Può un incontro sportivo assumere i contorni di un romanzo drammatico?
A volte sì.
Sugli spalti hanno assistito al match 73.000 spettatori e l'incasso è stato di 2 milioni 688 mila 116 Euro. Arbitra Di Bello ma il suo è solo un cognome e non un aggettivo come i tifosi rossoneri impareranno a loro spese.

Per quasi un tempo, Milan-Fiorentina è stata una partita noiosa, brutta come il peccato. Poi, allo scadere della prima frazione di gioco, Theo Hernandez s'inventa una incursione in area, procurandosi un rigore sacrosanto.
Meno ineccepibile è stato l'errore dell'arbitro Marco Di Bello e del VAR, che non se la sono sentita di espellere Fabiano Parisi e lasciare i viola in dieci uomini. L'azione dalla quale nasce il penalty è viziata da una spinta volontaria in area di rigore e dovrebbe da regolamento scattare automaticamente l'estrazione del cartellino rosso con conseguente espulsione perché l’intervento è “non genuino” e non ci sarebbe quindi la depenalizzazione.
Invece, il terzino destro viene graziato da quello che risulta un evidente errore arbitrale. Batte il calcio di rigore Theo Hernandez che, freddo come una notte invernale in Siberia, spiazza il portiere Terracciano.

A questo punto si va negli spogliatoi. La rotta che il Pequod, la nave baleniera rossonera, dovrebbe tenere nella seconda frazione di gioco è semplice. La conduzione di gara per il secondo tempo dovrebbe essere volta alla gestione e al controllo o, almeno, questo è ciò che fanno le grandi squadre. Esse consegnano campo agli avversari per colpire come scorpioni con l'arma del contropiede. Il Milan che è sceso in campo contro la Viola, però, è in emergenza e lo resterà per tutto l'anno.

Il secondo tempo non si tinge di rossonero e lo s’intuisce quando al sessantesimo Pioli sostituisce Pulisic, promosso vice Leao, con Loftus Cheek (e qualcuno mi deve spiegare perché il parmense effettua i cambi sempre a un tempo prestabilito, come se non ci fossero mai situazioni impreviste su cui mettere una toppa). Intendiamoci, l'inglese serve come il pane a questo Milan ma il messaggio che arriva alla squadra (e agli avversari) è che i rossoneri si stanno preparando a fare le barricate.

La Viola intuisce che è giunto il suo momento e che deve spingere sul pedale dell'acceleratore e il Milan va in barca, in un mare in tempesta, come il vascello Pequod di melvilliana memoria anche se, fra le alte onde, è Maignan a immolarsi sull'altare del sacrificio, sfornando una prestazione che nemmeno la balena bianca, Moby Dick, contro il capitano Achab sarebbe stata in grado di fornire. Senza tema di smentita, si può affermare che il numero uno rossonero ci abbia messo la faccia per salvare la sua squadra dall'ennesima umiliazione nel finale con una parata di… viso.

Il tabellino della gara è impietoso. Il confronto tra le due formazioni vede la Viola tirare diciannove volte verso la porta (e quattro nello specchio) lasciando ai padroni di casa solo nove tentativi (sei tra i pali). Il possesso palla è stato del 59% contro 41 in favore degli ospiti e i passaggi 500 a 368, sempre per la Viola. Queste sono le partite più sporche, dal risultato sempre in bilico, che vanno vinte anche così se vuoi crescere e diventare grande. Campioni si diventa quando si associa al talento e alla classe una buona dose di cinismo.
Nel finale, fa il suo esordio un giovanissimo Camarda (un capitano di 15 anni? No, tranquilli, questa sarà un’altra storia) per giocarsi alcuni scampoli dell'incontro, sette minuti dalla conclusione del tempo regolamentare. Si posiziona in campo giusto in tempo per assistere al miracolo finale di Maignan che però diventa la balena bianca e pur se sofferente distrugge l’avversario più con la forza della disperazione che con un calcolo tattico.

Milan-Fiorentina è stata tutto ciò, un autentico romanzo in puro stile Herman Melville, drammatico, evocativo, iconico e metaforico. Per sapere quale sarà il destino di Moby Dick e del capitano Achab i tifosi rossoneri dovranno attendere martedì sera per il secondo slot concesso a Coach Pioli.
La società rossonera si gioca una buona fetta di stagione e qualcuno comincerà a tirare le somme e mi pare che il precedente proprietario (il Fondo Elliot) i conti li sapesse fare.
Il nuovo armatore del Pequod milanista saprà fare altrettanto?