Finalmente l'Inter, con l'addio di Icardi, ha riacquistato serenità, e così anche l'attenzione della squadra e della società, dopo tutti questi tribolati mesi, passa di nuovo al campo e al calcio giocato, come è doveroso per un club che inizia a mostrare l'intransigenza tipica delle grandi aziende, dove si deve viaggiare tutti compatti verso la meta e verso l'obiettivo. Sembrava finalmente che si potesse lasciare l'Inter in santa pace almeno per la pausa nazionali. Ma si sa, l'Inter non è una squadra come le altre: deve sempre succedere qualcosa, nel bene o nel male. Si risolve un problema, ed ecco che ne spunta un altro.

E il problema, stavolta, è rappresentato dagli ultras. No, non del Cagliari per i vergognosi cori contro Lukaku, bensì i nostri. "E che cosa c'entrano i nostri ultras?" verrebbe da chiedersi. Per una volta che nessuno li addita di qualcosa, dopo i deprecabili cori, le scorrerie armate come quelle di Genserico e dei suoi Vandali, perchè sono di nuovo saliti agli onori della cronaca? Per il motivo più paradossale esistente: per difendere i colleghi di militanza cagliaritani. O meglio, paradossalmente, per la difesa della razza. La loro.

Ed ecco cosa contiene il comunicato, vedendo di eviscerarlo per bene. Ovviamente, le scritte grassettate in corsivo sono quelle del comunicato. Ma prima, un avvertimento, per chi ancora non avesse letto il comunicato:

"Attenzione: il testo che segue potrebbe urtare la vostra sensibilità".

Facciamo le cose per bene. Ed ora, alla lettura.

 

"LETTERA APERTA A ROMELU LUKAKU, GLI ITALIANI NON SONO RAZZISTI !!!

Ecco, iniziamo col caps lock attivo, che ci sta sempre bene.  Niente di meglio di un qualcosa di urlato per fare la voce grossa. Maturo. Manca solo il "SVEGLIAAAA" finale e poteva tranquillamente essere riciclato anche come slogan elettorale. E comunque hanno ragione, non sono razzisti, non tutti per fortuna. Ci sono anche gli xenofobi.

DOPO L’ENNESIMO TEATRINO MEDIATICO DI LUOGHI COMUNI SUL PRESUNTO RAZZISMO DEGLI ULTRAS ORCHESTRATO DA CHI VUOLE RACCOGLIERE I SOLITI E FACILI CONSENSI POPOLARI FRUTTO DELL’IGNORANZA, LA CURVA NORD MILANO ANCORA UNA VOLTA HA SCELTO DI RIPETERE I DISTINGUO TRA IL RAZZISMO VERO E QUELLO “STRUMENTALE” CHE NON RIGUARDA IL MONDO ULTRAS COME INVECE I SOLITI FALSI MORALISTI AMANO FAR CREDERE PER ACCRESCERE INUTILI ALLARMISMI E CONDANNARE GRATUITAMENTE IL NOSTRO MONDO...

Sarebbe curioso ed interessante capire cosa intendano loro per razzismo, questo sarebbe potuto essere un buono spunto di discussione. Lo so che non si dovrebbero fare spoiler, ma lo faccio ugualmente: non viene spiegato neppure dopo. Il razzismo è altro, ma la natura dell'altro non è dato saperla. Forse è quello fatto dagli altri. Altri che però non ci è dato conoscere. 

Adesso per fortuna, si sa la differenza tra il razzismo vero e quello strumentale. Si poteva sperare quantomeno in una tripartizione fichtiana, e invece no, un "semplice" dualismo più prettamente kantiano. Il razzismo quello vero è cattivo, quello strumentale, quindi falso, quello che si basa sui cori scimmieschi ai giocatori di colore, o a lavare col fuoco i napoletani, o nel volere vedere Milano bruciare, oppure sui "sardignoli" (come strumentalmente vengono chiamati) che hanno rapporti sessuali con ovini, è assolutamente giusto, tollerabile e, a quanto pare, manipolabile dai "falsi moralisti". E se i falsi moralisti in realtà fossero autentici moralisti? Si verrebbe a creare un corto circuito teorico? Questa si che è una esegesi del testo.

Ciao Romelu

Saluta, Romelu, non essere cafone.

Ti scriviamo a nome della Curva Nord, sì i ragazzi che ti han dato il benvenuto appena arrivato a Milano.

Quelli con le sciarpe nerazzurre con su scritto Boys, hai presente? Quelli che dicono che "l'Inter è la squadra degli ultrà". Lo sentirai spesso. No, non degli Zhang, degli ultrà.

Ci spiace molto che tu abbia pensato che quanto accaduto a Cagliari sia stato razzismo.

Non è colpa tua Romelu, ancora non capisci bene l'italiano, vedrai che quando capirai cosa vuol dire "strumentale" sarà tutto più chiaro.

Devi capire che l’Italia non è come molti altri paesi europei dove il razzismo è un VERO problema. Capiamo che ciò è quello che possa esserti sembrato ma non è così.

Sei stato veramente suscettibile, Romelu. Ti lamenti per dei versi quando in Russia ci sono i Landscrona, gli ultras dello Zenit, che non vogliono giocatori di colore nella loro squadra con tanto di striscioni allo stadio a riguardo. Quello è un VERO problema. Cioè, si, lo sono anche i cori, ma è solo una tua impressione, mica è così.

In Italia usiamo certi “modi” solo per “aiutare la squadra” e cercare di rendere nervosi gli avversari non per razzismo ma per farli sbagliare.

Le virgolette alte doppie in "modi" è veramente il tocco di classe. Fosse una procedura standard perchè non scrivere direttamente modi, normalmente? E' per caso un qualcosa di non accettato? Quindi, questo "modo" serve solo per aiutare la squadra. Poco conta che nella squadra ci siano giocatori di colore che possono sentirsi offesi, a loro va benissimo uguale. Perchè ricordati, Romelu, ci sono varie sfumature di nero, secondo E.L. James cinquanta, in questo caso una delle sfumature è che il nostro nero è meno nero del nero dell'altra squadra. Anzi, pensa, può anche considerarsi bianco da quanto non è nero. Incredibile, non è vero? Già, è incredibile leggere queste cose.

Noi siamo una tifoseria multietnica ed abbiamo sempre accolto i giocatori provenienti da ogni dove sebbene anche noi abbiamo usato certi modi contro i giocatori avversari in passato e probabilmente lo faremo in futuro.

Usare un avverbio come "probabilmente" è perfino uno spreco. Avrebbero potuto toglierlo, tanto lo sanno anche i sassi che continueranno ad usarli. Poi, "contro i giocatori avversari" andrebbe più correttamente reso "contro i giocatori avversari che provengono da certe aree geografiche". Per eccesso di pedanteria. 

Non siamo razzisti allo stesso modo in cui non lo sono i tifosi del Cagliari. 

"Cinquanta sfumature di razzismo". In vendita nelle più vicine librerie, a parte in quelle dei quartieri cinesi, arabi o con alta concentrazione di neri. O di terroni.

Devi capire che in tutti gli stadi italiani la gente tifa per le proprie squadre ma allo stesso tempo la gente è abituata a tifare contro gli avversari non per razzismo ma per “aiutare le proprie squadre”.

Ti preghiamo di vivere questo atteggiamento dei tifosi italiani come una forma di rispetto per il fatto che temono i gol che potresti fargli non perché ti odiano o son razzisti.

Il razzismo è una cosa completamente differente e tutti i tifosi italiani lo sanno bene.

Questo è vero, allo stadio la gente tifa per la propria squadra, ed è sacrosanto. Tifare contro i giocatori avversari fischiandoli è ugualmente un modo di intimidirli, di far provare loro pressione, di mostrare quanto è caldo lo stadio, come si può vedere nei matches turchi o balcanici, dove l'atmosfera diviene a dir poco rovente. Ma il problema non è tifare per la propria squadra o contro la rivale. Il nocciolo della questione è il come viene fatto. Proprio per questo esiste differenza tra il timore o rispetto per l'avversario, che si può esprimere con dei "buuuh" o con dei fischi,, e l'esprimere il disprezzo per il colore della sua pelle, che viene espresso con "uuh uuh uuh uhh", che sono proprio quei cori che si sono uditi a Cagliari, e che richiamano i versi emessi dalle scimmie. Quelli sono da condannare eccome, ed è quello che si sta facendo in queste ore.

Quando dichiari che il razzismo è un problema che va combattuto in Italia, non fai altro che incentivare la repressione di tutti i tifosi inclusi i tuoi e contribuisci a sollevare un problema che qui non c’è o quantomeno non viene percepito come in altri stati.

Non esageriamo, non di tutti i tifosi, solo di quella frangia di pseudo-tifosi che li fanno. Poi certo, ci vanno di mezzo anche tifosi che non c'entrano nulla, come quelli di settori diametralmente opposti, ma ci vanno di mezzo per colpa di chi quei cori li canta, o di chi quei versi li emette. Non è che si reprime a caso.

Anche l'argomentazione del "sollevare un problema che qui non c'è" (opinabile) "...o quantomeno non viene percepito come in altri stati" risulta abbastanza debole. Anche nella Germania nazista e nell'Italia post-1938 non veniva percepito come problema, anzi, secondo i tedeschi era anche assolutamente giustificato. Quanto possa essere percepito è un fattore di scarsa rilevanza, allo stadio si è percepito ed è stato percepibile.

Noi siamo molto sensibili ed inclusivi con tutti.

Sì sì no, mò... mò me lo segno proprio.

Possiamo garantirti che tra noi ci son frequentatori di diverse razze e provenienze che condividono questo modo di provocare i giocatori avversari dell’Inter persino quando questi ultimi sono della loro stessa razza o provenienza geografica.

Se uno è ignorante o cafone poco importa che sia della stessa etnia o dello stesso colore della pelle, o della stessa provenienza geografica. Non è che se un senegalese insulta un nigeriano insultandolo pesantemente per la sua provenienza allora deve essere accettato e non è odio xenofobo. Lo è allo stesso modo. Le persone ignoranti o le persone senza morale o rispetto per le altre persone esistono ovunque, ma questo non giustifica nè il loro modo di pensare, nè il loro modo di agire. Però sono multietnici. Non vorrai mica dare dello xenofobo a uno straniero, Romelu. Sarebbe un paradosso.

Ti preghiamo di aiutare a chiarire quello che realmente è il razzismo e che i tifosi italiani non sono razzisti.

Non appena capirai la parola "strumentale" vedrai che sarà tutto più chiaro, Romelu.

La lotta al VERO razzismo deve cominciare nelle scuole non negli stadi, i tifosi son solo tifosi e agiscono in modo differente allo stadio e nella vita reale.

La prima parte è assolutamente vera, la lotta al razzismo deve cominciare nelle scuole, capire che dire parole contro le persone di colore, in una Italia che, piaccia lorsignori o meno, sta diventando sempre più multietnica e con molti italiani di origini africane, asiatiche, sudamericane e così via discorrendo, non è un qualcosa di divertente, ma di avvilente. Insegnare il rispetto alle persone, fare delle vere, anzi pardon, delle VERE (si scrive così, col caps lock) lezioni di educazione civica che non servano come ore d'aria, ma come ore foriere di insegnamenti, di testimonianze di vita vera e di rispetto. Il tutto con la collaborazione dei genitori, perchè sovente gli esempi sbagliati li si hanno proprio in casa.

"I tifosi son solo tifosi". *pling plong* Si prega di non includere persone che agiscono allo stesso modo allo stadio e nella vita reale comportandosi con rispetto ed educazione, grazie. *pling plong*

Stai certo che quello che dicono o fanno a un giocatore di colore avversario non è quello che direbbero o farebbero nella vita reale.

Come esistono i leoni da tastiera, insomma, ci sono anche i leoni da curva. Anche perchè gli interlocutori potrebbero non prenderla proprio benissimo. Fare a una cinquantina di persone di colore il verso della scimmia e trovarsi in mezzo a loro potrebbe portare a delle conseguenze "non punto belle", come diceva il Manzoni.

I tifosi italiani non saranno perfetti ma sebbene comprendiamo la frustrazione che ti possono creare certe espressioni, queste non sono utilizzate a fini discriminatori.

Gli "uuh uuh uuh" non sono versi di scimmia per offendere i giocatori di colore, Romelu. Cioè, si, lo sono e si capisce bene perchè tu ti sia arrabbiato, ma non ti devi arrabbiare, non ce l'hanno con te. O meglio si, ce l'hanno con te, ma non ti vogliono discriminare. Assolutamente no. Giurin giurello.

Ancora una volta ... BENVENUTO ROMELU".

Benvenuto Romelu. Purtroppo, anche qui ci sono "questo tipo" di tifosi. E' il loro mondo, come lo chiamano loro. Deal with it.