Una nota canzone dei Righeira diceva “l’estate sta finendo”. Questo motivo, ripreso anche da svariate tifoserie al fine di costruirvi un famoso coro che soprattutto qualche stagione fa era molto popolare negli stadi italiani e stranieri, non sembra particolarmente adeguato al periodo attuale.

Chi mi farà l’onore di leggere l’articolo sobbalzerà sulla sedia o rischierà di essere confuso e penserà di aver subito uno stordimento. Tranquilli, è tutto a posto. Luglio sta esalando gli ultimi raggi di sole. Non vi è stato alcun mutamento dello spaziotempo che abbia provocato qualche scossone portando avanti le lancette dell’orologio come in un classico film di fantascienza. Semplicemente il calendario calcistico funziona in maniera assolutamente diversa da quello della maggior parte dei comuni mortali.

Questi sono i giorni in cui chi ha la fortuna di vanare una professione che gli concede qualche momento di riposo può lasciare la propria abitazione per godersi una fase di meritato relax. Nei normali bioritmi, quindi, l’estate sta iniziando.

Si direbbe che i giocatori hanno anche questo vantaggio: possono godersi le ferie in un periodo dell’anno climaticamente favorevole. Spesso si afferma che i fortunati appartenenti alla categoria vivono un’esistenza assolutamente baciata dalla buona sorte e privilegiata. Non si può negare che, sotto molti aspetti, questa teoria all’apparenza sia vera. Basti pensare al lato economico e sicuramente si nota come una loro annata sia spesso sufficiente per riuscire a mantenere più di una generazione di familiari. Rispetto a questo punto di vista, però, vi sono molte differenze tra le varie categorie, ma pure all’interno della stessa serie A. “I soldi non fanno la felicità”. Sembra un luogo comune o un’affermazione retorica. E’, invece, molto realistica. Il denaro è sicuramente una parte fondamentale della vita e sarebbe assurdo affermare il contrario in quanto la storia della civiltà ha fatto sì che la moneta sia il mezzo di scambio utile per acquistare qualsiasi bene o servizio quindi assolutamente indispensabile per vivere. Detto questo, i sentimenti del singolo e i legami con l’ambiente esterno rappresentano una situazione diversa e scollegata. Il calciatore, poi, vive costantemente sotto i riflettori e non è una condizione di semplice gestione. Nella vita comune vi sono persone che ricercano la fama e il successo. Nel mondo del pallone esistono anche individui che vedono tale circostanza soltanto come “un’antipatica controindicazione” professionale. Quanto citato rappresenta soltanto semplici esempi marchiani della difficoltà proposta dall’ambiente calcistico. Non si dimentichino, poi, i diversi ritmi di vita che tale professione impone rispetto alla maggior parte degli individui che ruotano intorno al giocatore considerato come uomo. Anche se spesso si considera come un automa, l’atleta vive di sentimenti ed emozioni proprio alla stregua di qualsiasi altra persona. Le tempistiche dettate dal suo mestiere, però, lo conducono quasi forzatamente a estraniarsi dal mondo che lo circonda e a crearsi una bolla tutta sua nella quale vivere. Il calciatore deve fare parecchi sacrifici legati ai rapporti umani quotidiani. Insomma, sono rinunce ripagate e sarebbe assurdo negare che la vita di questi sportivi sia vantaggiosa rispetto a quella di molte altre categorie, ma occorre non credere nemmeno al luogo comune che la indica come un’isola felice senza alcun tipo di negatività. E’ una banalizzazione.

Questi ritmi diversi portano il calcio a essere prossimo alla ripresa delle ostilità. Ieri la serie A ha stilato il proprio calendario e, nel sentire comune, tale avvenimento è proprio il preludio di un nuovo inizio. Da questo momento in poi, il tifoso, il giocatore, l’allenatore e il suo staff sanno quale sarà la prima avversaria da affrontare tra meno di un mese. Il Torino ha già ufficialmente iniziato la propria annata superando 3-0 il Debrecen nell’andata del secondo turno preliminare di Europa League. Dopodomani disputerà la sfida di ritorno in Ungheria. Durante il prossimo fine settimana, la Coppa Italia diventerà protagonista dell’estate e vedrà il disputarsi di un triduo di turni prima di lasciare spazio al campionato.

Insomma ci siamo. E’ finalmente giunto il momento di operare i primi bilanci estivi. Pochi giorni fa, la Juventus ha concluso la sua tournée in Asia chiudendo così definitivamente la prima parte di preparazione che aveva visto i suoi natali con una settimana vissuta sotto il sole cocente della Continassa. Dopo un breve periodo di riposo, oggi i bianconeri riprendono a lavorare a Torino con il gruppo al completo. E’ l’inizio della fase 2. Questa li vedrà impegnati nell’ultima sfida di ICC che giocheranno, il 10 agosto in Svezia, contro l’Atletico Madrid e nell’inimitabile rendez vous di Villar Perosa in programma per la vigilia di Ferragosto. Poi sarà serie A.

Che indicazioni ha fornito la prima parte di preparazione? Chiaramente ogni giudizio deve essere rimandato. Tre amichevoli disputate in Oriente con il gruppo decimato e dopo pochi giorni di lavoro non possono assolutamente rappresentare una cartina tornasole valida e affidabile. Detto questo, possono garantire importanti informazioni.

RISULTATI

In terra asiatica, la Juventus ha affrontato 3 amichevoli in una settimana. La prima, valida per l’ICC, è stata persa 3-2 contro il Tottenham. La seconda, sempre da attribuirsi alla medesima competizione, ha visto la Vecchia Signora superare l’Inter solo ai calci di rigore dopo aver pareggiato 1-1 nei tempi regolamentari. Nella terza sfida, invece, i Campioni d’Italia hanno giocato contro il Team K League e hanno chiuso l’incontro sul 3-3. Quest’ultima compagine, formata dai migliori giocatori del calcio coreano, ha mostrato doti tecniche e di corsa importanti dando origine a un match più complicato di quanto ci si sarebbe potuto attendere. E’ chiaro che, in questo periodo, il risultato non ha la minima importanza e sono altri gli aspetti che devono essere valutati. Per averne un esempio evidente si pensi alla prima Juve targata Allegri che nel precampionato perse un’amichevole contro i dilettanti del Lucento per poi sfiorare il triplete. Insomma, la diversa condizione atletica collegata a molte altre variabili, falsa totalmente il punteggio della gara.

IL NUOVO CORSO

Una delle principali novità della Vecchia Signora è sicuramente rappresentata dall’arrivo a Torino di Sarri. Al tecnico toscano viene chiesta una modifica dell’identità della squadra utile a evitare il consolidamento forzato di certi meccanismi ormai troppo conosciuti anche dalle avversarie. Questo avrebbe potuto provocare pure un pericoloso logorio interno al gruppo. Tale imponente cambiamento deve avvenire senza cancellare il Dna bianconero e il suo nucleo secondo il quale “vincere è l’unica cosa che conta”. Insomma, l’operazione non è semplice e il mister di Figline sarà chiamato a un delicato utilizzo del bisturi onde evitare danni irreparabili. Le sfide asiatiche non hanno mostrato grandi variazioni rispetto ai recenti trascorsi allegriani. Ci si sarebbe stupiti del contrario. Sarri ha sempre avuto necessità di parecchio tempo per imprimere in maniera delicata concetti molto netti e rigidi. Occorre avere pazienza. Certamente le mani della giornalista Sky Giorgia Cenni e del Presidente della Figc Gabriele Gravina non sono state troppo benevoli con la Vecchia Signora. Dopo il loro tocco sul computer che ha iniziato l’elaborazione del campionato di serie A, nei primi 3 turni la Juve si è ritrovata 2 trasferte complicate come quelle di Parma e Firenze intervallate dalla sfida interna contro il Napoli. Non proprio un inizio soft che certo non agevola Sarri. Detto questo, non vi dovrà essere alcuna fretta e le amichevoli orientali hanno mostrato la volontà dei calciatori di ricercare i meccanismi richiesti dalla loro nuova guida. Tale esperimento deve essere provato con ancora maggiore determinazione perché, soprattutto nella difficoltà, la Juve è parsa rintanarsi in vecchie certezze. Per carità, è normale che sia così. Piacerebbe, però, vedere maggior coraggio da parte degli interpreti nella volontà di rinnovamento. I tentativi si sono palesati soprattutto nei tanti scambi corti che i bianconeri hanno cercato al limite dell’area avversaria. Come sottolineato pure dal toscano occorrerà migliorare alcuni movimenti legati alla fase di non possesso con la squadra che era abituata ad arretrare mentre il diktat attuale è quello di avanzare il pressing. Un cambiamento netto che abbisogna di tempo ed esercizio. Lavori in corso.

I NUOVI ACQUISTI

Durante la tournée asiatica, Sarri ha potuto lavorare con alcuni nuovi acquisti: Buffon, De Ligt, Demiral, Rabiot e Higuain. Ramsey, infatti, è rimasto a Torino per completare la sua convalescenza dopo il problema muscolare occorsogli nella trascorsa stagione. Non ha partecipato alla trasferta nemmeno Luca Pellegrini. Se fossi in Sczcesny inizierei a preoccuparmi. Chiaramente è un’esagerazione per affermare che il portiere di Carrara rappresenta sempre una garanzia. La sua seconda avventura bianconera lo vedrà nel ruolo di vice del polacco, ma Gigi potrebbe tranquillamente rappresentare la prima scelta. A 41 anni ha mostrato di essere già in una condizione nettamente migliore rispetto al collega che in Asia ha commesso qualche sbavatura. E’ logico che non vi saranno dubbi sulla titolarità anche per evitare un dualismo che potrebbe solo portare a conseguenze negative su entrambi i giocatori. Buffon avrà i suoi spazi, ma il padrone della porta sarà Wojciech. Diventa difficile giudicare le prestazioni di De Ligt che è divenuto bianconero poche ore prima di partire per l’Oriente. La sfortunata autorete realizzata contro l’Inter non può restare la fotografia della sua trasferta asiatica. L’olandese ha mostrato qualche difficoltà, ma anche grandi doti soprattutto nelle chiusure. Il suo fisico possente consentirà una migliore condizione soltanto in periodo più avanzato. Al contrario, Demiral ha mostrato subito tutto quanto di positivo si affermava su di lui. E’ un ottimo difensore che, a 22 anni, vanta una personalità assolutamente incredibile. Il turco aveva già palesato le sue immense capacità con la maglia del Sassuolo, ma in questo periodo sta denotando di non patire il passaggio alla Juve. Nonostante fosse solo ICC, Merih ha già deciso un derby d’Italia siglando il penalty decisivo contro l’Inter. I problemi di Chiellini paiono spingere Paratici e colleghi a evitare la partenza dell’ex neroverde che dovrebbe aver convinto Sarri e restare in rosa già da questa stagione. Il Duca Ribelle ha evidenziato subito le sue peculiarità. E’ un centrocampista dal fisico eccezionale e con un’ottima tecnica alla quale abbina una buona visione di gioco. Insomma un mediano moderno. Un tuttofare del reparto. Il problema è che sovente stacca la spina e si perde in momenti di empasse. Così, gigioneggiando con il pallone al 90’, ne ha perso il possesso dando il la al 3-2 del Tottenham. Questo è Rabiot. Prendere o lasciare. Il francese è piaciuto più nel ruolo di regista rispetto a quello di mezz’ala dove ha faticato negli inserimenti. Occorre ammettere, però, che il suo fisico è simile a quello di De Ligt ed è necessario addurgli le medesime giustificazioni amplificate dal fatto che, come tutti i compagni, deve entrare nei meccanismi sarriani. Questi concetti, invece, sono conosciuti a menadito da Higuain che è risultato uno dei migliori. Il Pipita vuole fortemente restare alla Juventus e in questa tournée asiatica ha mostrato di meritare la conferma. Si è presentato in una condizione fisica invidiabile, ha segnato una rete e soprattutto è colui che meglio interpreta le richieste del proprio tecnico. Ultimamente si parla di uno scambio che coinvolgerebbe Lukaku e Dybala. Il belga si trasferirebbe a Torino, mentre la Joya partirebbe per Manchester. E’ chiaro che una simile ipotesi rischierebbe di chiudere definitivamente la porta in faccia a Gonzalo. A quel punto, infatti, le cessioni dell’argentino e di Mandzukic potrebbe divenire una necessità impellente visto che nel ruolo di attaccante centrale vi sarebbero già il nuovo acquisto, Kean e all’occorrenza Cristiano Ronaldo. Difficile chiedere a Higuain o al croato di ricoprire ruoli di evidente rincalzo.

ANTICHE CERTEZZE TRABALLANTI

Il riferimento è proprio a Mario Mandzukic. Il croato è apparso in evidente difficoltà ed estraniato dai meccanismi sarriani. Lui potrebbe essere uno dei sacrificati sul calciomercato. I veterani di Allegri sono coloro che più stanno patendo l’addio del vecchio maestro. Il numero 17 si è mostrato ormai abulico e spaesato nel ruolo di attaccante centrale. Come esterno ha denotato meno difficoltà, ma pare estraneo al sistema. Khedira, invece, non ha partecipato alla tournée asiatica e sembra avere le valige pronte. La situazione di Matuidi è diversa. Blaise ha vissuto un’esperienza orientale tra luci ed ombre, ma è sempre stato schierato come titolare da Sarri e ha manifestato la solita, grande combattività. Tecnicamente ha limiti evidenti che si rivelano soprattutto nella nuova identità di gioco. Ciononostante, è riuscito a essere protagonista e a chiudere il triduo di incontri esotici con il lusso del gol. Essendo anche meno soggetto agli infortuni rispetto al collega tedesco, potrebbe aver definitivamente convinto la Vecchia Signora a puntare su di lui lasciando partire Sami.

CERTEZZE CONSOLIDATE

Cristiano Ronaldo è la garanzia della Juventus. Lui è sempre pronto. Lui è sempre al top e lo è stato anche in Asia dove ha già messo a segno 2 reti in 2 gare trovando anche il suo primo centro bianconero su punizione. Durante la terza sfida contro il Team K League, Sarri ha deciso di lasciarlo in panchina onde evitare eccessivi carichi di lavoro. CR7 ha avviato il suo motore e ha già dichiarato che sarà l’anno della Champions League.

IL PROSIEGUO

Ora inizierà la seconda fase di preparazione che vedrà il gruppo al completo. Il tecnico avrà a disposizione pure i reduci dalla Coppa America con Dybala, Alex Sandro, Cuadrado e Bentancur pronti a sottoporsi al sarrismo. Entreranno nei ranghi pure Kean e Luca Pellegrini. Tutto predisposto per la seconda e ultima fase poi finalmente si comincerà a lottare per i trofei.