Kaukkokaipuu: questo termine finlandese rappresenta quello stato d'animo di quando si ha nostalgia di un momento mai vissuto.
Ad esempio, molti dei miei coetanei avrebbero desiderato di vivere negli anni 80', pur non avendo sfiorato minimamente quel periodo. Ho questo "stato" (se così vogliamo definirlo) per diversi fattori: tra questi non può esserci che il calcio.
La mia adolescenza ha vissuto in un periodo dove negli anni si sono realizzate big match e finali di Coppe dei campioni memorabili, come ad esempio lo scontro tedesco tutto tenutosi a Wembley tra Bayern e Borussia Dortmund nel 2013. Per non parlare di cicli vincenti durati per più di qualche anno; come quello del Barcellona di Guardiola e il primo Real Madrid di Ancelotti che negli anni, seppur con Zidane in panchina successivamente, ha dominato letteralmente il continente vincendo 4 Champions in 5 anni. Questi però sono stati dei momenti che ho vissuto, ma come anticipato, ora parleremo di tempi in cui non ero nemmeno nato ma di cui sento comunque un senso di mancanza.

Il mio Kaukkoaipuu dice fortemente che mi piacerebbe vivere diversi archi temporali. Tra questi, non può che esserci un periodo riguardante la mia Juventus: quella che va dalla seconda metà anni '90 agli inizi del secondo millennio.
La squadra di Lippi mi affascina: sarebbe un sogno per me viverla senza sapere i risultati che verranno. E questo non solo perché con quel percorso si vinse la Coppa dei campioni, ma perché in codesta competizione i bianconeri trasmettevano paura all'avversario: 3 finali di Coppe dei campioni consecutive non sono per nulla poche. Forse ad influire su questo mio desiderio è anche Alessandro Del Piero, che in quel periodo era in stato di grazia. Come ben sappiamo, il suo modo di esprimersi con il pallone cambiò per via del brutto infortunio. Sempre per quanto riguarda la Juventus, sarebbe stato eccitante anche veder gli anni 70/80. A detta di qualcuno, la Juventus che arrivò in finale contro l'Amburgo è la più forte rosa che i bianconeri abbiano avuto. Anche se non lo fosse, in squadra c'era comunque Michel Platini, e vedere un Platini inventare prodezze per la tua squadra del cuore penso abbia il suo perché.

Spostandoci nel Regno Unito e andando ancor di più indietro nel tempo, ci soffermiamo su George Best. Il quinto Beatles, già solo dal soprannome datogli avrei voluto conoscerlo di persona. Qui più che la nostalgia, a vigere è forse la curiosità. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensava la maggior parte degli appassionati di calcio su questo giocatore; colui che in un anno ha vinto la Coppa dei campioni e il pallone d'oro, colui che subentrava in campo in stato di ebbrezza ma riusciva a svoltarti la partita. È riuscito ad essere un'icona nonostante tutto, portando in tutto il mondo diverse mode.
Mi rimase impressa una sua citazione appena la lessi: "Pelè, tu sei il più forte solo perché io non ho tempo". Restando in tema United, credo che i Red Devils di Ferguson abbiano avuto il loro fascino. Un match in particolare che a cui avrei voluto assistere è sicuramente la finale di Champions tra gli inglesi e il Bayern Monaco. Lo United sotto di una rete ribaltò lo svantaggio nei 3' di recupero siglando due reti. Per un tifoso neutro deve essere stato uno spettacolo.

Se vogliamo esagerare, andando sino agli anni '40... dove a dominare il nostro paese era il Grande Torino. Una squadra che secondo molte testimonianze era imbattibile.
Qui c'è da parte mia curiosità di vedere quei ragazzi cosa avrebbero realizzato se avessero vissuto per ancora qualche anno, ma soprattutto cosa sarebbe diverso oggi a livello storico; magari i granata oggi vanterebbero una storia più coperta di successi. Una parte di me però ha proprio nostalgia: non ho certamente vissuto quegli anni, ma è come se mi manca il calcio vecchio, ma genuino. Un calcio dove la tua squadra scendeva in campo non per i milioni di euro, ma per passione, per la maglia e per portare entusiasmo ai tifosi. Il popolo era reduce dalla seconda guerra e il calcio, per molti, è stata una valvola di sfogo; e se a far divertire la gente c'era quella squadra tanto temuta, invidio coloro che hanno avuto modo di vivere tutto ciò. Sicuramente non hanno passato un bel momento le persone comuni, ma lasciatemi dire che pagherei per assistere ad un evento sportivo di quel tempo.

Sicuramente oggi giorno le grandi sfide non mancano. Le grandi squadre ci sono. Ma sto attraversando un periodo in cui tutto mi sembra monotono e di emozioni se ne è privi, un po' nella vita e maggiormente nel calcio. In quest'ultimo mi manca quella bellezza che mi trasmettevano quegli eventi citati all'inizio di questo testo: invece, purtroppo, di quelli raccontati nel pieno dell'articolo non posso che leggere documenti, testimonianze e guardare video su Youtube.
Oggi al calcio manca qualcosa, pensare che la squadra che oggi mi attrae maggiormente esteticamente è il City. Certo, un club guidato da Guardiola, uno dei miei allenatori preferiti, non può che essere ad oggi una delle squadre più forti del presente. Ma proprio perché i cityzens non hanno la storia di Juventus, Real Bayern ed altre, che forse non mi dà più quella sensazione di calcio spettacolo e romantico allo stesso tempo. Forse non rivivrò più quegli attimi, quegli attimi che probabilmente li ho visti con la testa di un adolescente e oggi a 22 anni poco mi emoziona.
No, non credo sia questo. È che prima il calcio era amore, oggi purtroppo gira tutto intorno ai soldi e di conseguenza i club hanno cambiato modo di operare.
Concludo dicendo che forse in un futuro diremo "mi manca il City di Pep, il PSG con Neymar, Messi e Mbappe". Ad oggi però, è alquanto difficile. Il calcio è cambiato e continua a cambiare, magari la mia più che nostalgia, è voglia di respirare quell'aria di sport forse andata via per sempre.