Il Milan si prepara - come le restanti 19 squadre della A - al rush finale di uno dei calciomercati più belli e sorprendenti di sempre (o almeno di quelli che io ricordi). Le falle presenti nella rosa del Diavolo sono numerose e pericolose, squarciatesi ancor di più dopo le recenti cessioni (e quelle imminenti): Luca Antonelli si è accasato ad Empoli, accomiatandosi dai propri tifosi con un struggente post su InstagramRiccardo Montolivo è prossimo alla risoluzione consensuale con annessa lauta buonuscita, in quanto l'ex capitano ha sì alcune proposte, ma economicamente lontane rispetto a quanto guadagni in rossonero; C. Zapata, Bertolacci (direzione-Genoa) Carlos Bacca, quest'ultimo prossimo al rientro nell'amata Liga spagnola (interessante, a tal proposito, i rumors su d'un eventuale scambio Bacca-Samu Castillejo con il Villareal); infiine gli addii di André Silva Kalinic, che simboleggiano il fallimento su tutta la linea del defunto progetto cinese e della guida tecnica formata dal duo Fassone-Mirabelli. 

No, caro tifoso rossonero, non me ne sono dimenticato: anche Manuel Locatelli lascerà "Casa Milan" per trasferirsi al Sassuolo, non senza qualche rimpianto per ciò che poteva essere ed invece non è stato. Tutti noi - anche chi non abbia l'abbonamento nella "Fossa dei Leoni" - abbiamo stampato nella memoria il periodo d'oro del classe '98 con la divisa del Diavolo, quello in cui salì alla ribalta con giocate sopraffine da vero metronomo del centrocampo, e con reti da far sbrilluccicare gli occhi come quella contro il Sassuolo (primo gol in assoluto in A) e, soprattutto, la magia da fuori area nel match di "San Siro" contro la Juventus. Un gol che fece innamorare di lui nientepopodimeno che un fine intenditore come Massimiliano Allegri, che avrebbe fatto carte false pur di poterlo allenare. Quel periodo d'oro, comunque, non esiste più; o meglio, non è mai più esistito al Milan, dato che, dopo quei roboanti 4 mesi da titolare, il nativo di Lecco non si è più riproposto a grandi livelli, finendo anzi ai margini della rosa guidata dai vari Montella e Gattuso. 

Nonostante ciò, la cessione di Locatelli non può non far affiorare nelle menti dei milanisti gli agghiaccianti ed inquietanti fantasmi del recente passato. Un recente passato in cui la gestione di alcuni giovani e talentuosi prospetti non è stata degna del blasone del club delle sette Champions Leaguechissà cosa avrebbero potuto combinare in maglia rossonera i vari Darmian e Verdi, passando attraverso Aubameyang e soprattutto Bryan Cristante. Quest'ultimo, passato anche per le giovanili della mitica Liventina Gorghense (fucina di ottimi talenti, tra cui Pasqual - ex Viola, ora ad Empoli - e Matteo Rover della Primavera Inter; questa società è a due passi da casa mia, non potevo non menzionarla!), venne ceduto un pò frettolosamente al Benfica (siamo nel 2014: sembra un secolo fa!) per 6 milioni di euro, cifra irrisoria se comparata al talento dell'ex atalantino - trasformato in un campioncino dalla sempre eccellente gestione Gasp - e soprattutto a quanto sborsato dalla Roma per averlo quest'estate. Gli spettri di un possibile "Cristante-bis" aleggiano sinistramente su "Casa Milan".

La formula del trasferimento in Emilia di Locatelli è ufficiale: 2 milioni per il prestito oneroso ed obbligo di riscatto l'anno prossimo a 10 (con i bonus si arriverebbe a 14 milioni totali). L'elemento che desta preoccupazione tra le frange più appassionate del tifo milanista è l'assenza dell'oramai abusato diritto di riacquisto ("spagnolizzato" in recompra, sulla falsa riga di "Tripletta-Triplete"), uno strumento molto utile per non perdere definitivamente i ragazzi ceduti. I casi sono due: il Milan ha deciso di non puntare più sul talento di Lecco, oppure è il Sassuolo ad aver fatto muro per eliminare l'eventuale recompra dalle trattative. E' lapalissiano che la soluzione all'inghippo sia la seconda, non fosse altro per i continui attestati di stima di Gattuso nei confronti di Manuel (avrebbe potuto dimostrarla in altra maniera, questa stima, magari facendolo giocare di più...) che fanno da pendant con le fresche dichiarazioni di Leonardo, che ha fatto capire come una sua cessione fosse ormai inevitabile, ma che al Milan credessero ancora ciecamente in lui. Il ragazzo deve crescere, e non può di certo farlo rimanendo seduto (quasi) sempre in panchina, lasciando magari libera la scena al primo Bakayoko di turno. Come se non fossero già abbastanza i carnèadi venuti dall'estero a guadagnare nel Povero, Bel Paese. I misteri del nostro calcio...

Ora, per forza di cose, Leonardo e Maldini dovranno lavorare alacremente per rimpinguare le numerose falle della rosa. Falle che diverranno vere e proprie voragini nel caso in cui pure Suso abbandonasse la nave. L'altro ieri il suo procuratore, Lucci, ha avuto un proficuo faccia-a-faccia con la nuova Diarchia milanista: via la clausola rescissoria (peraltro già scaduta); ritocco verso l'alto dell'ingaggio; proposte di altri club prontamente rispedite al mittente. Gattuso stima molto lo spagnolo e, a meno di cataclismi, Suso sarà una delle basi da cui ripartire per tornare grandi. Nel caso in cui l'ex Liverpool venisse comunque ceduto in questi ultimi giorni, Leonardo non si farà certamente trovare impreparato. I petali della margherita tra cui scegliere sono numerosi (e costosi), ma il d.s. se potesse andrebbe senza colpo ferire su un nome in particolare: Anthony Martial. Nonostante il mercato inglese sia già finito, il Manchester United sarebbe comunque disposto a cedere un giocatore in scadenza di contratto e scontento come il francese (Mourinho proprio non lo vede...), senza avere la reale possibilità di poterlo sostituire in breve tempo. Più di Draxler, più dell'olandese espatriato in Russia Quincy Promes, più del sopraccitato Samu "El Fideo" Castillejo: l'obiettivo in cima alla lista dei desideri di Leonardo e Maldini è Martial. Un obiettivo assai costoso e ambito dalla concorrenza, ma che se venisse centrato farebbe fare al Milan quel salto di qualità auspicato dai suoi tifosi, desiderosi di poter rivedere la propria squadra del cuore in Champions, il loro habitat.