Incredibile. Leggo la Gazzetta dello Sport e per un attimo si fa largo il pensiero che le micidiali temperature a cui siamo sottoposti negli ultimi giorni stiano cominciando ad avere effetto. Mi sciacquo la faccia, aumento la spinta del condizionatore e poi: era proprio come dicevo (anche se rinfrescarsi è stato comunque utile)! Romelu Lukaku, stando alla rosea, avrebbe nuovamente mandato segnali all’Inter. Si tratta pur sempre e solo di calcio, e cioè della cosa più importante delle cose meno importanti (cit. Sacchi), ma anche solo pensare di poter avere un’altra chance sulla sponda neroazzurra del Naviglio è qualcosa che veramente mi lascia attonito.

Come è possibile che un calciatore che solo due anni fa ci ha fatto vincere lo scudetto si possa comportare in questo modo e che possa ritenere la nostra società ai suoi comodi e in funzione delle proprie esigenze? Avevamo già vissuto l’estate del 2021 e digerito le sue dichiarazioni poco piacevoli appena arrivato al Chelsea, ma quest’anno la vicenda sta assumendo dei contorni che non fanno altro che riscaldare il già torrido ambiente, metaforico e non, attorno al club meneghino. In questo calciomercato la parola “mai” deve essere bandita, ma mi auguro con tutto il cuore (e ne sono pienamente convinto) che nessun ripensamento possa avvenire. Seppur difenderò sempre il senso tecnico dell’operazione, quello che è accaduto durante queste focose giornate estive non può che avere un solo e, per una volta, scontato finale: la storia d’amore tra l’attaccante belga e la Beneamata è finita. Che se lo mettano in testa tutti, diretti interessati, semplici disturbatori e curiosoni. E la notizia dell’assegnazione della maglia numero 9 a Thuram certifica ancor di più che ormai si guarda avanti: l’attaccante figlio d’arte è pronto a prendersi la scena e avrà alle spalle una tifoseria pronta a sostenerlo. Cosa che il suo predecessore e mancato nuovo compagno di reparto conosce bene e a cui ha deciso di rifiutare e buttare a monte. Per che cosa? La manovra della Juventus sta assumendo sempre più l’aria di una spallata alla rivale di sempre senza intenti reali: un epilogo che lascerebbe il centravanti senza pretendenti nel nostro campionato a quelle cifre. Quelle cifre che hanno impedito di proseguire un legame già logoro ma adesso definitivamente svanito: basta.

Nel frattempo, è sbarcato sul pianeta Inter colui che poteva essere l’ultimo innesto pensabile da parte di qualunque tifoso: Juan Cuadrado. E ovviamente, non poteva essere altrimenti, si è acceso il dibattito: era un’operazione da fare o no? Chiaro che, da sostenitore neroazzurro, il colombiano è stato uno degli acerrimi avversari in queste ultime stagioni, con l’apice raggiunto proprio nell’ultima partita di Coppa Italia. Difficilmente, dunque, era pronosticabile tanto il suo arrivo quanto l’idea di aspettarlo con grida di giubilo e cori di incoraggiamento. Il calciatore dovrà dimostrare tantissimo per conquistarsi la stima del popolo interista; ritengo però che dal punto di vista dell’organico rappresenti indubbiamente un valore aggiunto. Lontano dal temibile giocatore ammirato qualche anno fa, ha comunque l’esperienza giusta per fungere da bravo vice-Dumfries, non dimenticando che vi è pur sempre l’ottimo Darmian che può ricoprire anche il ruolo di terzo di difesa. L’idea di una mossa anti-Juve visti gli ultimi sviluppi può trovare terreno fertile, ma questo, personalmente, poco mi entusiasma. Preferisco badare al concreto: l’accoglienza non può che essere tiepida, ma aspettiamo di vedere che cosa porterà sul campo prima di esprimere giudizi trancianti.

Ci sono poi alcune situazioni che non stanno trovando spazio ma che meritano di essere attenzionate: il pacchetto difensivo si è rinforzato con Bisseck, ma manca ancora un innesto. Un difensore non troppo esperto e per cui spendere poco: in un mio articolo precedente (https://vivoperlei.calciomercato.com/articolo/inter-tieni-barella-vinci-la-seconda-stella) feci il nome di Pirola, per cui non è stato effettuato il controriscatto con la Salernitana. Sfumato, ma bisognerà agire: perché non fare un pensiero per l’acquisto di Baschirotto, che bene ha figurato a Lecce? Non è impellente, ma con il 352 di Inzaghi occorre un sesto elemento da aggregare senza troppi sforzi economici. Da monitorare inoltre gli esuberi: Lazaro, Sensi e Gosens sono tre potenziali partenti. Se sul primo ci sono pochi dubbi, gli altri due presentano situazioni differenti: l’ex Sassuolo avrebbe i mezzi per stare tranquillamente nel sestetto di centrali, ma le condizioni fisiche hanno purtroppo troppo spesso pregiudicato la continuità. Sul tedesco serve solo un’offerta adeguata, per poi buttarsi a capofitto alla caccia di un sostituto. Da valutare Fabbian: se non dovesse arrivare nessuno, io lo terrei senza problemi e potrebbe finalmente essere un prodotto del vivaio neroazzurro valorizzato. Infine, occhio a Correa: col massimo rispetto, ma non può più essere la quarta punta. Bisogna trovare una soluzione per poi, come con Gosens, ritrovare qualcuno che ricopra la medesima posizione nelle gerarchie dell’allenatore.

Capitolo attaccante: si sta parlando continuamente di Morata. Non male, il centravanti spagnolo ha dalla sua la conoscenza del campionato, l’esperienza internazionale e il gradimento del tecnico. Insomma, una bella combinazione di fattori in suo favore. Il passato bianconero forse indispettisce in questo periodo, ma togliendo il campanilismo di torno potrebbe rappresentare una soluzione sicuramente di secondo piano rispetto a quanto preventivato originariamente, ma comunque funzionale al progetto. L’inghippo del cartellino non pare però essere un dettaglio ed è questo che mi spinge ad essere prudente: se dobbiamo fare uno sforzo, a questo punto meglio farlo con decisione, virando su profili forse meno collaudati ma che possano restituire quella euforia scalfita dagli ultimi avvenimenti.

Avvenimenti che non possono non includere la partenza di Onana, un calciatore che seriamente ha incarnato l’interismo nonostante una sola stagione vissuta all’ombra della Madonnina. Le sirene della Premier, sia per la società che per lui stesso, sono state irrinunciabili e dal punto di vista gestionale è stato fatto il passo giusto, ma resta il rimpianto per un portiere che ha le caratteristiche moderne che si richiedono ad un estremo difensore unite ad una forte personalità. Una lacuna che deve essere immediatamente colmata e che rappresenta la vera urgenza: altro che Lukaku e Cuadrado, la situazione delicata del mercato interista ad oggi è rappresentata dalla ricerca del suo numero uno. E tutto sembra andare in direzione Sommer, che dopo pochi mesi potrebbe lasciare il Bayern Monaco. Un portiere veterano della Bundesliga, il calciatore è l’elvetico con più presenze nella massima serie teutonica (superato il mitologico Sforza reso celebre dal trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo nell’indimenticabile cult del 1997 “Tre uomini e una gamba”), titolare inamovibile del Borussia M’gladbach e, prima ancora, del Basilea. Parliamo di un portiere che non ha nelle corde quello che sapeva fare Onana relativamente a giocate con i piedi o all’utilizzo di lanci lunghi per sfruttare velocemente le ripartenze, ma ha dalla sua la più importante delle qualità per chi indossa i guanti: parare. E lui lo sa fare benissimo. Non solo, si esalta sui tiri dagli undici metri e ha maturato 93 gettoni nelle competizioni UEFA che sono il biglietto da visita del profilo esperto richiesto dalla rosa. Eh sì, perché sia ben chiaro che non potrà bastare solo lui: arriverà anche un secondo portiere. Identikit? Giovane ma che sia già pronto per una squadra vicecampione d’Europa.

Sì, perché le ultime vicissitudini hanno forse fatto dimenticare il nuovo spessore ritrovato del club. Siamo l’Inter, che se lo mettano in testa tutti: chi viene e chi no.

 

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