Nelle ultime tre stagioni è sempre arrivato un momento importante per Ibra e per il Milan: quello di decidere se prolungare il rapporto lavorativo per un’altra stagione. Ma contemporaneamente si è presentato anche un altro problema da risolvere, e che a mio parere lo si sta gestendo in modo non ottimale: con quali tempistiche schierare Ibra in campo, per ottenere il massimo dal suo contributo.
Già lo scorso anno, molti hanno visto con scetticismo il rinnovo di Ibra. È stato visto come una scelta di convenienza da parte della dirigenza, nel tentativo di rinviare un problema, quello dell’acquisto del centravanti del futuro.

Osserviamo adesso una serie di statistiche di base sul Milan e su Ibra, relative, per semplicità, unicamente alla serie A.
Se guardiamo soltanto ai dati nella tabella 1, non si può che ammettere che Ibra, quando è in campo, rende ancora tanto: 33 goal in 52 partite, un goal ogni 113 minuti, numeri da grande bomber. Il problema, semmai, sono le sole 52 partite, nell'arco di due stagioni abbondanti. 
Tabella 1. Statistica sui goal di Ibra in serie A nella sua seconda esperienza al Milan
Stagione - Goal - Presenze - Minuti giocati - Minuti per goal
2019-2020   
10        18            1353                      135,3
2020-2021   15        19            1473                        98,2
2021-2022     8        15              907                      113,4
Totale          33        52            3733                      113,1

Basta infatti dare uno sguardo alla tabella 2, per capire meglio il problema. Nella sua seconda esperienza al Milan, Ibra ha giocato circa il 50% dei minuti totali disponibili, che calcolati relativamente alle ultime due stagioni, si attestano sul 43%. Infortuni e difficoltà a reggere i 90 minuti, sono la spiegazione evidente di questo dato allarmante.
Tabella 2. Statistica sulla presenza di Ibra in serie A nella sua seconda esperienza al Milan
Stagione - Minuti giocati - Partite disponibili - % minuti giocati - 
2019-2020        
1353                           21                           71,6%
2020-2021        1473                           38                           43,1%
2021-2022          907                           23                           43,8%
Totale               3733                           82                           50,6%

Il problema diventa più chiaro, se si paragona la statistica sui minuti giocati da Ibra, con quella di Vlahovic, da molti identificato come il suo erede, e ormai diventato purtroppo un giocatore della Juventus. Si vede nella tabella 3 che i minuti giocati da Vlahovic nelle ultime due stagioni sono il doppio di quelli giocati da Ibra. 
Tabella 3. Statistica sulla presenza di Vlahovic in serie A da centravanti titolare della Fiorentina
Stagione - Minuti giocati - Partite disponibili - % minuti giocati
2020-2021        
2908.                      38                           85,0%
2021-2022        1861                       22                           94,0%
Totale               4769                       60                           88,3%

È chiaro ormai il fatto che Ibra possa giocare soltanto mezzo campionato a stagione. Ed è proprio per questo che la dirigenza aveva pensato quest’estate di acquistare Giroud, quasi volesse “sommare” due giocatori da mezzo campionato, per ottenere un giocatore equivalente da un campionato intero. Ma le cose non sono andate proprio così. Come si vede nella tabella 4, Giroud ha giocato soltanto il 37,9% dei minuti disponibili, che, sommati a quelli di Ibra farebbero 81,7%, molto inferiori ai 94% di Vlahovic. Senza considerare che una parte di quei minuti sono stati giocati anche da Ibra e Giroud insieme. Inoltre, i goal messi a segno da Ibra e Giroud, ammontano a 13, inferiori ai 17 goal sin qui segnati da Vlahovic. 
Tabella 4. Statistica sulla presenza di Giroud in serie A
Stagione - Minuti giocati - Partite disponibili - % minuti giocati - 
2021-2022          
784                        23                            37,9%

L’impatto a bilancio annuale di Ibra e Giroud, messi insieme, si attesta sui 15 milioni, certamente inferiore alla metà dei 31 milioni all’anno che la Juventus dovrà calcolare per Vlahovic. Ma per la prossima stagione, vale davvero la pena investire 15 milioni di bilancio all’anno su due giocatori che giocano insieme meno minuti di un singolo giocatore? È una domanda importante alla quale la dirigenza dovrà rispondere presto.
Questo tuttavia è un problema che appartiene alla programmazione della prossima stagione. Ci sono ancora 15 partite da giocare in quella attuale, e il problema di come gestire i minuti di Ibrahimovic non è ancora risolto. Anzi, le statistiche di base e il buon senso sembrano affermare che finora la gestione sia stata sbagliata.
La statistica presentata nella tabella 5 è poco considerata, ma molto emblematica. I goal su azione di Ibra nei secondi tempi sono avvenuti a una frequenza 5-6 volte superiore ai goal segnati nei primi tempi. Può essere una semplice deviazione statistica? In realtà questo avrebbe anche una spiegazione logica, ancora più evidente per chi ha osservato attentamente le partite del Milan.
Tabella 5. Statistica sui goal di Ibra nei primi e nei secondi tempi
Stagione 2021-2022 - Goal su azione - Minuti giocati - Minuti per goal
Primi tempi                           
1                      478                     478,0
Secondi tempi                       5                      429                       85,8

Quando Ibra parte titolare, inizia con il freno a mano tirato, molto probabilmente per due motivi:

  • per resistere in campo fino alla fine della partita
  • per sfruttare al meglio la sua classe nel secondo tempo, quando gli avversari sono più stanchi e meno concentrati

Nei primi tempi Ibra finisce infatti più spesso in fuorigioco, subisce più facilmente i recuperi degli avversari, e si crea mediamente meno occasioni. Certo, è anche probabile che se così non facesse, finirebbe sempre la partita da infortunato o resterebbe negli spogliatoi alla fine del primo tempo.
È importante notare che la statistica dei restanti giocatori del Milan, per quanto riguarda i goal su azione (esclusi rigori, punizioni dirette, e assist su punizione o calcio d’angolo) nei primi e nei secondi tempi è molto diversa da quella di Ibra. I goal su azione nei primi tempi sono stati in totale 17, mentre quelli nei secondi tempi soltanto 12. Questo senza considerare statistiche più approfondite che lascio agli esperti, quali le occasioni create con e senza Ibra in campo, nei primi e nei secondi tempi. Per le statistiche di base non si nota affatto una correlazione tra le frequenze di marcatura di Ibra e il resto della squadra nei primi e nei secondi tempi, che spiegherebbe la tendenza di Ibra a essere più prolifico nei secondi tempi. 
Fin qui sembrerebbe quasi ovvio e naturale pensare di riservare tutti i minuti di Ibra per i secondi tempi, non lanciandolo mai titolare, e mandandolo sempre in campo dopo l’intervallo o verso il sessantesimo. So che Ibra non accetterebbe mai questa strategia, ma sicuramente ne trarrebbe beneficio, riuscendo a essere molto più incisivo. Ma quale sarebbe l’impatto sui risultati del Milan? Sarebbe penalizzante per il resto della squadra non poter usufruire della presenza in campo di Ibra dal primo minuto, e dovendo iniziare la partita con Rebic o Giroud centravanti? La tabella 6 mostra un quadro ancora più inquietante. Il Milan ha fatto 11 partite con Ibra centravanti titolare, conquistando appena 15 punti, una media di 1,36 punti a partita, media da decimo posto in classifica. Nelle restanti 11 partite, giocate con Giroud o Rebic titolari (escludendo l’unica giocata da Pellegri titolare), i punti sono stati ben 31, più del doppio! Dinanzi a questi numeri così netti, è difficile parlare di fluttuazione statistica, o di effetto degli infortunati, o di statistiche che lasciano il tempo che trovano. Sembra invece di essere di fronte a un problema vero e proprio, il “problema dei primi tempi di Ibra”. Un problema che penalizza il Milan, e chi ha guardato tutte le partite del Milan, non può negare. Si ha a volte la sensazione di essere in inferiorità numerica, il gioco sembra mediamente meno incisivo e più impreciso, e il pressing ridotto. 
Tabella 6. Statistica sulle partite per centravanti titolare
Centravanti titolare - Partite - Vinte - Pareggi - Sconfitte - Media punti a partita
Ibra                                 
11           4            3               4                       1,36
Giroud                             7            7            0               0                       3,00
Rebic                                4            3            1               0                       2,50

Dopo questa analisi sembrerebbe di colpo tutto chiaro: il Milan dovrebbe dare il ben servito a Ibra, perché nuocerebbe addirittura ai risultati del Milan. Questo è l’estremo opposto della gestione messa in atto finora da parte di Pioli, e molto probabilmente l’ottimo si trova a metà. Ibra da subentrato nel secondo tempo, oltre ad aver segnato contro la Lazio, ha contribuito anche al sorpasso ai danni del Verona, a dare la carica nella vittoria contro l’Atletico, e a rafforzare il vantaggio contro la Roma con l’assist per Leao. Ibra, subentrando a partita in corso, porta una grande carica di carisma, centimetri per le palle lunghe, pressione psicologica per i difensori avversari (vedi autogol del Verona), goal e assist con la sua classe, che può esprimersi meglio quando i ritmi calano, le squadre si allungano e la concentrazione diminuisce.

Ibra, Pioli e la società devono pertanto farsi un’esame di coscienza, e rendersi conto che non si può più guardare a Ibra come il centravanti del primo minuto, perché ne vengono penalizzati tutti, Ibra incluso, ma piuttosto come un’arma importante da usare a partita in corso, per fare ancora molto male. A queste condizioni si potrà forse continuare insieme anche l’anno prossimo, con un Ibra più concreto ed efficace, e allo stesso tempo ricercare il nuovo centravanti titolare, che non dovrà tirarsi indietro, per il timore di finire ad essere soltanto la riserva di Ibra.