Non farò marcia indietro.
La delusione da smaltire è cocente, la notizia è appena trapelata: Romelu Lukaku non giocherà nell’Inter. Nella squadra che, in quelle parole ormai svuotate di significato, aveva definito come casa sua, quando tornò dopo un anno pessimo a Londra e riaccolto da una società che aveva creato un’operazione ad hoc per poterlo riportare all’ombra della Madonnina.
Operazione riproposta con ancor maggiore sforzo in questa sessione di mercato, in cui Marotta e compagnia avevano trovato la quadra per far avere ad Inzaghi quell’attaccante così atteso, il centravanti ideale per la caccia allo scudetto della seconda stella. Tutto apparecchiato, tutto pronto per gustarsi il quarto anno del belga in maglia nerazzurra. Ma, con un epilogo degno di un episodio con protagonista Tom Cruise in Mission Impossible (che sta spopolando nelle sale cinematografiche con l’ennesimo capitolo della saga), la trattativa è saltata. 35 milioni + 5 di bonus, ingaggio sistemato: mancava solo il sì. Quel sì che è tardato ad arrivare e che, adesso, non verrà più riconsiderato, stando alle ultime indiscrezioni.
Le voci che stanno circolando (trattative parallele avviate con altri club, in particolare con la grande rivale per eccellenza, la Juventus) hanno infastidito (eufemismo) l’ambiente meneghino, che dopo una mattinata di riflessione ha scelto di mollare la pista che portava al belga. Stando a quanto riporta la Gazzetta dello Sport, non vi è margine per rimediare allo strappo consumatosi nella giornata di ieri, in quanto sarebbe venuto meno il patto di lealtà e correttezza che legava le parti in causa.
Una scelta dolorosa, un frastuono in un calciomercato ancora tiepido e che trova in questa clamorosa giravolta la vera miccia scatenante: quello che è accaduto oggi stravolge completamente il mercato, con un possibile effetto domino che potrebbe coinvolgere più di un protagonista.

Non farò marcia indietro, però, come specificato in apertura.
Appena due giorni fa ribadii la centralità che avrebbe avuto il suo innesto e rimango convinto che, per la situazione che si era venuta a creare, il suo impiego sarebbe stato vitale, il tassello giusto per sistemare il pacchetto offensivo interista, a patto che le prestazioni fossero state in linea con il Lukaku apprezzato nell’era contiana o, perlomeno, negli ultimi tre mesi della passata stagione. Più che dal punto di vista tecnico, però, fa male a livello sentimentale: non possiamo negare che questa vicenda abbia ferito i nostri cuori neroazzurri. O, almeno, quello del sottoscritto. Per un semplice motivo: lo abbiamo eletto a uno dei simboli della rinascita, e questo non lo si può negare. Insieme ad altri, sia ben chiaro, ma ha fornito il suo contributo, necessario per riportare il tricolore dalle nostre parti dopo un decennio terrificante. Se quel trasferimento al Chelsea nel 2021 era già suonato come un tradimento, quello di queste ore è ancora peggio: stavolta non ci sono le sirene della Premier o maxiofferte alla società che possano giustificare un tale atteggiamento. No, non possiamo tollerarlo: stavolta si è passato il segno.

Ma, come insegnava Prisco, l’Inter è sempre sopra tutto: ora occorre concentrarsi sul centravanti, sul numero 9 che dovrà avere il compito di segnare a raffica, facendoci dimenticare questo clamoroso incubo di mezza estate, che neanche il buon Shakespeare avrebbe potuto ideare. Adesso la dirigenza dovrà rielaborare le idee. Mantenendo il budget che era stato definito per l’acquisto dell’attaccante blues, ecco una lista di cinque potenziali nomi che potrebbero rappresentare l’identikit ideale per andare a far coppia con capitan Lautaro, lui sì, vero amante della causa neroazzurra.

1) Rasmus Hojlund (Atalanta). In cima alla lista, metterei indubbiamente il centravanti danese della squadra bergamasca. Le cifre a cui la dirigenza orobica pare essere orientata per fare a meno della rivelazione della scorsa stagione, appaiono proibitive ma, se un tentativo deve essere fatto, lui può essere la mossa giusta per digerire il boccone amaro di queste ore. Non è un mistero che si ispiri a Haaland, con cui presenta alcuni tratti fisici e tecnici comuni. 9 gol alla prima stagione in Serie A sono un bottino niente male, considerando anche il ruolino di marcia tenuto in Nazionale che lo hanno portato a segnare 16 gol complessivi in questo 2022/23. Insomma, parliamo di un giocatore classe 2003 che avrebbe come partner il più navigato argentino e un altro nuovo innesto come Thuram: se deve esserci uno sforzo economico, va profuso per lui.

2) Timo Werner (Lipsia). Nel 2020, il Chelsea (tanto per cambiare) spese 60 milioni per portarlo in Inghilterra. Deluse le aspettative, ma quella somma era giustificata dal quadriennio precedente: 78 reti in Bundesliga più altre 11 in Europa. Quasi 100 reti con la maglia del rampante Lipsia, a cui ha dato tanto nel suo percorso di crescita. I due anni di Londra sono stati bruttini, e la scorsa estate è tornato nel suo vecchio club, vincendo la Coppa di Germania e segnando un gol fondamentale ai quarti di finale contro il Borussia Dortmund. Il suo valore si è ridimensionato, e dunque la spesa per il suo acquisto potrebbe essere fattibile. Ha 27 anni, può ancora offrire tantissimo e se torna ai livelli ammirati nel primo periodo teutonico potrebbe essere micidiale: un pensierino lo meriterebbe.

3) Gianluca Scamacca (West Ham). Come molti, anche lui in Premier non si è ambientato. L’annata inglese è stata sottotono, difficile, condita anche da problemi fisici che ne hanno limitato il rendimento, seppur chiusa con una Conference League in bacheca (vista da fuori proprio a causa dell’infortunio). L’offerta della scorsa estate era irrinunciabile per lui ma soprattutto per il Sassuolo, che ha incassato 36 milioni + 6 di bonus: il trasferimento più redditizio della storia neroverde. Forse, però, al netto degli aspetti di business, all’attaccante classe 1999 sarebbe servita un’altra stagione di crescita in Emilia-Romagna, prima di tentare il grande salto. Ha dimostrato ampiamente il suo valore nella massima serie, e questo è il fattore che più mi convince: conosce il campionato, oltre ad essere giovane. Inoltre, rappresenta uno dei candidati designati a raccogliere l’eredità di Ciro Immobile come riferimento offensivo della Nazionale: la quota azzurra interista potrebbe essere un’altra leva in suo favore. Costo? Fattibile, complice anche la riduzione del suo prezzo di mercato dopo l’opaca stagione trascorsa.

4) Mateo Retegui (Tigre). Stessa età, stessa nazionalità di Scamacca: altro profilo su cui non sarebbe male puntare, sebbene in questo caso ci sarebbe il rischio di affrontare un nuovo campionato. I numeri dell’attaccante di proprietà del Boca Juniors, però, promettono scintille e quanto intravisto nelle apparizioni in maglia azzurra lascia delle speranze. Rapido, fisico e gran colpitore di testa: le sue caratteristiche principali si sposerebbero alla perfezione con una delle soluzioni tipiche del repertorio interista, il cross di Dimarco che necessita di un attaccante bravo in quel fondamentale. E lui, questo requisito lo possiede.

5) Paulo Dybala (Roma). Qui, più che una vera idea, trattasi di un sogno. Di difficile, se non impossibile realizzazione. L’argentino sembra innamorato della Capitale, vuole lasciare il segno nella storia giallorossa con Mourinho, ma le voci passate che hanno spesso accostato l’ex bianconero all’Inter lasciano un margine per poter anche solo accarezzare l’idea di comporre una coppia in salsa Seleccion. Il mercato, come abbiamo visto nelle ultime ore, è capace di qualsiasi cosa: chissà che il sogno di Dybala all’Inter non possa avverarsi. Il suo eventuale approdo comporterebbe un cambio radicale nell'atteggiamento offensivo, con Lautaro che dovrebbe andare a ricoprire il ruolo di centravanti più che di seconda punta: ma con quei due insieme, non dovremmo farci tutti questi problemi.
Sarebbe un buon modo per ricominciare, dopo quanto accaduto in queste ore.

 

Indaco32