1250 a.C, Sparta, antica Grecia: un giorno giunse in visita a Sparta Paride, figlio di Priamo re di Troia. Menelao, re della città greca, gli diede ospitalità. Il giovane Paride, non appena vide la moglie del suo ospite, restò fulminato dalla sua bellezza. Tradendo il rispetto per l’ospitalità, convinse Elena a fuggire con lui, con l’aiuto di una pozione donatagli dalla dea della bellezza Afrodite. La dea Afrodite infatti aveva promesso al principe troiano l’amore di Elena, perché egli le aveva assegnato la vittoria in una gara di bellezza, preferendola ad Era e ad Atena. Menelao, scoperto il rapimento, si affidò al fratello Agamennone per organizzare un esercito di dimensioni spaventose per assaltare Troia: non c'erano solo ragioni di onore macchiato ma anche economiche e commerciali dato che Troia si affacciava allo Stretto dei Dardanelli e si trovava dunque in una posizione strategica da questo punto di vista.

30 Giugno 2018, Mosca, Russia: la Francia abbatte con un pirotecnico 4-3 l'Argentina nella gara valida per gli ottavi di finale. L'enfant prodige Mbappé con una doppietta pazzesca trascina les "Bleus" al primo passo verso la vittoria finale vincendo nettamente il confronto con un Messi sottotono. Il n.10 si vede rubare la scena dal giovane crack del PSG e per l'ennesima volta in carriera vede sfumare la possibilità di vincere un trofeo con l'Albiceleste. L'obiettivo degli argentini diviene dunque vendicarsi della Francia e conquistare il Mondiale in Qatar nel 2022.

Torniamo agli anni 1250 a.C: la flotta greca assalta Troia inizia una guerra che durerà 10 anni, che Omero canterà nell'Iliade.
2022, Doha, Lusail Stadium: non ci sono armi, elmi ed eserciti e nemmeno Omero ma un pallone e (ahinoi) i social attorno alla finale del Mondiale Argentina-Francia. Tuttavia è sempre una donna come Elena, sua maestà la Coppa del Mondo, a dividere gli schieramenti argentini e francesi che affidano le loro speranze, come greci e troiani, a due uomini in particolare.
I greci si poggiarono su Achille, figlio di Peleopie veloce, semidio e mosso dalla desiderio di ottenere gloria eterna. I troiani sul principe Ettore, figlio del Re Priamo, in guerra per difendere la sua patria e la sua famiglia.
In Qatar l'Argentina si appoggia a Lionel Messi:
l'Achille albiceleste vuole vincere il Mondiale strappando la corona a Mbappé ed entrare nella storia sostenuto dallo spirito divino del D10S Diego Armando Maradona.
La Francia si affida ad Ettore Kylian Mbappé, che come l'eroe troiano vuole tenersela, la coppa, difendendo la patria e i pochi transalpini allo stadio contro l'armada argentina. Il tecnico Lionel Scaloni non è certo il comandante dell'esercito greco Agamennone: Achille ci litigò per colpa di una donna, la schiava Briseide, tra il ct e Messi invece il rapporto è ottimo, rafforzato da una coppa, la Copa América, vinta nel 2021. Il suo schieramento per la finale è un 4-4-2 essenziale basato su pressing alto e verticalizzazioni per la coppia d'attacco composta da Achille Messi e dal giovane Alvaréz. Deschamps invece rimanda a al Re Priamo: orgoglioso e fiero del suo esercito. Per lui 4-2-3-1 offensivo.

L'inizio della finale ha visto una partenza a razzo dell'Argentina come i Greci nella guerra: Achille Messi semina il panico tra i troiani francesi aiutato dal fido Ulisse Di Maria.Non doveva esserci per infortunio, come il grande eroe originario di Itaca, che secondo una previsione, fosse andato a Troia, sarebbe tornato in patria solo dopo vent'anni e in condizioni di miseria. Odisseo allora cercò di scappare alla guerra fingendosi pazzo ma alla fine fu scoperto e fu costretto a partecipare. El fideo Di Maria, così come Ulisse, non solo c'è ma è anche grande protagonista,nelle giocate ma soprattutto tatticamente: è lui ad alzarsi per formare il 4-3-3 in fase di possesso e ad abbassarsi nel compatto 4-4-2 quando il pallone è della Francia. Ed è anche decisivo per sbloccare il match: al 22' penetra in area, Dembelé, maldestro come un Paride qualunque, gli frana addosso:calcio di rigore. Dal dischetto Messi non sbaglia e trova l'1-0. Non si placa la furia greca-argentina che al 36' sferra un altro pesante colpo ai troiani-francesi: azione ragionata che libera Di Maria davanti a Lloris, battuto dal mancino del Fideo, 2-0. Troia e la Francia sembrano pronti alla resa, Deschamps con un colpo di coda cambia gli arcieri: fuori Giroud e Dembelé, impalpabili, dentro Thuram e Kolo Muani. Nella ripresa il condottiero argentino Scaloni inizia a vedere il sangue nemico colare nel campo di battaglia e a sentire il profumo della Coppa,motivo per cui inizia a gestire le forze nel campo e ad abbassare il ritmo. Nell'Iliade in una situazione simile Achille abbandonò la Guerra a causa della già citata lite con il condottiero Agamennone, Messi chiaramente non fugge per un litigio con Scaloni ma lui e l'Argentina escono lentamente dalla partita.
È il momento della rinascita troiana-francese: Otamendi affossa Mbappé in area di rigore. Il n.10 non sbaglia e riapre la finale: 2-1. Le truppe troiane e francesi, spinte da Ettore e Mbappé, attaccano furiosamente mentre quelle greche e argentine, in cui prevale la paura, arretrano. Le prime verso le navi in spiaggia, le seconde verso la porta del Dibu Martinez. E la Francia trova il clamoroso pari: azione tutta di prima, girata voltante di Mbappé che trova il 2-2. Nella guerra Ettore uccide Patroclo, cugino di Achille,e sembra ribaltare il risultato del conflitto: i troiani sono vicini alla vittoria. In quel momento però si scatena l'ira di Achille e di un Messi che forse in altre occasioni, con la camiseta albiceleste, si sarebbe demoralizzato. Il n.10 sfiora il 3-2 con un sinistro a giro parato da Lloris così come Achille sfiora più volte Ettore nella ressa del combattimento. Entrambi alla fine otterranno quello che vogliono: il diez nei tempi supplementari trova il tris (e la doppietta personale) con un destro su una respinta di un tiro di Lautaro, forte e caparbio come Aiace. Il figlio di Teti e Peleo avrà la sua vendetta uccidendo Ettore in un duello che indirizzerà la guerra a favore dei greci. Ettore è morto ma i troiani e la Francia, che ha ancora il suo Ettore,ossia Mbappé, non lo sono: il n.10 conquista un altro rigore per un fallo di mano di Montiel, e trova il clamoroso 3-3 oltre ad una storica tripletta.
Si va ai calci di rigori: non possono sbagliare Mbappé e Messi, sbaglia invece Coman, segna Dybala,finisce out il destro Tchouamení, gol di Paredes. Il cavallo è dentro le mura di Troia. Enea Kolo Muani segna e prova a salvare i suoi come fece il futuro fondatore di Roma che salvò i suoi concittadini, tra cui il padre Anchise e il figlio Ascanio. La rete di Montiel però regala la Coppa all'Argentina: l'esercito greco esce dal cavallo e mette a fuoco Troia, la cancha,il campo di calcio è invaso da giocatori argentini che festeggiano.Il campo però si sgombera in fretta per i premi:Enzo Fernández eletto miglior giovane, Emiliano Martinez miglior portiere, Mbappé scarpa d'oro (8 gol), Messi miglior giocatore della competizione. Poi il momento più atteso: Messi alza la coppa, con addosso il bisht, l'indumento tradizionale maschile dei Paesi del Golfo Persico e si prende, come Achille, la gloria eterna.Finalmente ha vinto un Mondiale ed ha così praticamente vinto tutto in carriera. Mbappé,consolato dal presidente francese Macron,osserva perso nel vuoto la cerimonia con al collo la medaglia d'argento. Kylian, come Ettore ha perso ed è entrato comunque nella storia, ma a differenza del troiano non è "morto": il futuro è suo e avrà altre occasioni.

Il paradosso più grande di questa storia? Che Messi e Mbappé, a differenza di Achille ed Ettore, combatteranno fianco a fianco al Paris Saint Germain dell'emiro del Qatar, uniti dallo stesso obiettivo: la tanta agognata Champions League.
Ma questa è un'altra storia. Bellissima.