La campagna acquisti dell'Inter sembra ormai paragonabile a una diva nel cinema: se ne parla sempre, nel bene e nel male, e tutti si sentono in dovere di dire la propria sull'argomento. Il che, inutile dirlo, è quello che rende bello il calcio, il fatto che unisca persone di ogni parte del mondo e di diversa estrazione sociale. E visto che ancora si è in periodo estivo, anche io ho deciso di scrivere un articolo molto più rilassato, personale, insomma, un qualcosa che non ho pressoché mai fatto da quando scrivo qui. 

Mi ero ripromesso di non scrivere di mercato se non il tre settembre, il giorno dopo la chiusura ufficiale, ma tutto questo parlare della sessione estiva nerazzurra è stato a dir poco coinvolgente. Ho cercato di tenermi a distanza, di non commentare articoli che ho pure letto ed anche ben scritti, ma si sa, a un certo punto ti tocca. E' come quando ci sono le feste comandate: possono non piacerti i parenti, ma tu quel giorno sarai lì, al centro del tavolo ad alzare il bicchiere per il brindisi col sorriso sulle labbra. E a me le feste comandate piacciono pure oltretutto. E mentre parlavo con la mia fidanzata (santa ragazza!) del mercato nerazzurro, tra una forchettata di pasta e l'altra e con le immagini di Turchia-Italia sullo sfondo, è capitato il classico dei discorsi: "ci vuole il coraggio tuo a lamentarti del mercato dell'Inter". Una frase che, come era naturale, ha scatenato un fiume di discorsi riguardo quel che penso io su questo mercato e sull'Inter in generale. Foste stati al ristorante anche voi, magari al tavolo vicino, avreste potuto sentire questi discorsi qui, aperti da un roboante (per modo di dire, non si urla nei locali pubblici, non è creanza): "il mercato dell'Inter è senza criterio!". 

Ebbene sì. Sono uno tra quelli che non voleva Lukaku all'Inter, ma non tanto per il giocatore in sé, che comunque viene da una a dir poco pessima annata allo (e dello) United, quanto per la questione economica. Parliamo di un giocatore per cui si sono spesi sessantacinque milioni, più tredici di bonus, l'acquisto più oneroso dell'intera storia nerazzurra, adombrando Ronaldo e Vieri, per capirci. Erano tempi diversi, va bene, ma la portata di quest'acquisto sarà tale che adesso dovrà segnare minimo una ventina di gol solo in campionato per potersi definire degna. E uno pensa che, una volta preso Big Rom, adesso con gli attaccanti saremo a posto.

E invece no, come diceva sovente Carlo Lucarelli in Blu Notte, servono altri attaccanti. Già, sembra che per campionato, Coppa Italia e Champions non bastino Lukaku, Lautaro Martinez, Politano ed Esposito, ne serve necessariamente un altro. A quel punto, con un sospiro, non si può che prenderne atto: serve uno con caratteristiche diverse. Saltato Dzeko (ne parlerò dopo), serve uno con le sue caratteristiche per supplire al mancato arrivo. Il nome scelto dalla dirigenza nerazzurra sembrerebbe essere Alexis Sanchez, altro giocatore che viene da una a dir poco pessima annata allo (e dello) United, autore di ben un gol e tre assist in venti partite. Un gol e tre assist. Se qui all'Inter Esposito in 20 partite facesse un gol e tre assist si chiederebbe la sua testa su un piatto d'argento, senza nemmeno la scusa della leggiadra danza di una Salomè. Ma Sanchez è il Niño Maravilla, è un calciatore noto, quindi è tutto perfetto, tutto perdonabile, al Barça fece un gran gol al Real, e poco conta che quel gol lo fece cinque anni fa, un gol è per sempre, come i diamanti della De Beers

Il problema semmai è un altro, ovvero che Sanchez non è un Dzeko. Anagraficamente ci siamo quasi, ma da un punto di vista tecnico-tattico non tanto. Innanzitutto, non è un giocatore alto, e fare il gioco aereo che pare sia assolutamente essenziale per Conte con 168 centimetri di altezza lo vedo oltremodo pretenzioso, a meno che non si vogliano adeguare in questo modo i cross bassi di Candreva, in questo caso sarebbe tutto ok. Ma al di là degli scherzi, il problema è di altra natura: il giocatore di Tocopilla non è uno che fa molto "lavoro ombra", quello per intenderci di pressare alto, recuperare palloni, mettere pressione al difensore che sta cercando di impostare e/o tornare in zona centrocampo per dare una mano in fase di ripiegamento. E' più un attaccante fantasioso, estroso, un non-Dzeko insomma. Allora quella dell'attaccante generoso era una cavolata, e grossa pure. Perchè, se l'identikit fosse stato quello dell'attaccante alto che possa fare un minimo di post-play, si sarebbe dovuti virare al più su un Llorente (1,95) o su un Milik (1,86), ignorando ovviamente il fatto che il primo è un giocatore anagraficamente grande, ed il secondo sarebbe possibile solo riuscendo ad infilare Icardi in un qualche modo nella trattativa. Inoltre, arriverebbe in prestito per ben (pare) 7-8 milioni di ingaggio, il che vuol dire che sarà il titolare. E Lautaro? I tanti bei discorsi su Esposito? Poi dentro di me ho pensato che siamo in Italia, che i giovani sono tali sino ai 28 anni e che crescono meglio in panchina o dati in prestito a squadre che li terranno ugualmente in panchina, e ho lasciato perdere, senza contare che se sbagli le prime partite sei già un brocco da sbolognare alla prima squadra che passa e giù di fischi allo stadio e titoloni avversi della carta stampata e non. Inutile farsi il sangue amaro a riguardo ormai.

Tutto questo fa passare in secondo piano l'altro, grande problema, che è quello degli altri ruoli.
Mentre l'Inter mira a costruire il suo parco attaccanti, quasi come quei giocatori che si arroccano a Monopoli (anzi, Monopoly) su Parco della Vittoria e Viale dei Giardini fregandosene del resto della plancia, si deve guardare anche al fatto che siamo terribilmente scoperti in altri ruoli, come ad esempio quello, drammatico, dell'esterno sinistro. Salutato Perisic, serve trovare un sostituto di ruolo. Ma proprio come nel gioco da tavolo per costruire gli alberghi servono soldi, e non si può contare sempre e solo sul veder maturata la cedola delle nostre azioni da pescare nella pila delle probabilità, serve poter attingere anche da altre proprietà, fosse anche solo il trio Bastion Gran Sasso/Viale Monterosa/Viale Vesuvio. Così, allo stesso modo, per avere i gol degli attaccanti servono i cross degli esterni, vitali in un 3-5-2 come quello che vuole Conte. Solo che, mentre nella fascia destra avremo Lazaro (ancora da valutare) e D'Ambrosio, nell'altra al momento ci ritroviamo con Asamoah, Dalbert e Dimarco. In pratica, due terzini sinistri adattati e Asamoah non proprio all'altezza del compito.
La soluzione prospettata sarebbe, a quanto pare, puntare su Biraghi. Il che cosa significa?
Esatto: un altro terzino sinistro adattato.
E qui non si può non sbottare, neppure con tutta la pazienza del mondo. Perchè se si vuole fare il discorso che serve un giocatore del vivaio per le liste allora va bene, ma se lo si vuole mettere per fare il titolare, allora che senso ha? Non sarebbe meglio puntare su Dimarco a questo punto? Se proprio non si vuole comprare un centrocampista di ruolo, quantomeno che si punti su uno che abbiamo già, insomma.  Il brutto è che nel 3-5-2 gli esterni fanno la differenza, quindi servono due ali di fatica, capaci sia di coprire che di attaccare con costrutto, non un esterno d'attacco adattato che non torna mai e nè un terzino adattato che non spinge. Dimarco ha dimostrato di saper svolgere entrambe le fasi, al netto di infortuni, che ci si provi a farlo giocare.

A centrocampo perlomeno potremmo essere a posto, sebbene la panchina non dia proprio garanzie, tra l'incostanza di rendimento di Vecino, Borja Valero e Joao Mario lontani da Milano e un Gagliardini utile come incontrista ma non in fase di impostazione. Si potrebbe parlare di Agoume, ma tornerei al discorso sui giovani. Spero di cuore che gli si faccia giocare qualche partita, dico solo questo. Almeno per i titolari sono più che contento: Brozovic-Barella-Sensi garantiscono un eccellente sinergia sia in fase di non possesso che in fase di impostazione. Bisognerà solo incrociare le dita quando sarà il caso di sostuirli, ecco tutto. Forse un centrocampista in più ci avrebbe fatto comodo, ma abbiamo un altro ruolo da sistemare.

Difensivamente per una volta siamo coperti più che degnamente, con Skriniar-De Vrij-Godin (ho il rimpianto Vanheusden, ma...) e un D'Ambrosio e, chissà, Bastoni che garantiranno ai titolari un pò di riposo.

E sul portiere avremo Handanovic, e per il futuro si stanno monitorando Radu e Brazao, che ha fatto panchina nella prima partita con l'Albacete. Perchè i giovani crescono meglio in panchina, specie i portieri: parare le pettorine che i giocatori subentranti lanciano o le borracce possono sostituire degnamente il giocare partite vere.

Arriviamo poi all'altro problema, che è quello del mancato arrivo di Dzeko. Metto subito le mani avanti: a me Dzeko non piace proprio. Grande di età, invendibile alla fine del contratto, e pagare venti milioni per un giocatore così, in un periodo come il nostro dove si deve guardare anche al centesimo speso, non era decisamente il caso. Non sto nemmeno a sindacare se sia giusto o meno chiedere venti milioni per un giocatore di trentatré anni: la Roma è proprietaria del cartellino, fanno bene, anzi benissimo, a chiedere quanto loro vogliono, ci mancherebbe pure. Quello che semmai mi lascia perplesso è il restare per due mesi a tentare un assalto a Dzeko che, più che un vero e proprio assalto, è parso più un assedio a una cittadella fortificata, ma che può contare sugli approvvigionamenti: puoi rimanere anche cento anni lì fuori, di certo non prendi gli abitanti per fame. Che senso ha avuto insistere così tanto per lui se venti milioni sono stati ritenuti eccessivi? Il fatto che lo volesse Conte a tutti i costi non deve essere una scusa: un assedio lo poni in essere se sei in grado di sostenerlo e portarlo avanti. Se la Roma non ha mai aperto alla trattativa intesa come rivedere al ribasso le sue cifre, si doveva lasciar perdere Dzeko dopo la prima settimana di rifiuto, non si può sempre sperare, come con Lukaku, che il giocatore spinga così tanto per andare via arrivando alla frattura insanabile col club di appartenenza. Anche perchè Lukaku non avrebbe comunque giocato titolare questa stagione, mentre Dzeko si, è proprio diverso il background che c'è dietro. Si è solo buttato tempo che si sarebbe potuto dedicare all'acquisto di altri giocatori, o per rivedere le proprie strategie. E' un qualcosa che mi ha amareggiato, calcisticamente parlando.

Quindi, ho i miei motivi per essere al momento deluso da questo mercato, che presenta molte incognite che si spera divengano immediate certezze e mancanze imperdonabili in ruoli cruciali.

Adesso vi faccio mangiare in pace, scusate, che altrimenti non ci si riesce manco a godere la partita. Uno va al ristorante per stare tranquillo e gustarsi un boccone, lo so, ma il vero tifoso è in grado di discutere di calcio sempre e in ogni modo. E' questo il bello del calcio. Ed è questo il bello dell'essere tifosi.