Bastano le parole di Paulo Fonseca per fotografare l'importanza dell'impegno che domani attende i suoi uomini: "è la partita più importante della mia carriera"​​​​​​, concetto espresso con determinazione e onore. Non è retorica, è la pura verità. Questo giovane allenatore portoghese ha ancora molto da dare al calcio nonostante una carriera che già adesso è di tutto rispetto avuta tra Braga, Shakhtar e appunto la Roma ma l'impegno di domani assume proporzioni titaniche, giocarsi una semifinale di Europa League contro un colosso del calcio mondiale come il MANCHESTER UNITED non è roba da tutti i giorni. Non solo per lui ma per tutta la società Roma, la serata di domani ha un retrogusto tanto nobile quanto impegnativo. Ha mille significati questo appuntamento, al prestigio e all'onore di avere a che fare con un peso massimo del genere, questo doppio appuntamento costituisce l'ultimissima scialuppa di salvataggio per una stagione condotta egregiamente per 2/3 ma poi miseramente buttata a mare in campionato dove addirittura è a serissimo rischio la settima piazza che consentirebbe al club giallorosso di partecipare alla prossima "Conference League". Dietro spinge forte il Sassuolo di De Zerbi, ​​​​​a soli 3 punti dai capitolini. Fregiarsi della vittoria dell'Europa League forse passa in secondo piano rispetto all'opportunità che questa competizione offre ai vincitori di partecipare alla prossima edizione della Uefa Champions League. Un obiettivo sfumato anche in maniera piuttosto umiliante in campionato e che può essere agguantato solo in caso di trionfo a Danzica il 28 Maggio e aggiungo che sarebbe stato più facile scalare l'Everest a mani nude che estromettere gli uomini di Solskjaer da questa Europa League.

Abbattersi non serve a nulla, ormai la Roma è arrivata fino a qua e ha l'assoluto obbligo di provarci e soprattutto crederci. Per prepararsi al meglio ha deciso (sbagliando) di risparmiare titolari ed energie in campionato inanellando una serie interminabile di figuracce. Quasi sicuramente all'interno di tutto l'ambiente, la consapevolezza di partecipare alla prossima Champions League e farlo tramite campionato era ritenuta impresa possibile, perciò ogni singola energia è stata rivolta su questa competizione. Qui dove la Roma resta l'unico esponente del calcio italiano, a 3 anni di distanza dalla doppia semifinale contro il Liverpool. Vanno dimenticati i dissapori, le scorie, le voci (veritiere) che vorrebbero un Maurizio Sarri pronto a subentrare a Fonseca per ricostruire un progetto tecnico che col portoghese alla guida non ha soddisfatto la nuova proprietà dei Friedkin. Il progetto semmai finirà tra 7 giorni, non domani. Non bisogna pensare ad altro se non a gettare il cuore oltre all'ostacolo e giocarsi al meglio le proprie carte a disposizione. Ovviamente verrà messa sul piatto l'argenteria migliore, torneranno a completa disposizione il rettore magnifico del centrocampo Veretout e l'uomo che più di tutti con la sua qualità può spaccare la partita: Mikhitarian! L'armeno oltretutto è il grande ex della sfida e soprattutto sa come si fa a vincere questa competizione, quando proprio con il Manchester united nella finale del 2017 segno' uno dei 2 gol che diedero il successo ai red devils contro l'Ajax. Il perenne ballottaggio per il ruolo di centravanti verrà ovviamente vinto dal lider Maximo (senza fascia) Edin Dzeko. Lui che della Roma ne è il massimo cannoniere europeo, lui che ormai è dato per partente da almeno 3 anni ma poi resta sempre dove ha scritto pagine di storia indelebili. A fine stagione Fonseca pagherà anche il pesantissimo scontro avuto col bosniaco nel pieno della stagione e la conseguente perdita di quello che rimane l'uomo di più alta caratura a livello tecnico e temperamentale ma ora bisogna far fronte comune e lasciare ai posteri un impresa da sogno. Verosimilmente le speranze sono quasi pari allo zero, io onestamente non do ai giallorossi più del 25% di chance ma Dzeko e compagni devono essere convinti del fatto che lo United è fortissimo ma non imbattibile. Qualche punto critico la squadra di Solskjaer lo ha, specie in fase difensiva soffre spesso e volentieri le trame veloci e palla a terra. 

Per il resto fatico a trovare altre criticità nel team di Solskjaer. La leggenda norvegese ha riportato lo United nella sua dimensione, gli ha ridato fame, mentalità e soprattutto dignità. Solo lontani i tempi di Moyes, Van Gaal e Mourinho, l'alone che dal post Sir Alex Ferguson aveva investito questo club di mediocrità ora è totalmente scomparso. Il Manchester è tornato a far tremare l'Europa, verosimilmente arriverà secondo in premier dietro solo agli alieni del City ma cosa ben più importante distanziera' di un infinità di punti squadre come Liverpool, Chelsea e Arsenal. Gli uomini mercato negli ultimi tempi dopo aver scialacquato una montagna di soldi hanno azzeccato un paio di colpi che hanno rivoltato come un calzino la squadra, in primis quel Bruno Fernandes che ha cambiato il modo di giocare e agire del Manchester United. La centralità del portoghese all'interno del sistema solare Red devils lo testimoniano due dati: insieme a messi, Kane e Aspas, Fernandes è il quarto giocatore ad aver raggiunto la doppia cifra di gol e assist ma soprattutto con 126 occasioni create, È IL PRIMO IN EUROPA PER OCCASIONI DA GOL PROCURATI! Ma i pericoli non si limiteranno al solo contenimento del trequartista portoghese, anzi. Il potenziale offensivo in mano a Solskjaer è uno dei più taglienti d'Europa. Servirà la miglior prova stagionale del pacchetto arretrato romanista per attutire i colpi di quel Rashford  magnifico, abile a ricoprire tutto i ruoli d'attacco e fondere la velocità e il dribbling dell'ala con il fiuto della punta d'area di rigore. Ma presumibilmente domani la punta sarà uno che la Roma l'ha affrontata e punita tantissime volte con la maglia del Napoli: EDINSON CAVANI! Non sarà più il matador partenopeo ma l'istinto resta quello, la capacità di graffiare quando la gara si fa pesante è rimasta intatta oltre alle notevoli capacità aerobiche. 

Sarà interessante vedere anche in mediana, come la Roma tenterà di contrastare la forza strabordante del trio Pogba-Fred-Mctominay. Il Polpo francese resta sempre in sospeso tra questioni contrattuali e la sua proverbiale discontinuità ma è in queste serate che l'infinita classe di Pogba viene fuori. E soprattutto in mezzo al campo c'è una cerniera super imbottita con lo scozzese Mctominay che ha avuto una crescita spaventosa da frangiflutti e il brasiliano Fred che finalmente si è rivelato come l'impattante tuttocampista che convinse lo United a strappare un assegno da 60 milioni per strapparlo allo Shakhtar. La difesa è il reparto che spicca meno a livello individuale ma è su questo reparto che a mio parere, Solskjaer ha fatto il lavoro migliore. Non ci sono nomi di grido ma capitan Maguire è un leader meritevole, Shaw dopo anni terribili è tornato ad essere l'arrembante terzino che fece innamorare il regno unito delle sue qualità tant'è che risulta essere il secondo difensore che crea più occasioni da gol nei top 5 principali campionati europei. 

Insomma, è chiaro come la Roma si trovi davanti ad uno scoglio troppo più grande di lei. I progetti viaggiano totalmente su due pianeti diversi, è chiarissimo come il Manchester United non c'entri niente con questa competizione e non a caso la squadra di Solskjaer da tutti i quotisti viene data come assoluta favorita della competizione. Ma appunto perciò, la Roma può far leva sull'effetto sorpresa, può sfruttare il suo status da sfavorita e sperare in un atteggiamento supponente del Manchester (ne dubito). Ci vorrà coraggio, voglia di fare e un immane forza d'animo, la gara di domani può non solo costituire una pagina nobile della storia capitolina ma soprattutto può spedire la Roma verso una Champions League che cambierebbe programmi, budget e chissà... Forse anche il destino di Fonseca?