Ritmo, corsa, tenacia. Ci sono voluti 120 minuti più recupero nell'ultima partita della nostra Nazionale contro l'Austria per portare a casa il risultato. Notoriamente l'Austria non può annoverare nel suo undici titolare gente di primo piano, anche se nella fase ad eliminazione diretta le sorprese non sono mancate, però hanno tenuto botta molto bene, segnando anche il gol del vantaggio salvo poi tornare sullo 0-0 fino al 90'. Quindi come ci sono riusciti? Demerito dell'Italia? Sì e no, in quanto le occasioni non sono mancate però è mancato il guizzo finale negli ultimi metri. Gli austriaci però hanno corso, pressato e lottato su ogni pallone anche nei supplementari; infatti il vantaggio azzurro è arrivato con l'Austria che provava a vincere e noi in ripartenza ci siamo fatti sentire.

Oggi l'Italia vive un periodo di rifondazione a livello di uomini chiave, infatti è inutile nascondere che i Totti o Del Piero o Cannavaro non sono presenti e neanche il restante che si poteva ammirare nella spedizione azzurra del 2006. Bei ricordi sì, ma oggi invece ci ritroviamo con un Chiellini a fine carriera, un Bonucci che ha caratteristiche più da libero che da marcatore puro, a centrocampo troviamo giocatori che sono delle promesse sperando non ripetano un Aquilani-bis (tanto atteso e mai arrivato) ad esclusione di Verratti che è l'unico ad avere una sorta di affermazione di livello. Arriviamo in attacco dove Insigne è ormai ai 30 e si appresta ad essere un nuovo Di Natale, Immobile che è si implacabile, ma i Toni-Gilardino-Inzaghi sono altra storia e Berardi che vive una sorta di limbo tra il campione e l'ottimo giocatore per squadre con ambizioni le quali superate il 5° posto tutto il resto è oro colato. Abbiamo però Chiesa che deve affermarsi, insomma le speranze ci sono vedremo se saranno confermate le aspettative attorno a questi.

Una cosa però ci ha fatto arrivare fino a questo punto con la Nazionale: la voglia di vincere. Nell'elenco di giocatori menzionati sopra di proposito non ne ho messo uno che merita una nomina parte in quanto rappresenta il senso dell'articolo, parlo di Barella. L'anima del centrocampo italiano, lo trovi in difesa, in attacco e nelle fasi di transazione a centrocampo. Prende colpi, vuole e cerca la palla e di conseguenza la palla cerca lui. Ecco, la Juve nel mezzo ha bisogno di un Barella, giocatore sottovalutato ma che ha avuito una crescita nel breve periodo che ha del sensazionale. Brava l'Inter a crederci peccato per la Juve non averci provato quando era a Cagliari anche se il ragazzo aveva dato precedenza ai nerazzurri. Un giocatore che ricorda un po' il principino Claudio Marchisio, inserimento, tecnica e tiro. Eh si proprio un gran bel giocatore. Alla Juve per tornare a vincere serve un Barella o almeno tanti come lui, perchè più si corre e più si ha la possibilità di vincere e l'Austria ha dimostrato che questa concezione di calcio può portare davvero a bei risultati. Ricordate le due finali poi perse dalla Juve? Beh si è arrivati non per caso, ma perché c'era la voglia di correre e vincere. La prima ha avuto come avversario il Barcellona più forte degli ultimi anni e la seconda ancora oggi si hanno conferme che nell'intervallo sia successo qualcosa negli spogliatoi tale da sgretolare tutta l'unione che li aveva portati fin li dando di fatto il via libera a CR7 & Co. la possibilità di vincere una Champions che era davvero alla portata.

Cosa serve quindi? Servono gambe che corrono, una mente che ragiona e un cuore che pulsa passione per il rettangolo verde. Solo così si avranno possibilità tali da vincere. Una vittoria non è mai scontata e portare solo grandi nomi non è sinonimo di vittoria, vedi CR7-JUVE-CHAMPIONS, un trinomio che non si è concretizzato e difficilmente continuerà la prossima stagione. Il mister sostiene che più giocatori bravi ci sono e meglio è ed è vero, ma è anche vero che se manca la determinazione puoi avere qualsiasi nome dietro la maglia, la vittoria sarà sempre del primo anonimo di turno.
Dopo aver avuto CR7 in squadra a sto punto, poco importa chi arriverà quest'anno, l'importante è che si metta a disposizione della squadra e del mister e che dia il 150% in campo per poi togliersi la maglia negli spogliatoi con soddisfazione e ammirare il sudore presente sinonimo di sacrificio e volontà.
Il 1° Luglio sta per arrivare
, il ritiro si avvicina e il mercato sta per entrare nel vivo. Chissà se all'interno degli uffici della Continassa oltre ai profili tecnici dei prossimi giocatori hanno tenuto a mente anche quelli caratteriali. Non parliamo di sprovveduti certo, ma una preferenza a questa caratteristica speriamo la si tenga in considerazione.

Giuseppe90cal