Il mister Giampaolo sta avendo una grande occasione di carriera: allenare il Milan. Nonostante non sia più la squadra di un decennio fa, resta una squadra con una storia unica.

Ogni tifoso che ama veramente il Milan, avrà da subito adottato Giampaolo, augurandogli di poter restare a lungo. Perché sarebbe molto probabilmente equivalso ad un ritorno e a una permanenza in Champions, che è poi l’obiettivo di breve-medio termine di ogni tifoso rossonero.

L’inizio di campionato del Milan di Giampaolo sarà sembrato a noi tifosi più che disastroso, ma noi dimentichiamo l’inizio di campionato della sua Sampdoria tre anni fa: fu identico, con 4 sconfitte nelle prime 6 partite. Eppure Giampaolo è riuscito a riprendersi, e rimanere sulla panchina della Samp per tre anni, conditi da due decimi e un nono posto. Questo fa ben sperare, sul fatto che Giampaolo riesca a riprendersi. Ma allora qual’è il problema?

Il problema è che mentre per la Samp due decimi posti e un nono posto possano essere considerati tre ottimi risultati, al Milan sarebbero tre stagioni disastrose. Anzi, Giampaolo non andrebbe oltre una stagione al massimo.
Il problema, scavando più a fondo, è che Giampaolo, passando dalla Samp al Milan, per avere successo, era chiamato a un altra grande trasformazione, forse la più complessa: da maestro di calcio a grande allenatore.

Essere un maestro di calcio, non è semplice, serve molta intelligenza tattica, una filosofia e un’esperienza solide, e la capacità di trasmetterle con il tempo ai giocatori, riuscendo a consolidare un modo di giocare che sia riproducibile nel corso della stagione, creando squadre dalla forte identità.

Essere un grande allenatore, significa invece saper creare una psicologia vincente nella squadra, sapendo gestire le difficoltà, tirando fuori il meglio da ogni giocatore a disposizione, raggiungendo una continuità di risultati necessaria a raggiungere traguardi importanti in campionato, e nelle competizioni. Significa saper gestire i campioni, assecondando le loro caratteristiche, e sfruttandole per il successo collettivo. Serve carattere, idee chiare ma anche tanto pragmatismo. Un grande allenatore è necessariamente un manager, ma non necessariamente un maestro di calcio.

Non so se il mister Giampaolo possa mai diventare un grande allenatore, ma al Milan ha una occasione unica per dimostrare che questo sia possibile. E la prima dimostrazione, è quella di riuscire a vincere a Genova domani, e di farlo in qualsiasi modo serva. Perché il grande allenatore, a differenza del maestro di calcio, deve prima vincere, e poi cercare il bel gioco.

Giampaolo dovrà poi riuscire in un’altra sfida importante. Ha a disposizione due giocatori dal talento cristallino e dalla fantasia istintiva come Paquetà e Leao. Il grande allenatore riesce ad esaltare queste doti, senza cadere nell’errore di distruggerli, tentato dal desiderio di trasformarli. Sono due giocatori che hanno una grande varietà di giocate, sono veloci e agiscono in modo verticale.
Sono la grande occasione della sua carriera. Ma richiede un cambiamento di prospettive. Non un gioco diverso dal gioco di Giampaolo, ma un percorso diverso per arrivarci, con la capacità di inserire dei campioni e la loro fantasia nel telaio. Lavoro molto più complesso dell’inserimento di ottimi giocatori da squadra di mezza classifica.