Manco il tempo di godersi i complimenti ed è già tempo di polemiche in casa rossonera. A sorpresa non è un giocatore e nemmeno un dirigente ma IL dirigente: Paolo Maldini, unanimemente riconosciuto insieme a Pioli e Massara come il vero deus ex machina dello scudetto numero 19. Alla base dei malumori le dichiarazioni circa il mancato rinnovo contrattuale che coincide (a suo dire) con la mancanza di rispetto. Non entro nel merito, avrà le sue ragioni, ma nella forma. Non credo che parlare di rispetto sia una forma saggia per trovare una soluzione, piuttosto per segnare una frattura. Il senso mi sfugge così come il tempismo. Abbiamo appena iniziato a festeggiare lo scudetto, il Milan per sua stessa ammissione è prossima ad un cambio societario che a meno di follie porterà ad un rinnovo in blocco. Insomma mi è sembrato il classico tiro una volta che è il fuorigioco è già stato fischiato.

Singer con tutta probabilità non sarà più proprietario, forse già da settimana prossima e dunque mi chiedo come possa discutere un contratto da dirigente in maniera seria. Non credo del resto, con tutto il rispetto (!) che a Maldini manchino i soldi per aspettare il tempo necessario perché le cose si sistemino. Credo che chi lavora in una società, come dirigente di primo piano, debba gestire le cose in un altra maniera, privatamente, senza mettere in piazza eventuali problemi per il semplice fatto che la suddetta piazza non può risolverli. Specie quando la proprietà si trova a migliaia di km e sta cambiando di mano.