Manca soltanto 1 giorno alla fine del calciomercato estivo, e sotto gli occhi increduli dei tifosi rossoneri, una brutta storia sembra vicina a ripetersi. Dopo le nefaste esperienze con Donnarumma e Calhanoglu nel recente passato, Franck Kessie, a un anno dalla scadenza del contratto, ha iniziato il calciomercato estivo senza aver firmato il rinnovo, e si sta anche affacciando alla fine del calciomercato stesso senza essere ceduto, e senza aver ancora rinnovato. La fumata bianca sembra ancora più lontana di prima.
A rendere più nervosi questi giorni per il tifoso rossonero, c'è un atteggiamento quasi impassibile da parte della dirigenza rossonera, che sembra ormai vedere il rinnovo di Kessie disconnesso dal calciomercato estivo, e si concentra invece sull'acquisto dell'ultima pedina per la trequarti, con Faivre in prima fila, e Adli, Corona e Messias defilati. Come se il rinnovo di Kessie sia un discorso completamente disconnesso dall'acquisto di un giocatore per la trequarti. E come se il rischio di perderlo a zero sia un'eventualità poi non così terribile.

Il progetto economico di questa dirigenza, studiato nei suoi principi di bilancio e nei meccanismi ad esso legati, può risultare davvero incomprensibile per la maggior parte dei tifosi. Il più subdolo e incomprensibile dei meccanismi, è proprio quello che renderebbe più conveniente per la dirigenza lasciare andare un giocatore come Kessie a parametro zero, piuttosto che rinnovargli il contratto alle condizioni dettate dal suo entourage. Ma perché non è stato invece possibile percorrere la terza via, quella della cessione, anche ad una cifra ridotta rispetto a quella del suo effettivo valore? O magari inserendolo in uno scambio con qualche top club, che potesse almeno portare in cambio al Milan un rinforzo di spessore internazionale sulla trequarti?
Ziyech, Bernardo Silva, Dele Alli, van de Beek sono ad esempio alcuni dei giocatori per la trequarti di livello internazionale, per i quali il Milan, secondo i rumours, avrebbe anche mostrato interesse negli ultimi mesi, e che avrebbero offerto dei margini interessanti per una trattativa di scambio con Kessie. Giocando sul valore residuo a bilancio di 8 milioni dell'ivoriano, e il valore molto più alto del giocatore (55 milioni secondo il portale Transfermarkt), c'erano una miriade di opzioni fantasiose per gli scambi. Tanto per citare un esempio, si poteva cedere Kessie al Chelsea per 11 milioni, in cambio di un prestito biennale di Ziyech con obbligo di riscatto fissato sui 16 milioni (prestito biennale per evitare minusvalenze al club londinese). In questo modo si sarebbe ad esempio rispettata una valutazione iniziale di 30 milioni di Kessie (causa scandenza di contratto tra un anno) e i 35 milioni di Ziyech. O uno scambio alla pari con Dele Alli fissato a 8 milioni. Sfruttando il decreto crescita (non applicabile al rinnovo di Kessie) per offrire un ingaggio più competitivo, si poteva sostituire un giocatore ormai sempre più fuori dal progetto economico della società, con uno che rientrava nei parametri (grazie all'ammortamento minimo del cartellino).

Gli esempi citati sopra, per arrivare a giocatori come Ziyech e Dele Alli, sono degli esempi lampanti di come, anche cedendo il giocatore ad una valutazione ridotta sui 30 milioni, si potevano imbastire degli affari interessanti per il progetto tecnico della società. Quale può essere invece la convenienza di una perdita di Kessie a parametro zero? Forse il raggiungimento di un obiettivo importante per il bilancio ma effimero per i risultati sportivi? Per capire meglio questo concetto, e come esso influenzi il progetto economico della dirigenza, consideriamo il peso annuale a bilancio dei giocatori, che equivale alla somma dell'ammortamento annuale e dell'ingaggio lordo. Studiando i bilanci del Milan delle ultime due stagioni e di quella in corso, si nota un particolare notevole, che denota un lavoro assiduo dell'attuale dirigenza nel raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Da gennaio 2020 ad ora, il numero di giocatori con peso a bilancio annuale superiore a 10 milioni di euro è sceso da 7 a 2. E questo grazie agli addii a parametro zero di Donnarumma, Calhanoglu e Biglia, e alla cessioni di Piatek e Paquetà. Gli ultimi due giocatori rimasti in rosa il primo luglio 2021, con peso a bilancio annuale superiore a 10 milioni, erano Kessie (circa 12 milioni) e Caldara (circa 11 milioni e mezzo). Interessante notare come tutti e sette i giocatori citati, siano residui delle gestioni di Mirabelli e Leonardo. Caldara è poi andato al Venezia in prestito con diritto di riscatto, lasciando soltanto un giocatore a violare quella soglia: il Presidente.
Mentre per Calhanoglu, Biglia, Piatek, Paquetà e Caldara la società era convinta della strategia, per Donnarumma è emersa la prima possibile eccezione alla regola: per un top player si può sfondare il tetto di 10 milioni, magari senza sfondare quello dei 15 milioni. Per questo forse il Milan si era spinto ad offrire fino a 8 milioni complessivi all'ex-portiere, che, data l'assenza di ammortamento (veniva dalle giovanili), sarebbe corrisposto a un lordo di circa 14,8 milioni, in linea con la supposta soglia per i top player.

Adesso è rimasto soltanto il "problema" Kessie da risolvere. Per abbassare l'impatto a bilancio annuale del giocatore sotto la soglia dei 10 milioni, sarebbe servito un quadriennale con un ingaggio netto non superiore ai 4,3 milioni a stagione. Una cifra sicuramente importante, ma che si è scontrata immediatamente con le richieste esose del suo entourage. A quel punto era chiaro che trattenere Kessie significava inevitabilmente dover superare per lui quella soglia, eccezione accettabile soltanto per i top player. E la dirigenza accetterebbe anche questo per il presidente, cercando magari una formula con impatto annuale a bilancio a salire, partendo se possibile da 11 milioni, un valore a metà tra l'attuale 12 milioni di impatto annuale a bilancio dell'ivoriano, e i 10 milioni della soglia. Con un contratto quinquennale, significherebbe per il primo anno un ingaggio netto di 5 milioni. Ancora pochi per l'entourage del giocatore. Le contrattazioni continueranno, e non si sa per quanto. Se il giocatore andrà via in scadenza, la società penserà di aver risolto comunque un problema, e non avrà più nessun calciatore sopra la soglia dei 10 milioni. In realtà avrà perso una grossa opportunità in questo calciomercato, e il grosso problema è che non se ne sarà accorta. Convinta che il talento di Moncada e team, con l'acquisto di un Faivre, possa sempre compensare la perdita di valore della rosa con l'addio di giocatori a zero. Senza pensare che perdere a zero un giocatore del valore stimato di 55 milioni, e del valore a bilancio di 8 milioni, significa perdere una plusvalenza equivalente annua di quasi 10 milioni, se proiettata su 5 anni. La matematica ti dice che è impossibile in 5 anni recuperare il danno economico, rimanendo nei paletti del progetto economico, e senza fare grosse plusvalenze da altre cessioni. In più, senza aver ceduto Kessie, ci ritroveremo in rosa una scommessa Faivre, al posto di uno Ziyech o un Dele Alli. Che avremmo pagato quasi alla stessa cifra richiesta dal Brest per Faivre, grazie a un minimo di introito derivato dalla cessione di Kessie.

Dato che ormai questa opportunità è persa (oltre che mai considerata), almeno i dirigenti cerchino di trovare una linea coerente tra progetto economico e progetto tecnico. Finché Kessie sarà fuori dal progetto economico, resti anche fuori dal progetto tecnico. Si lasci spazio e fiducia a Tonali, che del progetto economico ne fa parte integrante. Così quando Kessie andrà via a parametro zero, almeno avremo un giocatore in rosa già pronto a sostituirlo, togliendo così un nuovo problema futuro: quello della sostituzione adeguata dell'ivoriano.
Oppure accettino le condizioni dell'ivoriano, rischiando però di creare un precedente pericoloso, che complicherà tutti i rinnovi che attendono la dirigenza nei prossimi anni, rischiando anche di portare alla deriva il bilancio e il progetto tecnico. È una scelta che noi tifosi, interessati soltanto ai risultati sportivi, non possiamo fare e comprendere, è la dirigenza che deve assumersi la responsabilità e fare la scelta giusta.
Ma che almeno non si ripeta una stagione di incongruenze tra progetto economico e progetto tecnico, vissuta con Donnarumma e Calhanoglu.