Donnarumma ha 22 anni, è un ragazzo che ha perso una partita, ma sa che ha tempo per vincerne tante altre, magari con altre maglie. Alla fine scherzava con un vecchio amico, non voleva mancare di rispetto a nessuno. Giusto?
No, sbagliato, perché come insegna l'Uomo Ragno da grandi guadagni derivano grandi responsabilità.
Ho sempre detestato l'ipocrisia di chi considera i calciatori dei simboli quando devono passare alla cassa e dei ragazzi quando fanno qualche stupidaggine. Segnatamente il caso di Donnaruma, che guadagna 7 milioni l'anno e per l'anno prossimo ne vuole 12. Il che sia ben chiaro senza aver vinto lo straccio di niente, ma forte del fatto che ci sono dei tifosi che lo idolatrano e dunque ne fanno aumentare l'appetibilità commerciale, contribuendone a pagare lo stipendio. A costoro si deve quindi il massimo rispetto, pazienza se poi è solo formale, ma in ogni caso a ridere e scherzare, dopo che hai perso una partita e (probabilmente) per l'ennesima volta l'ingresso in Champions, ci vai negli spogliatoi. Per capire questo tuttavia non servono 22 anni, ne bastano probabilmente 10 e una buona dose di educazione. Quella che sembra latitare in questo settore che si indigna per la Superlega, ma non ha nulla da eccepire se un calciatore beffa la propria società di appartenenza per svincolarsi a parametro zero e negoziare migliori condizioni contrattuali con la nuova squadra.
Ironia della sorte la prossima destinazione dovrebbe essere la Juventus, che invece per queste operazioni viene blandita come società astuta.

Sempre più spesso sembra di vivere in un mondo al contrario dove i furbi, gli scorretti o semplicemente i maleducati vogliono una patente di impunità permanente, per il solo fatto di aver successo. Per questo motivo il caro (nel vero senso della parola) non poteva pensare di cavarsela con un semplice "so ragazzi", perché sono super professionisti, pieni di gente in torno che forse dovrebbe consigliarli meglio. In realtà Donnarumma, con la fascia di capitano che ride dopo una sconfitta del genere, spiega meglio di tante parole il crollo verticale della squadra. Zero agonismo e tanta, tanta voglia di ridere.
D'altra parte chi con 12 milioni l'anno non sarebbe contento?