Cara redazione,
ho preso del tempo per scrivere un nuovo articolo, per ingoiare il rospo e la delusione per un mancato premio che sinceramente, mai come questa volta, sentivo mio. Tre articoli da 8.5 e uno da 8 (che secondo il mio parere sinceramente meritava di più). Risultato? Nessuno. Il mese appena trascorso ha visto una mia crescita evidente sotto il punto di vista produttivo e qualitativo degli articoli scritti. Nessun articolo sotto l’8. Argomenti trattati con precisione, alcuni anzi molti, con vena critica supportata da analisi dei fatti, mentre altri con uno spirito più goliardico. Eppure, da quello che vedo, se non si scrive un pezzo da olio cuore la speranza di essere presi seriamente in considerazione è veramente ardua. Su cosa si basa questo premio, sul sentimento che suscita un pezzo? Allora più che un blog sportivo, diventa un blog sulla narrativa e non sulle capacità giornalistiche. Il senso di questo spazio diventa quello di svolgere dei temi scolastici che possano al tempo stesso soddisfare le capacità narrative unite a quelle dettate dalla fantasia dell’autore. Non voglio dire che i miei articoli sono superiori a quelli dei miei colleghi/amici, però hanno uno stampo diverso. Molto più giornalistico di quelli che ho visto premiare nelle ultime settimane. Che senso ha scrivere articoli da giornale per poi vedere premiati temi narrativi? Che senso ha dare dei voti alti agli articoli che una persona scrive in fase di pubblicazione per poi non dare alcun seguito nel trofeo della critica? Mi sono permesso di andare a visionare le singole realizzazioni in quella settimana delle persone citate e poi della persona premiata, nessun articolo da 8.5, una media di produzione inferiore qualitativamente secondo i vostri voti, ma anche a livello numerico.

Non mi interessa il premio di 20 euro, son sincero, non scrivo per quello. Ma il riconoscimento per il lavoro svolto invece ha un certo peso, un valore intrinseco e morale molto alto. E’ come aver partecipato ad una gara di volteggio truccata. I voti sono tutti alti, ma poi vedi che il premiato non solo ha svolto un esercizio più semplice e dunque preso un voto inferiore, bensì ha anche ottenuto un certo riconoscimento.

Ve le ricordate le Olimpiadi di Atlanta 96? Non so il motivo, ma tra tutte, nonostante la mia giovane età, è quella che ricordo maggiormente. Ero emozionato davanti la tv a vedere le gesta dei diversi atleti. Le corse con le scarpette d’orate di Michael Johnson, o i volteggi di Jury Chechi. Ancora ho i brividi se penso alla medaglia d’oro dell’italiano. Mettete caso che in quella giornata storica per l’atleta italiano, i giudici a prescindere dal suo punteggio avessero premiato qualcun altro. Potrebbe essere in un qualche modo follia. Come possono dei giudici assegnare un premio a qualcuno che ha svolto un lavoro inferiore sia numericamente che qualitativamente? Su per giù, con peso ovviamente inferiore, mi sento così. Ripeto che mi attengo ai fatti.

Spendo tempo per scrivere, non come alcune persone che mettono dei copia incolla di notizie di mercato e sfornano 15 articoli a settimana da 6/7. Investo tempo in qualcosa che mi piace, in argomenti che possono interessare presso a poco tutti. Raramente parlo della mia squadra perché ritengo che il mio possa essere più di un semplice blog. E anche quando tratto della mia squadra, cerco di farlo in modo imparziale, e come in uno dei miei ultimi pezzi, del quale riporto il link E per fortuna avevo i tortellini in brodo l'ho fatto in modo narrativamente simpatico, unendo diversi stili. Questo articolo poi, ha preso anche un voto basso secondo il mio modesto pare, ma in fondo chi sono io per giudicare?

Ora, tralasciando questa critica alla quale sicuramente non verrà dato alcun riscontro anche perché un riscontro non è di mio interesse, passo alla critica, quella vera, della settimana.
Questa settimana la critica è tripla e abbraccerà i tre seguenti argomenti: Juventus – Napoli, storia di un 3-0 a tavolino; De Laurentiis-Gravina, e quell’amicizia di nome play off; Ciro, il Gallo e Moise Kean, tra i tre litiganti, il procuratore gode.

Juventus – Napoli: storia di un 3 -0 a tavolino.
I fatti ormai li conosciamo tutti. Circa due settimane fa, si doveva tenere il big match Juventus Napoli, ma per fatti noti la partita non si è tenuta. La giusta punizione/sanzione, ai danni del Napoli dovrebbe essere il più classico dei 3-0 a tavolino. Normalmente, chi sbaglia paga, e lo abbiamo visto già con la Roma che per un banale errore di inserimento in lista, si è vista comminare la sanzione prevista. Ovviamente ci troviamo davanti ad una questione totalmente differente. Con il Covid-19 non si scherza e i continui DPCM ne sono la prova. Però è stato redatto un protocollo con delle regole da seguire, che tutte le società di calcio hanno accettato. Regole che servono per il regolare proseguo del campionato, per salvaguardare il regolare svolgimento del torneo, e di conseguenza, un sistema che rischierebbe il collasso economico se non fosse portato a termine. Di fatto però, sia Lega che Federcalcio stanno prendendo tempo per una questione che non dovrebbe sussistere. Il Napoli ha intravisto una possibilità, e ne ha immediatamente tratto vantaggio. Un vantaggio, che prima di lei, nessuno ha fatto suo. Il Napoli ha festeggiato per il suo 6-0 contro un Genoa falcidiato dal Covid-19, la società non ha mosso un dito e non ha pensato nemmeno per un secondo di rimandare una partita che avrebbe potuto mettere in pericolo i suoi giocatori. Nel contempo, altre società hanno riscontrato delle positività in squadra, eppure non hanno pensato di interpellare la ASL in quanto, forti del protocollo e degli accordi stipulati, hanno valuto non il bene della propria società, bensì al bene del campionato intero. Si parla di chiamate intercorse tra società, regione e ASL per fare pressioni a riguardo. Pressioni che hanno portato le ASL a comunicare alla squadra di non potersi muovere al di fuori della propria regione. E’ molto strano però questo fatto, e dico subito il motivo. La Salernitana ha avuto le stesse problematiche, due casi di positività al Covid-19, eppure il servizio sanitario campano non ha previsto le stesse forme di tutela per la squadra. La trasferta è andata a buon fine, ed ha visto la squadra campana vincere sul campo di Verona. Tralasciamo la partita, polemizziamo però un attimo sul fatto in sé. Come mai il Napoli, con soli due casi di positività in squadra ha ritenuto fosse necessario avvisare la ASL ed eludere così il protocollo? E’ strano forse che casualmente, oltre all’assenza per covid-19, per quella partita sarebbe mancato anche il loro folletto Insigne? Dare il 3-0 a tavolino e la penalizzazione alla squadra di Aurelio De Laurentiis, sarebbe l’unico modo per evitare un pericoloso precedente, che metterebbe seriamente a rischio il naturale svolgimento del campionato italiano. Ma questo non mi stupisce, e il motivo del mio mancato stupore di fronte al comportamento del Napoli lo spiego nella polemica n. 2 della giornata.

De Laurentiis-Gravina, e quell’amicizia nel nome dei play off
Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi sono una prova. Sia chiaro niente di comprovato, ma sono anni che Aurelio De Laurentiis sogna un nuovo format per la serie A, e non solo. Il vulcanico presidente partenopeo, sogna una vera modifica dell’intero palcoscenico del calcio, anche oltre confine. Una modifica che andrebbe poi ad abbracciare anche le competizioni europee. Il suo sogno? Il modello NBA. Già, proprio così. Aurelio sogna di far diventare la serie A, e le competizioni europee, un enorme circus simile al campionato di basket più spettacolare del mondo, e ovviamente in nome dello showbiz. E’ dal 2016 che De Laurentiis rilascia interviste dove parla di possibili modifiche, e nella sua idea c’è una Serie A per 12 squadre massimo, senza possibilità di avere retrocessioni o promozioni da e per le serie cadette. Già proprio così, Il Presidente del Napoli sta sognando un qualcosa che esula dallo sport e che entra a pieno diritto nel mondo dello spettacolo. Già perché benché l’NBA sia uno sport vero, e i suoi giocatori atleti dalle doti fisiche indiscusse, il resto è puro spettacolo. Inoltre, nella sua idea, ci sarebbe quella di modificare anche l’attuale format Europeo e creare due fasce di Champions League, una di serie A dove parteciperebbero i 5 top campionati europei, e una di serie B dove convoglierebbero le altre nazioni. La vincente delle due categorie si affronterebbero poi in finale. Adesso voi vi chiederete cosa c’entri tutto questo con l’amicizia tra Gravina e De Laurentiis, in realtà un filo conduttore è presente. Anche il Presidente della Federazione si auspica una riforma importante del mondo del pallone, e benché non della portata di quella portata avanti da Aurelio De Laurentiis, è pur sempre uno stravolgere ciò che per noi è, e sempre sarà, il campionato di serie A. Ormai dovreste saperlo, io sono uno che pensa sempre male della gente, è una mia forma di deformazione “professionale”, e talvolta, su alcuni personaggi, a pensar male non si sbaglia mai! Sul finire dello scorso campionato, o meglio, prima di iniziare post covid-19 la parte finale dello scorso campionato, si vagliò la possibilità di portare a termine la stagione grazie all’ausilio dei play off. Molti Presidenti si dissero contrari a tale eventualità, molti ma non tutti. Un solo presidente si era detto da subito favorevole all’utilizzo dei play off, lo stesso presidente che ha ribadito la sua idea anche ad agosto con testuali parole “Sono un visionario, per quanto riguarda il cambio della tipologia del campionato. È un problema che riguarda la Figc, ne sentiremo parlare dopo il 31 agosto, probabilmente le novità non vanno accolte come se fossero un male. Spesso aggiustano le situazioni sbagliate. Il campionato è una forma talmente vecchia, superata, che ben vengano le novità". Guarda caso quel presidente che ben volentieri appoggia la proposta di Gravina è il suo amico più fidato in Federcalcio, ossia proprio Aurelio De Laurentiis. Da qui ci si può ricollegare alla diatriba della mancata volontà del Napoli di partire per Torino. E’ un dato di fatto che qualora ci si trovasse di fronte ad una situazione di calendario saturo di partite a causa di alcuni posticipi causa covid-19, tra le soluzioni più accreditate ci sarebbe solo lo svolgimento dei play off. Forse è per questo che stanno prendendo tanto tempo per decretare ciò che il protocollo ha sancito? E’ un caso che Gravina e De Laurentiis siano a braccetto in questa crociata anti campionato per un qualcosa di totalmente visionario che andrebbe a distruggere ciò che dura da sempre? Per il produttore cinematografico, il format è obsoleto e andrebbe cambiato, ma che senso avrebbe il calcio senza le retrocessioni? Trovo questo gioco di De Laurentiis pericoloso, e usare la scusa del covid-19 è un colpo basso sferrato a tutti i presidenti che stanno cercando di rispettare le regole già sancite.

Ciro, il Gallo e Moise Kean, tra i tre litiganti, il procuratore gode.
L’ultima polemica della giornata riguarda la diatriba punte per la Nazionale Italiana. Che al Mancio non stia a genio Immobile non è di certo una novità. In realtà, il giocatore di Torre Annunziata, paga dazio anche di un certo mal contento Nazionale, il quale lo accusa, o meglio lo rimprovera, di non essere stato decisivo nella partita che poi ha comportato l’esclusione della Nazionale dagli ultimi mondiali. Fu per caso colpa di Immobile se al folletto di Napoli Insigne, Ventura preferì Gabbiadini? E’ colpa di Immobile se Ventura ha preferito schierare Candreva interno di centrocampo piuttosto che sull’esterno? Oppure ancora, è colpa di Immobile se invece di schierare un esterno sinistro di ruolo, ha preferito mettere Darmian sulla sinistra? Non sapevo che Immobile avesse tutte queste responsabilità.

Ma veniamo ad oggi. In questi anni il ragazzo è senza dubbio cresciuto molto, e nonostante il popolo gli rinfacci che è diventato capocannoniere solo grazie ai rigori (non sapevo che saperli tirare fosse un difetto), ha messo a segno ben 126 reti in 184 partite, il suo rivale in Nazionale Belotti invece né ha messi a segno 82. Ora questa non vuole essere di certo una polemica sulla vena realizzativa delle nostre punte, però vorrei capire una cosa, passi preferire il Gallo su Ciro anche se lo trovo veramente assurdo, ma come si fa anche solo a convocare Moise Kean in Nazionale dopo la stagione appena conclusa e nella scala gerarchica piazzarlo davanti ad Immobile? Su cosa verte il merito della convocazione in Nazionale? Trovo folle che ad oggi, alcune convocazioni, vengano fatte dai procuratori. Perché non vedo altro motivo se non che quello sinceramente. Ok, il ragazzo è di prospettiva, ma deve farsi le ossa facendo le scarpe a chi con abnegazione e professionalità merita 10 volte quella maglia? Ricordiamoci che il ragazzo di Torre Annunziata è neo Scarpa d’Oro, mentre Moise Kean nell’ultimo anno, ha fatto parlare di sé più per fatti extra calcistici che per le sue prestazioni. Il Mancio mi sembra quel classico avvocato delle cause perse, e sono sicuro che se non fosse per il fatto che Balotelli è attualmente senza squadra, sicuramente se lo sarebbe portato con sé anche in vista degli europei. Non credo abbia ragione il mio amico Arsenico quando sostiene che siamo di fronte la nazionale più scarsa della storia, ma credo che le convocazioni vadano meritate sul campo e non attraverso i propri procuratori.

Chiudo il pezzo con un’ultima critica non prevista, ma Ceferin ha capito in che momento storico siamo? Era veramente necessaria questa pausa nazionali e far attraversare l’Europa ai giocatori e metterli a così alto rischio contagio?

P.s. è notizia di pochi secondi fa la decisione della sconfitta a tavolino del Napoli e il punto di penalizzazione. Si attendono ricorsi, ma credo che per salvaguardare l'interesse del campionato, questa fosse la decisione più giusta da prendere.
Ci vediamo alla prossima critica della settimana.

E.D.M.