Chi non ha fatto una vita da educanda sa benissimo quale sia il fascino del branco, dell'appartenenza, della fratellanza: dalla politica al calcio, l'appartenza ad una fazione restituisce all'individuo la dimensione, spesso trascendente, di un valore comune, di una stella polare a cui affidare la propria (spesso sofferta) navigazione attraverso le vicende della vita. Restituisce anche, ma nessuno lo ammetterà mai, la libertà di odiare il prossimo, in una società che, quasi per esorcizzare la storia millenaria dell'umanità fatta di guerre e lotte per il potere, tende a nascondere il rosso della Vita con una mano di intonaco rosa. È valso, storicamente, per il cittadino modello, impiegato di concetto o ragioniere senza infamia e senza lode, e per il teppistello di periferia.

Ciò che lascia stupiti, però, sono le biografie di questi nuovi capi delle curve: non tanto di quei finti duri e puri, che parlano di onore mentre si arricchiscono con lo spaccio, ma di quelle nuove figure di professionisti di successo che alternano il loro "essere del mondo" con la passione per le arti marziali e la violenza da stadio. Oltre che, tratto comune piuttosto curioso, la passione per la Svizzera come sede dei propri affari, cosa piuttosto insolita per un vero antagonista. Un bellissimo articolo de Il Giornale oggi restituisce una biografia interessante del defunto ultrà di Varese e Inter e della galassia che lo circondava. Colpiscono i curiosi seminari offerti dalla palestra in cui si allenava: l'antica scuola del coltello siciliano e le tecniche di difesa agro-pastorale della valle orfantina.

Ricordo tempo fa, più di venti anni fa, una scritta che campeggiava a Roma Nord: nessuno fermerà il cammino dei figli di Odino. Erano i primi anni in cui il tifo da stadio si saldava con la criminalità e l'estrema destra, come denunciato all'epoca da un solo giornalista, Michele Plastino. Oggi molti di quei figli di Odino si sono fermati in una galera, altri vivono di truffe e piccole violenze, qualcuno fatica a vedere i figli che vivono con la moglie separata, qualcuno ha perfino fatto i soldi come li fanno i comuni mortali che di Odino non sanno nulla. Insomma: preti di una nuova religione, birbaccioni, incoerenti e spesso mediocri come tutti i preti di ogni epoca. Qualcuno se n'è andato al Creatore, ricongiungendosi al metafisico mistero del Sole di Mezzanotte. Non so quale stile si possa rinvenire nella storia di un padre di famiglia che, al calar della sera, si unisce a un gruppo di persone incappucciate che tendono un agguato al buio armati di catene, martelli, macheti e spranghe. Forse, dice l'articolista, lo stile di quelli che amano la forza del tanti contro pochi. Non so se ci sia effettivamente stile, ma certamente non è un grande risultato ritrovarsi la mattina dopo con una bara, due orfani, una vedova, tre arrestati e quattro accoltellati. Non sembra, francamente, nulla di particolarmente epico né eroico. Forse è ora che il calcio ripassi dai seguaci di Odino ai tifosi di Dino. Zoff, ad esempio, un vero esempio.