GLI ANNI '90
Twin Peaks, X.Files, Beverly Hills 90210, E.R. Medici in prima linea, e ancora, Le Iene, Trainspotting, Seven, Pulp Fiction, Il grande Lebowski, Matrix, The Truman Show, Titanic, le grandi produzioni Disney. Tutto questo, e molto altro, è stato al centro del mondo televisivo degli anni '90. Innovazione e lungimiranza cinematografica, ma anche un nuovo concetto di serie TV che ha di fatto cambiato la visione del piccolo e grande schermo.

Take That, Spice Girls, Bakstreet Boys, Nirvana, Oasis, la musica aveva cambiato la sua fisionomia. Nascono le prime band per teenagers, costruite a tavolino, con il preciso intento di rapire quella fascia di età orfana di musica propria. Una fascia di età che aveva la necessità di vivere la musica oltre a quei gruppi impegnati musicalmente parlando, oltre gli U2, oltre i Depeche Mode, oltre ai Rolling Stones e agli ormai sciolti Queen. Una nuova concezione di industria del pop musicale. Esplode il genere Eurodance, con artisti come Corona, La Bouche, Gigi D’Agostino, Eiffel 65, Datura e Robert Miles.
La politica, anzi la geo-politica, stava subendo delle vere e proprie trasformazioni. Gli anni '90 furono una svolta preannunciata dalla fine degli anni 80. Avvenimenti così importanti e così sostanziali, che il mondo come lo si conosceva prima, non esisteva più. La caduta del muro di Berlino aveva dato il via ad una rivoluzione culturale senza precedenti. Ma la rivoluzione fu anche politica, economica e sociale. Se si vuole pensare ad alcuni degli eventi che maggiormente hanno avuto una rilevanza sul mondo, e cambiato per sempre la fisionomia geo-politica delle nazioni, possiamo citare: La guerra del Golfo, la riunificazione delle due Germanie, la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la guerra civile in Jugoslavia, l’approvazione del trattato di Maastricht, la scissione della Cecoslovacchia, la fine dell’apartheid, il cessate il fuoco dell’IRA, la guerra nei Balcani, la nascita della Unione Europea – naturale evoluzione di quella Comunità Economica Europea nata decenni prima -, termina il dominio britannico su Hong Kong, scoppia lo scandalo Monica Lewinsky che inguaia il Presidente Clinton, ed entra in vigore l’EURO. In realtà questi sono solo alcuni dei fatti principali a livello mondiale.
Anche per l’Italia gli anni '90 sono stati periodo di grande cambiamento, politico, economico e sociale. Fatti di cronaca e di politica all’ordine del giorno, dalla strage di Capaci, a quella di via d’Amelio, da Mani Pulite alla discesa in campo politico di Silvio Berlusconi, lo scioglimento della vecchia DC e del PSI. Musicalmente l’Italia vide la nascita di gruppi come Articolo 31, 883 e l’esplosione di artisti del calibro di Ligabue.

Insomma, gli anni '90 furono una vera e propria rivoluzione culturale di massa, che abbracciò tutte le sfere della vita.
Lo sport non fu da meno, il decennio fu caratterizzato da grandi drammi sportivi, ma anche da gesta eroiche.
Il dramma sportivo per eccellenza degli anni '90 fu sicuramente la scomparsa di Ayrton Senna durante il GP di Imola nel 1994. Da quel giorno, la Formula1 non fu più la stessa. Già, perché molte norme cambiarono in termini di sicurezza, visto che in quel maledetto week end, perse la vita anche Roland Ratzenberger. In ambito motoristico, il decennio fu caratterizzato dai colori italiani, grazie alla Ferrari di Michael Schumacher e grazie ai fenomeni delle due ruote, Valentino Rossi, Max Biaggi e Loris Capirossi. Il ciclismo, dopo il piccolo exploit di Gianni Bugno, vide la nascita del mito di Marco Pantani, soprannominato il Pirata, e di Marco Cipollini, lo specialista delle tappe crono. Nello sci, il binomio azzurro Alberto Tomba e Deborah Compagnoni, teneva incollati alla tv, milioni di spettatori, benché le montagne, in molti le avevano viste solo in cartolina. Jury Chechi ci fece innamorare durante le Olimpiadi di Atlanta ’96, così come le urla di incitamento di Giampiero Galeazzi, ci accompagnarono durante nei trionfi di Tizzano e Abbagnale.

E il calcio in tutto questo?
Il mondo del pallone non rimase indifferente a tutti i cambiamenti dell’epoca. A livello internazionale, benché il campionato inglese fosse uno dei più antichi, la Premier League così come noi la conosciamo nacque solo nel 1992, dopo lo scioglimento della vecchia First Division a causa di frizioni dovute alla spartizione dei diritti Tv, che avevano assicurato, fino a quell’anno, una maggiore equità nella distribuzione degli introiti televisivi e pubblicitari.

Grandi modifiche avvennero anche nelle competizioni internazionali, sia per club che per nazionali. Tanto la Coppa Campioni, quanto la Coppa del Mondo, videro rivoluzionato il loro format pluridecennale. Furono gli anni di Italia ’90, USA ‘94, e Francia ’98.
La Coppa dei Campioni fu rivoluzionata, fino al 1991 vedeva la partecipazione delle sole squadre vincenti il campionato nazionale, in seguito, iniziò a prevedere dei turni di qualificazione a eliminazione diretta e poi una fase a 2 gironi, dove le rispettive vincenti si sarebbero affrontate nella finale. Ma quella fu solo la prima di una serie di modifiche che vide nel tempo anche cambiare a livello nazionale la modalità di accesso alla competizione più importante, passando prima alcune delle migliori seconde, per poi arrivare ad un accesso più largo, fino alla terza o quarta classificata nel campionato nazionale, in funzione del ranking del proprio paese.
Altre novità furono rappresentate dall’influenza che ebbe sul calcio la sentenza Bosman del 1995, della quale ho già avuto modo di parlare nel mio articolo che potrete consultare al link a seguire: https://vivoperlei.calciomercato.com/articolo/1995-la-sentenza-che-ha-cambiato-il-calcio.
Sempre del 1995 fu la novità relativa al premio del Pallone d’Oro assegnato dalla nota rivista France Football, che vide, per la prima volta, la possibilità di assegnazione del premio anche ai giocatori extracomunitari, primo tra questi, George Weah, punta potente e veloce perno del Milan di Fabio Capello.
Anche la Serie A apportò alcune modifiche, la più importante fu introdotta nella stagione 1994-1995, ossia il passaggio da due a tre punti in caso di vittoria in campionato.
In realtà gli avvenimenti più importanti degli anni '90 per il calcio italiano furono altri, e questi combaciarono con l’ascesa al potere di alcuni grandi imprenditori.
 
C’era una volta
Tutte le storie belle iniziano con il più classico dei c’era una volta, ed essendo questa una favola del calcio italiano, merita questo incipit fiabesco.
I più giovani di certo non lo possono sapere, ma c’erano anni in cui il calcio italiano era ricco. Muoveva miliardi di vecchie lire, e portava ogni estate colpi sensazionali. I più grandi calciatori del pianeta non venivano a svernare in Italia, ma si accingevano al nostro campionato nella loro fase migliore, anche perché quello italiano, era il più completo e difficile.
I plus agé come me hanno avuto la fortuna di assistere ad un vero e proprio boom del calcio italiano, grazie alla passione di alcuni imprenditori che decisero di trasformare la loro passione in business. Silvio Berlusconi, Massimo Moratti, Gianni Agnelli, Franco Sensi, Sergio Cragnotti, Vittorio Cecchi Gori e Callisto Tanzi erano i proprietari delle 7 squadre più forti nel campionato italiano, le famose 7 sorelle, Milan, Inter, Juventus, Roma, Lazio, Fiorentina e Parma, squadre che riuscirono a competere e dominare anche in Europa, rendendosi protagoniste di trionfi e di partite epiche in Champions League, in Coppa Uefa e nella Coppa delle Coppe.
Gli anni in cui Fabio Capello dominava con il Milan, Marcello Lippi portava in trionfo la Juventus, Nevio Scala prima, e Carlo Ancellotti disegnavano calcio con il Parma. Anni in cui sulle panchine erano seduti signori come Sven Goran Erikson, Gigi Simoni. Claudio Ranieri rese grande la Viola. Zdeneck Zeman, e le sue preparazioni atletiche estenuanti, portarono la Roma ad eccellere.
Gli anni ’90 furono come il rinascimento, e il calcio italiano si appropriò di numerosi artisti del pallone, facendo vivere a noi tifosi, uno spettacolo unico. Se alcune società erano abituate alla vittoria, come Milan, Inter e Juventus, altre si apprestavano a scrivere la loro storia. Indelebili le vittorie del Parma in Coppa Uefa. Trionfale fu il triennio della Lazio, che guidata dallo svedese Erikson, conquistò ben 7 trofei in 3 anni.
Benché non facente parte di questo gruppo, mi sento di annoverare come protagonista dei primi anni ’90, anche la Sampdoria di Paolo Mantovani, guidata dal tecnico jugoslavo Vujadin Boskov, autore di frasi rimaste impresse negli annali del calcio “rigore è quando arbitro fischia”, oppure, “Se uomo ama donna più di birra gelata davanti a tv con finale champions, forse vero amore, ma non vero uomo”, oltre che uno dei tecnici di maggiore innovazione calcistica di quei anni insieme ad Arrigo Sacchi. La gloriosa squadra ligure dominò il campionato 90-91 con la coppia di attacco, soprannominata i gemelli del gol, formata da Vialli e Mancini, una sorta di Holly e Tom Becker del calcio italiano, un emergente Marco Branca, ed un formidabile Attilio Lombardo. In realtà, la squadra poteva contare anche sulla solidità difensiva garantita da Gianluca Pagliuca, e dal roccioso ed esperto difensore Pietro Vierchowod. L’anno successivo sfiorò l’impresa di vincere la vecchia Coppa dei Campioni, perdendo solo ai tempi supplementari contro il Barcellona. Purtroppo, l’anno seguente, oltre al cambio di panchina, ci fu anche la scomparsa del Patron blucerchiato. La squadra cambiò molto, e continuò ugualmente a primeggiare grazie ai continui innesti di qualità. Secondo il mio modesto parere, forse, più della Fiorentina, la Sampdoria avrebbe meritato la menzione nelle sette sorelle.

Ed è da qui che comincia la mia storia, che seguirà in altre uscite dedicate alle squadre che resero possibile l’impossibile, e di come dal trionfo, alcune di esse, caddero poi in disgrazia.

A presto
E.D.M.