettuare per dimostrare con i fatti le ambizioni del Villarreal. 

Il calciomercato è fatto su misura, senza spendere tanto il Villarreal mette a segno un paio di interessantissimi colpi suddivisi tra giovani da lanciare e giocatori esperti da far rifiorire mentre per il resto si punta tutto sull'assoluta capacità di Emery di trarre il meglio dalla rosa della passata stagione. La rosa del Villarreal è molto buona a livello qualitativo e cosa più importante dispone di almeno un ricambio in ogni posizione. Il binomio Villareal-Emery è indubbiamente uno dei più stuzzicanti d'Europa ai nastri di partenza di questa stagione, perché il club spagnolo ha cercato di replicare su grandi linee ciò che il Siviglia ha fatto per Emery, tutti all'interno del club hanno assoluta convinzione della buona riuscita di questo progetto se tutte le componenti si affideranno totalmente nelle mani e nella mente del loro allenatore. Il campionato del Villarreal parte a razzo e addirittura a fine novembre si ritrova solitario al secondo posto, salvo cedere il passo nel tempo a Real, Siviglia e Atletico che oggettivamente hanno rose e progetti totalmente diversi. Il vero obiettivo però non è il campionato, bensì l'Europa League, competizione dove il club vuole togliersi più di una soddisfazione. Oggettivamente la rosa del Villarreal parte dietro ad almeno 4-5 squadre ma dalla sua il Sottomarino Giallo ha un gioco spumeggiante, ha chiarissima la propria tattica, ogni giocatore sa ciò che deve fare e soprattutto gara dopo gara acquisisce una forza mentale immediata, tutte qualità date dal lavoro incessante di Emery. La cavalcata del club spagnolo parte da lontano ma è un autentico capolavoro senza macchia. Il Villarreal ha vinto 12 gare su 14 disputate (nessuna persa), ha la miglior difesa della competizione e per la prima volta nella sua storia raggiunge una finale europea. Un capolavoro di portata enorme servito da mister Europa League che non solo legittima il suo status di assoluto top nel ruolo ma che porta a togliersi tanti sassolini dalle scarpe. 

Il biglietto per l'atto finale di Danzica non lo stacca contro una squadra banale ma il destino ha voluto che Emery sbattesse fuori il suo odiato Arsenal del suo successore Arteta. Ed è proprio nel doppio confronto con i Gunners che il Villarreal pur avendo sulla carta una rosa meno qualitativa ha dato una lezione sonora ad Aubameyang e soci. La gara d'andata in Spagna fu assolutamente stradominata dal punto di vista strategico e del ritmo, con gli spagnoli che hanno fatto il bello e il cattivo tempo, mentre nel ritorno a Londra, l'attacco dei Gunners è andato sempre ad infrangersi su un muro di cemento armato colorato di giallo. L'aggregate finale recita 2-1 per gli spagnoli ma per la netta differenza tecnica e organizzativa il risultato meritava di essere molto più ampio. La dimostrazione netta di come una rosa individualmente fortissima non sia nulla di fronte ad una rosa buona la dà la maturità mentale, la tenuta del campo, la chiarezza su cosa fare e quando farlo ed è in questi aspetti che Emery ha annullato il gap tecnico del suo Villarreal e ha asfaltato il suo collega Arteta. Una vendetta attesa da due anni e che ha servito freddissima nel modo più umiliante possibile, forse adesso l'Arsenal ha capito quale allenatore aveva a disposizione e può tranquillamente fare un "mea culpa" per non averlo mai protetto e assecondato sulla composizione della squadra. Dagli studi di Sky Sport England arriva forse il più grande attestato di stima (e di scuse) da parte della leggenda del club Keown, che arrabbiato nero dice: "Arteta è stato distrutto su tutti i fronti da un allenatore più preparato e furbo come Emery".

Il Villarreal sa essere una squadra molto rognosa da scardinare ma che allo stesso tempo diverte tantissimo grazie ad un 4-4-2 ibrido che a seconda dei momenti può trasformarsi in un 4-3-3 molto mobile e dalle dinamiche chiarissime. L'agglomerato tra giovani dal futuro assicurato e leader navigati lo troviamo in uno dei segreti più visibili della squadra e cioè la coppia di centrali difensivi. Il capitano della truppa e leader Maximo a tutti i livelli è l'inossidabile Raul Albiol, comandante meraviglioso grazie alla sua maestria nei posizionamenti e all'innata capacità di guidare nella tempesta l'intero reparto (non a caso il Napoli dopo la sua partenza è crollato miseramente dietro). Accanto, cresce benissimo l'erede designato di Pique nella Nazionale spagnola: il 24enne Pau Torres. Assoluto titolare della Spagna di fianco capitan Ramos, è uno dei difensori più ricercati d'Europa per la sua imponenza fisica e pulizia nei passaggi ma il Villarreal ha fatto già il prezzo e sotto i 50 milioni non si scenderà. Con una coppia di centrali così saldi, ai due terzini è richiesta una presenza costante avanti e una grande aggressività nei contrasti. I titolari sono l'argentino Foyth e lo spagnolo Pedraza, entrambi molto abili a tagliare il campo centralmente per scardinare le linee avversarie ma al contempo molto aggressivi nella riconquista della palla. 

La linea di controcampo a quattro è formata da un mediano dalle spiccate doti difensive con Capoue e Coquelin a contendersi il posto di fianco al motore tecnico della squadra nonché il centro assoluto di tutta la manovra: Dani Parejo! È stato il colpo più grande messo a segno dal Villarreal, l'ex leggenda del Valencia è uno dei costruttori di gioco più illuminati di tutto il continente. I compagni si muovono a suo ritmo, Parejo trova linee di passaggio non comuni e soprattutto sia da fermo che su azione, mette in apprensione tutti quando arma il suo delicatissimo piede. Sulla fascia troviamo due interpreti dalla caratteristiche nettamente distinte: Trigueros e Chukwueze. Lo spagnolo è un falso esterno, lavora tantissimo senza palla e la sua più grande dote sta negli inserimenti improvvisi in zona calda mentre il nigeriano è un esterno puro di quelli che guardi sempre in TV se sai che giocano. È l'elemento che spacca le partite più di tutti con la sua velocità supersonica, è l'uomo dell'uno contro uno, confesso il mio amore per lui e sono convinto che già adesso, nonostante sia un classe 99, sia uno degli esterni di fascia che più di tutti determinano quando cambiano passo.

Ovviamente avanti la tradizione vuole che Emery instauri un rapporto viscerale con la sua punta di riferimento e infatti la stella della squadra è il più forte bomber spagnolo in circolazione: Gerard Moreno! I gol li ha sempre fatti ma la versione 2020-2021 di Moreno è indubbiamente la migliore della sua carriera. Tra gol e assist nel 2021, solo Messi e Lewandowski hanno fatto meglio di lui mentre solo Kane e Messi determinano più di lui nei bonus della loro squadra​​​​​​, la percentuale del 53,1% nei gol totali del Villarreal è cifra di un attaccante che picchia forte i pugni sul tavolo e grida di essere una delle punte attualmente più forti e complete in circolazione. Nella storia del Villarreal solo Diego Forlan superò quota 20 gol in una singola stagione, cifra abbondantemente distrutta da Gerard Moreno che ne ha piazzati addirittura 26 in tutte le competizioni. Il prossimo obiettivo a portata di mano è lo scettro di massimo cannoniere della storia del Submarino Amarillo, detenuto (ancora per poco) dal nostro Pepito Rossi distante adesso solo 15 gol. Istinto da killer spietato ma non solo, perché Geri è una punta completa, che svaria sul tutto fronte grazie ad un'ottima mobilità e un bagaglio tecnico che gli permette di procacciarsi gol molto belli anche senza l'ausilio dei compagni. Con una punta capace di garantirti così tanto gol, il suo partner d'attacco può dedicarsi più all'assistenza che all'efficacia, anche se un giocatore come Paco Alcacer in gare ad eliminazioni diretta fa tanta differenza con il suo piede artistico e non disdegna di mettere dentro un buon quantitativo di gol. 

Il Villarreal è l'esempio tangibile di come facendo le cose seriamente, mettendo ogni pezzo del puzzle al posto giusto si può costruire un progetto ambizioso a costi sostenibili. La qualità della squadra è altissima ma soprattutto c'è un gruppo granitico che ha recepito a memoria tutte le direttive del suo allenatore. Vila-Real adesso è un isola felice e fino al 26 maggio il Manchester United può iniziare a trovare le contromisure da opporre ad una squadra che sarà tutto fuorché facilmente malleabile. Unai Emery vuole mettere l'ennesimo timbro della sua favolosa carriera e scrivere la storia del Villarreal, Ole Gunnar Solskjaer è avvisato. Non ci resta che attendere e vedere a Danzica come finirà.