Vorrei porre solo una domanda al Presidente della FIGC Gabriele Gravina: ma cosa ne sa Lei di ciò che piace o non piace al tifoso?

Questa domanda sorge quasi spontanea, vuoi perché troppe volte in questi mesi ha preso parola e si è fatto portatore di un assurdo pensiero che secondo Lei accomuna noi tifosi, e vuoi perché, con estrema arroganza, vuol far passare questo pensiero alla base del distacco di "noi tifosi" verso lo stadio.

Evidentemente non è bastato ai vertici del Giuoco Calcio aver rovinato la Coppa Italia negli ultimi 20 anni, non è bastato iniziare a rovinare anche la Serie A. Oggi la vogliono annientare.

Con la scusa del "avere maggiore competizione" si sta creando ad hoc quel sistema che porterà al trionfo sempre le solite squadre ben attrezzate finanziariamente, che però andando bene a vedere i bilanci hanno rossi che dio solo sa come facciano ancora ad iscriversi ai campionati.

Grazie a questo pensiero, ormai sono anni che non si vede un Vicenza vincere la coppa Italia, e questo perché ovviamente, la formula che si pensava creata per agevolare lo spettacolo, in realtà ha tolto molto più che gente allo stadio, ha tolto la passione.

Gravina vuole riportare le persone allo stadio? Mi pare strano, con partite che si giocano nel bel mezzo della settimana alle 19, oppure la sera alle 21:15. Oppure partite di Coppa Italia alle 16 del pomeriggio. Prezzi dei biglietti da far accapponare la pelle.

Siamo sinceri, qui non servono i play off per riportare il pubblico. Non servono i play off per rendere questo campionato di nuovo competitivo. Qui servono delle regole uguali per tutti, dove chi ha un bilancio da profondo rosso, venga penalizzato alla partenza. E' impensabile competere in un mondo dove ad alcune società è permesso tutto solo perché si chiamano in un modo, mentre altre vengono penalizzate sul campo e sul bilancio perché si chiamano in un altro.

Due anni fa Chievo Verona e Cesena sono state multate e pesantemente sanzionate alla partenza per il famoso scandalo delle plusvalenze fittizie. Ecco a quanto pare, ad oggi, queste sono le uniche società ad aver ricorso a questa formula di doping finanziario per poter svolgere i rispettivi campionato. La cosa è comica quanto imbarazzante se poi andiamo bene a vedere i mercati di alcune società ben più blasonate. Se dovessi pensare ad una società che ricorre sistematicamente a questa politica economica, direi che la Juventus ha fatto delle plusvalenze fittizie un vero e proprio sistema di salvataggio del proprio bilancio. REGOLE UGUALI PER TUTTI.

Pensiamo agli ultimi anni e pensiamo ai valori iscritti a bilancio di alcuni giocatori: Alberto Cerri ceduto al Cagliari per una cifra pari a 9 milioni di euro, prima del suo trasferimento, il giocatore poteva vantare 2 presenze con il Parma, e ben 14 con la Virtus Lanciano. Stefano Sturaro venduto a ben 18 milioni di euro al Genoa. Andrea Favilli, in prestito oneroso di 5 milioni più riscatto di altri 7 milioni.

Potrei continuare ma in realtà non è questo l'argomento chiave.

Ritorniamo al principio. Oggi Gravina si erge a portatore di un pensiero universale, quasi al pari di Andrea Agnelli con la sua formula tutta strampalata di Champions League. Parla di spettacolo, parla di persone allo stadio. Parla di mancanza di interesse. Ma tutto questo in realtà è frutto di una gestione al volte fraudolenta del sistema calcio. Da quanto non si vede una Sampdoria vincere il campionato. Da quanto non si vede il Vicenza dei miracoli. Tutto questo, non è colpa di mancanza di play off, ma di doping finanziario che oggi regge il sistema calcio. Doping che aiuta le grandi e condanna le piccole a mille peripezie per poter lottare per metà classifica. La famiglia Sensi ne sa qualcosa, la famiglia Cragnotti pure. In un qualche modo lo stesso Moratti ha dovuto passare la mano.

La riforma dovrebbe essere un ridimensionamento del sistema calcio, ma ovviamente lo spettacolo è altro. A Gravina, di portare gente allo stadio, gli importa poco. Non lo vedo disperarsi per garantire stadi di proprietà alle società di calcio. Dice che ci sono troppe partite in serie A, che il calendario è troppo fitto. Bene allora riportiamo la Serie A a 18 squadre. Si faccia una bella pulizia di società indebitate fino al collo, e si garantisca una partecipazione eguale per tutti.

I play off andrebbero a comportare alla fine la stessa sorte capitata alla Coppa Italia, si andrebbe a creare una sorta di effetto domino che vedrebbe le solite squadre dominare sempre attraverso gli stessi mezzi. Non è questo lo spettacolo che il tifoso si auspica.

Mi spiace Presidente Gravina, ma per Lei e per tutto il sistema calcio, il voto è 0.

EDM