È per definizione la gara dove tutto il mondo si ferma ma stavolta se pesiamo il valore della posta in palio, dello scenario titanico dove esso è avvenuto, sono sicuro che questo Real Madrid-Barcellona lo ricorderemo per tantissimo tempo. Erano posizionati meglio i blaugrana di "Rambo" Koeman (+2) sui galacticos di Zinedine Zidane, ma ancora una volta ad uscire sornione dalla bufera apocalittica scatenatasi su Valdebebas è sempre MONSIEUR ZIZOU. In questa stagione avrà fatto almeno una decina di capatine all'inferno, come se non bastassero le tre Champions vinte consecutivamente, gli innumerevoli record registrati sulla panchina più pesante del mondo, per quale oscuro motivo quello che è annoverabile già ora come uno dei coach più grandi della storia deve sempre dimostrare? Alcuni dicono che sia solo un ottimo gestore di campioni, altri lo chiamano addirittura "miracolato" ​​​​​​dicendo che con quella squadra tutti avrebbero vinto. La realtà è diversa e dice che il Real non può fare a meno di Zizou, non viceversa. Dopo la terza UCL vinta, al francese subentrarono Benitez prima e Lopetegui poi e in un anno soltanto, i blancos fecero le peggio figure denotando poco mordente, una forma mentale inesistente e uno spirito da insaziabili completamente perso. È bastato il ritorno di Zizou per far risembrare oro ciò che era diventato piombo, per riportare il Real a vincere una Liga clamorosa (la scorsa) dopo una sgasata paurosa post lockdown. Eppure la rosa del Real necessitava di un profondo restilyng mai avvenuto e questo dà ancora più credibilità ad un allenatore al quale Florentino Perez dovrebbe dedicare una statua gigante fuori dal Bernabeu.

L'ennesima conferma del fatto che Zidane oltre a saper toccare le corde dei suoi uomini come pochi altri al mondo sia un pensatore illuminato e fine la dà il piano partita che oppone ai rivali catalani. Rispetto alla brillante vittoria ottenuta nell'andata dei quarti di finale contro il Liverpool, accantona il 4-3-3 per abbracciare il 4-4-2 che spesso ha aiutato la squadra in molti momenti della stagione. Fuori un ala d'attacco (Asensio) dentro un altro centrocampista (Valverde) ed è inutile dire che questa sarà la mossa che deciderà il Clasico. "El Pajarito", alias il titolare aggiunto di questa squadra (chiamarlo riserva è una vera bestemmia) si conferma centrocampista totale, in grado di sedere allo stesso tavolo di una santissima trinità Modric-Kross-Casemiro risultata immortale anche stavolta ed è un uomo completamente sgrezzato e plasmato da Zidane. La grandezza dell'uruguagio sta nel mettere assoluta qualità alla sua principale caratteristica che è la quantità ed è una conseguenza diretta fare la differenza al massimo del livello per un giocatore con tali peculiarità. La genialata di Zizou sta nel mettere Valverde a tutta fascia e diretto oppositore di Jordi Alba. E non è un caso che il vantaggio del Real nasca da lì: Valverde si traveste da scheggia impazzita spaccando il prato di Valdebebas, palla perfetta per il liberissimo Lucas Vazquez che coi giri giusti va a pescare un giocatore sul quale io mi inchino giorno e notte da quattordici anni ormai: KARIM "THE DREAM" BENZEMA! Esistono i gusti personali, esistono le scarpe d'oro ecc... ma se a me dovessero chiedere: "scegli un solo attaccante da ammirare durante la tua ultima partita da spettatore" io non avrei dubbi sulla risposta, il francese viene prima di ogni cosa, Benzema è sopra tutto e tutti. Quando il Dio del calcio ha dispensato la tecnica, per Karim ha riservato il triplo del quantitativo rispetto alla media normale, ammirare Benzema è immettersi nel calcio principesco, nella più alta forma di aristocrazia calcistica esistente.

Eppure ha il coraggio di sorprendermi sempre, riesce perennemente a trovare il colpo che alimenta giorno dopo giorno il mio amore per lui, come quel "TACONAZO" già consegnato ai posteri che solo una mente superiore può concepire e poi eseguire con una naturalezza irrisoria. Taglio sul primo palo, il giovane Araujo sverniciato e palla colpita nella maniera più spettacolare possibile con Ter Stegen impietrito che osserva la palla spegnersi in rete. Strano a dirsi, eppure questo è un gol che Benzema attendeva da addirittura nove "clasicos" ​​​​​​, per lui era diventata una piccola maledizione, puntualmente sfatata nel modo più incredibile possibile. Il conto recita: 25 gol stagionali e settima rete consecutiva in Liga, solo Bale, CR7 e Van Nistelrooy avevano timbrato il cartellino per sette gare consecutive di Liga, con indosso la maglia del Real. È stato lodato per essere stata "la spalla perfetta che ha permesso a CR7 di fare sfracelli" ma non ci sto a definire in maniera così semplicistica chi è il quinto miglior marcatore di sempre del Real (e Santillana quarto è a - 13 gol), e chi del Real è IL MIGLIOR ASSIST MAN DI SEMPRE, siamo di fronte a un giocatore che raramente rivedremo in futuro e me lo voglio godere fino alla sua ultima apparizione. 

Nonostante questa composizione centrocampocentrica​​​​​​, l'altra furbata di Zizou è quella di lasciare inaspettatamente il possesso al Barcellona, altra mossa fruttifera e pensata da un mostro dalla panchina. Il perché è presto spiegato dalle contemporanee assenze del lider Maximo Sergio Ramos e del suo storico scudiero Varane, handicap gravissimo che obbliga l'impiego inedito di Nacho da centrale e soprattutto di un Militao che non vedeva il campo da mesi. La mossa aveva già dato riscontri contro il Liverpool, nel trappolone c'è finito pure Koeman. Il francese ordisce la trappola contro Messi e soci mettendo Nacho che scala immediatamente su Leo e assumendosi il rischio (calcolato) di lasciare l'1vs1 a Militao contro Dembele. Calcolato perché nonostante le innumerevoli sciagure compiute, statistiche alla mano il brasiliano è il secondo giocatore più veloce dei 22 in campo dopo l'inarrivibile Vinicius Junior ​​​​​​, metterlo faccia a faccia contro un atleta molto rapido come il "Mosquito" pagherà. La difesa è bassa ma la mentalità del Madrid è chiara: "la palla non si gestisce ma appena arriva si butta in avanti per Benzema e Vinicius". Le controffensive del Real infatti risultano ingestibili per una difesa poco esperta e tendenzialmente lenta composta da Mingueza-Araujo-Lenglet. Ed è su un ribaltamento di fronte eseguito alla velocità del suono che arriva il raddoppio: Modric esegue un filtrante per Vinicius Junior che come un anguilla sfugge in modo francamente indecifrabile (​​​​​​talmente veloce che neanche col replay si vede bene) alla coppia Dest-Mingueza, costretti ad atterrarlo al limite dell'area. Punizione invitante per il destro di Kroos che impallina Ter Stegen con la deviazione (assolutamente decisiva) doppia di Dest e Alba. Real al riposo sul doppio vantaggio e gara apparentemente chiusa.

Ovviamente la gara già chiusa era solo una chimera, non esiste Clasico concluso fino all'ultimo pallone giocato ed è un segnale che il Barcellona coglie immediatamente. La gara in realtà poteva essere riaperta già a fine primo tempo quando Messi sfiora il gol leggendario direttamente da angolo, ma coglie in pieno il palo a Courtouis già battuto. L'assetto che Koeman sceglie è lo stesso che ha reso la sua squadra la più prolifica del campionato, il 3-4-2-1 a trazione ultraoffensiva. Di tutto ciò resta solo la disposizione numerica in quanto ci sono 3 cambiamenti sostanziali tra la conformazione tipo e quella scesa in campo contro il Madrid. L'allenatore olandese spaventato dalla velocità dei rivali, riporta De Jong al fianco di Busquets a centrocampo togliendolo da quel ruolo di centrale di difesa tanto inedito quanto sorprendente studiato da "Rambo" per lui. Di conseguenza Pedri che di solito è il compagno di Busquets va a fare il trequartista con Messi, ciò implica la mossa a sorpresa della serata: l'esclusione di Griezmann! Dopo un primo tempo orribile, l'inerzia della gara cambia a favore dei catalani. La gara è riaperta relativamente presto da uno degli eroi meno attesi: Oscar Mingueza! Al 59' la solita connection Messi-Alba manda fuori giri il Real, con lo spagnolo che addirittura serve il suo 11ESIMO ASSIST STAGIONALE per l'accorrente Mingueza che trafigge Courtois. La guerra infuria, piovono occasioni da entrambe le parti. Kroos di testa si divora il 3-1, Mingueza spara a lato mancando il pareggio e una doppietta che sarebbe stata storica e Griezmann è fermato dal solito intervento "salvifico" del drago COURTOIS. Non c'è un attimo di pace, Messi prova a sfatare la maledizione nei "clasico" ma per la settima volta consecutiva finisce a secco (record), Casemiro a 1' dalla fine si becca il suo secondo rosso in carriera dopo 489 partite. Gli ingredienti per il colpo di coda storico ci sono tutti, una partita del genere si pensa possa terminare con un qualcosa di fantastico e in effetti al minuto 94', sull'ultimo pallone disponibile della gara, la storia non viene scritta per questione di millimetri. Assalto catalano e nel tutti "in the box" va addirittura Ter Stegen, la palla spedita in mezzo viene colpita dal nuovo prodigio del calcio mondiale, il classe 2003 ILAIX MORIBA che scarica una fucilata imprendibile per tutti ma non per la traversa, che evidentemente ha deciso di ribellarsi ad una storia che sarebbe entrata di diritto nel conto della gara più bella e più attesa del mondo. In paradiso al triplice fischio di Gil Manzano ci va il Real, Koeman incassa la seconda sconfitta su 2 clasico giocati ma non è assolutamente una bocciatura per lui. 

Qualcuno a inizio anno lo aveva definito "il Real peggiore di sempre", ora vorrei fare un colpo di telefono e chiedere loro cosa avevano bevuto. È pesante il riscontro che si prende Zidane, il Real non vinceva entrambi i "clasico" in Liga addirittura dalla stagione 2007-2008,ennesimo capolavoro sbattuto in faccia ai detrattori. Dal 1 Febbraio ha mangiato 9 punti ad un Atletico che sembrava avere entrambe le mani sul titolo mentre ora lo svantaggio si è assottigliato ad un misero punto. Un ultimo piccolo particolare, di importanza capitale: i blancos hanno a favore gli scontri diretti contro Atletico e Barcellona, altro bonus che potrebbe essere decisivo al termine di una Liga infuocata come non mai. Ah... il Real è l'unica che porta in alto il nome della Spagna in Champions e al 90% la pratica Liverpool è sbrigata con all'orizzonte un affascinante semifinale contro il forte ma non impossibile Chelsea di Tuchel. Insomma, ancora una volta Zidane ha cavato dal buco l'ennesimo miracolo ​​​​​​, pronosticare questo Real Madrid in pienissima corsa ad Aprile per i due obiettivi massimi è quasi un miracolo. Sul versante Barcellona, questa dolorosa scoppola nel Clasico non preclude assolutamente nulla, la squadra di Koeman se possibile ha fatto già il massimo, date le condizioni pessime nel quale l'allenatore olandese si è trovato a lavorare. Il Barcellona si è scrollato di dosso la sciagurata gestione di Bartomeu, negli ultimi 2 anni il club blaugrana ha sbagliato qualsiasi tipo di scelta a 360 gradi. 
Dopo la burrasca, finalmente si respira aria salubre e la sensazione è che i tempi cupi a Barcellona siano finiti con l'avvento dell'amatissimo presidente Laporta, eletto a furor di popolo come l'unico condottiero capace di rimettere il Barcellona sulle mappe mondiali. Vedremo che tipo di mercato verrà impostato, bisognerà coniugare l'esigenza di far quadrare un bilancio terribile con l'obbligo di immettere quelle 3-4 pedine capaci di garantire successi nell'immediato. Perché tra Dest, Mingueza, De Jong, Araujo, Moriba, il futuro è assolutamente roseo e Ra​​​​​​mbo Koeman sembra l'uomo giusto per dar vita ad un progetto tecnico degno della grandezza del "MES QUE UN CLUB".