Gianluigi Donnarumma, con soli 22 anni e 3 mesi, è il giocatore più giovane della storia del Milan a raggiungere le 251 presenze in partite ufficiali con la maglia rossonera. Il suo attuale direttore sportivo, Paolo Maldini, vi era arrivato soltanto a 23 anni e 8 mesi. Basterebbe questo per rendere l'idea delle dimensioni di quello che Donnarumma stava realizzando nella storia del Milan.
Ma lui e Raiola hanno deciso da tempo che le favole non sono importanti. Raiola, per quello che si legge, sembra aver pianificato una plusvalenza di 20 milioni con Donnarumma, e non vede l'ora di batter cassa. Il portiere, pur se mai ammesso pubblicamente, sembra avere una fame urgente di trofei e soldi, che il Milan non può ancora garantirgli. Così, tutto a un tratto, quando sembrava che la vicenda, con la vittoria contro l'Atalanta, potesse volgere verso un lieto fine, l'annuncio da parte di Maldini dell'ingaggio di Mike Maignan come nuovo portiere del Milan, ha fermato la storia. O meglio, quello che poteva essere una favola, non una semplice storia. Soprattutto dopo questa grande stagione del Milan, con il ritorno in Champions League dopo 8 anni di assenza, il secondo posto in classifica che mancava da 9 anni, il superamento della Juventus in classifica dopo 10 anni, e la prima vittoria allo Juventus Stadium della storia rossonera.

Sono tanti i giocatori nel calcio ad andare in scadenza, anche giovani che lasciano la squadra dove sono cresciuti, senza garantire il beneficio della plusvalenza. Ma il caso Donnarumma resta eclatante. Per il fatto di professarsi tifoso milanista, per aver baciato la maglia, per aver indossato la fascia di capitano, vista l'assenza sempre più definitiva di Romagnoli. Donnarumma non è un giovane qualsiasi che va in scadenza. Donnarumma è in prospettiva il portiere più forte del mondo, che, in una fase così critica della storia del Milan, in cerca di risorse finanziarie per il bilancio, va a creare una mancata plusvalenza di dimensioni enormi. Finanziariamente parlando, la partenza a zero di Donnarumma annulla gli introiti derivanti dalla champions. Equivale ad estromettere il Milan dalle prime quattro. E i 15 milioni spesi per Maignan sono la prima conseguenza di questa azione.

Oltre a questa ferita finanziaria, resta anche impresso il danno d'immagine al giocatore Donnarumma. Senza che nessuno lo proclamasse a gran voce, Atalanta-Milan era l'ultima partita di Donnarumma con il Milan. Nessuna parola d'addio, nessun ringraziamento ai tifosi, alla squadra e alla società. Giocare l'ultima di 251 presenze in maglia rossonera, senza che nessuno se ne accorgesse. Quando Ramsey andò in scadenza con l'Arsenal, e dovette saltare le ultime partite a causa dell'infortunio, mandò una messaggio pieno di tristezza ai tifosi, dispiaciuto per aver giocato l'ultima partita forzatamente a causa di un infortunio, e di non poter onorare la maglia fino alla scadenza. Un professionista è libero di scegliere il suo percorso di carriera, ma un professionista deve anche saper rispettare chi alimenta finanziariamente questo sport, ovvero i tifosi.

La vita è fatta di treni che passano una sola volta, ma purtroppo a volte anche di treni che vanno a schiantarsi. Lo dissi 4 anni fa, prima che Donnarumma decise saggiamente di firmare il contratto da 6 milioni a stagione, offerto da Mirabelli e Fassone. In base a quello che si legge in internet, Maldini offriva a Donnarumma un rinnovo da 8 milioni a stagione, una cifra enorme per un ragazzo di 22 anni. C'erano quindi due treni parcheggiati per il portierone rossonero: uno che portava alla scadenza del contratto, e uno che lo legava in modo più significativo alla storia rossonera. I silenzi e i messaggi criptici, non aiutavano a capire quello che stava succedendo. Sembrava soltanto chiaro che più il tempo passasse, e più Donnarumma si avvicinava al treno che portava alla scadenza del contratto. Con il suo procuratore a rendere l'idea degli 8 milioni offerti dal Milan come una proposta fallimentare, con un progetto poco credibile. Per un campione che non può guadagnare meno di 10-12 milioni. Cifra, a detta dei giornali, già confermata nell'ambito di una fantomatica offerta già recapitata a Raiola. Tanto da far sembrare gli 8 milioni offerti da Maldini come il treno suicida. Ma siamo sicuri di questa impressione? I fatti recenti sembrano aprire uno spiraglio che potrebbe ribaltare tutto.

Un giorno dopo la fine del campionato, arriva l'annuncio delle visite mediche in programma per Mike Maignan. Sembra che sia successo qualcosa di importante, nel silenzio di quelle 24 ore. Non sappiamo se sia invece qualcosa di programmato da tempo, o la conseguenza del fallimento di un ultimo tentativo fatto da Maldini. Non sappiamo se la mossa di Maldini abbia spiazzato Donnarumma e il suo entourage, che invece si aspettavano di iniziare un altro tira e molla, convinti di poter ottenere alla fine dal Milan tutto quello che volevano, grazie alla qualificazione in champions, e la dirigenza con le spalle al muro. Maldini ha invece (finalmente) offerto una grande prova di forza e coraggio, andando a tagliare una corda che attendeva da 2 anni questa fermezza. Non possiamo dire che Maldini abbia rimediato completamente all'errore commesso nel ritrovarsi in questa situazione, ma che almeno si è assunto le sue responsabilità, mettendoci la faccia e mostrando risolutezza. Con un attacco quasi suicida a Raiola, che ormai diventava inevitabile.

Non sappiamo ancora con certezza se questo attacco abbia fatto soltanto il solletico a Raiola, o lo abbia messo in grave difficoltà. Certamente ha messo nudo la situazione, perché Donnarumma al momento non ha ancora una nuova squadra. Pensavamo, dato quello che si leggeva su Raiola, che ci fosse già una proposta di contratto di 10-12 milioni sulla scrivania del procuratore. Ma a questo punto cresce forte il sospetto che fosse tutto un bluff. Raiola, al momento, potrebbe non averepiù nulla in mano, nemmeno l'offerta del Milan. E soltanto 10 giorni di tempo per trovare una sistemazione al suo assistito prima che inizi l'europeo. Sembra una situazione assurda, impensabile 10 giorni fa. Potenzialmente disastrosa.
È certamente impossibile che un talento come Donnarumma resti senza squadra. Ma trovare semplicemente una squadra non era di certo l'alternativa, paventata da Raiola per il suo assistito, all'offerta del Milan. Uno stipendio superiore agli 8 milioni, l'accesso continuo alla champions league, e la possibilità concreta di vincere trofei: erano queste le vere alternative garantite da Raiola. L'assenza di uno solo di questi elementi, nella nuova avventura di Donnarumma, sarebbe da considerarsi un fallimento. L'assenza di più elementi, sarebbe una figuraccia e un grave danno d'immagine.
Osservando lo scenario attuale nel mercato dei portieri, si capisce chiaramente quanto il lavoro di Raiola sia complesso:

  • Nessun interesse da parte del Real Madrid, che ha già Courtois e Lunin
  • L'unico top team che ha realmente bisogno di Donnarumma, il Manchester United, ha un rapporto pessimo con Raiola
  • Il Chelsea è scottato da Kepa
  • Raiola ha pessimi rapporti in generale con i club inglesi, a parte Fulham ed Everton (interessato in passato tra l'altro a Szczesny della Juventus, particolare fondamentale)
  • Il Barcellona ha Ter Stegen e altri due portieri
  • Il PSG ha recentemente rinnovato Keylor Navas
  • La Juventus ha Szczesny, nonostante Donnarumma sia un sogno di vecchia data, e sembra che ci siano contatti frequenti con Raiola

Da un'analisi rapida di questi punti, si può intuire che Juventus ed Everton siano gli unici club che possono giocare un ruolo chiave ed effettivo nell'immediato per il futuro di Donnarumma.
La Juventus sarebbe sulla carta il club più vicino a Donnarumma, perché vorrebbe cedere Szczesny per fargli spazio. Ma alla Juventus c'è una mini-rivoluzione/restaurazione in corso, con l'addio di Paratici e il ritorno di Allegri. Qualsiasi discorso precedente potrebbe non avere nessuna valenza. In più la Juventus rischia di finire nei due estremi:

  • Ingaggiare subito Donnarumma, rischiando di non riuscire a vendere Szczesny?
  • O cercare di cedere prima Szczesny e poi rischiare di rimanere senza portiere, se l'inaffidabile Raiola dovesse improvvisamente voltare le spalle?

Se la dirigenza bianconera segue la prima opzione, sarebbe impossibile garantire la lauta commissione a Raiola, e il lauto stipendio a Donnarumma. Inoltre sembra che Allegri abbia (intelligentemente, purtroppo per le squadre avversarie) altre priorità in mente rispetto al cambio di portiere, quali ad esempio il rafforzamento del centrocampo, vero punto debole della Juventus di Pirlo.
L'Everton potrebbe invece a sorpresa giocare il ruolo più importante nell'immediato, per quanto riguarda il futuro di Donnarumma.
Da un lato, l'interesse per Szczesny da parte della squadra inglese, sarebbe la chiave per la Juventus per arrivare a Donnarumma. Ma l'Everton stesso, in passato, ha nutrito interesse per l'ex portiere milanista, interesse spento dalla presunta folta concorrenza. A questo punto, come osserva il portale inglese HITC, il mercato per un talento come Donnarumma è sorprendentemente limitato. L'unica eventuale rivale dell'Everton per una corsa a Donnarumma, sarebbe proprio la Juventus.
E se la dirigenza dell'Everton ha un minimo di intelligenza e intraprendenza si renderà subito conto di avere il coltello dalla parte del manico: abbandonando la pista Szczesny, cancellerà in un solo colpo l'unica concorrente attuale nella corsa a Donnarumma. E potranno così offrire un contratto a Donnarumma, alle condizioni che dicono loro, puntando sul desiderio del giocatore di trovare una sistemazione prima dell'europeo, e magari anche sul fascino dell'idolo Ancelotti.
La palla passerebbe allora a Raiola e Donnarumma: continuare a giocare con il fuoco, rischiando anche di perdere questa opportunità, dopo quella del rinnovo con il Milan? O accettare e finirla qui?

L'enorme figuraccia si staglia così all'orizzonte per il portiere e il suo procuratore: per non rimanere senza squadra, o con uno stipendio ridotto, prima dell'europeo, il portiere rischierebbe così di finire all'Everton, fuori dalla Champions League appena conquistata con il Milan, fuori persino dall'Europa League, con la speranza di conservare i 6 milioni l'anno di ingaggio. E senza commissioni per il procuratore.
Quando si tira troppo, la corda si spezza. E quando vieni consigliato male, si prendono i treni che vanno a schiantarsi.