Chi scrive è stato una delle poche voci critiche - in generale e su questo blog - che negli anni hanno messo in guardia sui danni che il modello Elkann - Agnelli - Paratici - Allegri stava causando alla Juventus e al sistema calcio italiano, di cui la squadra bianconera è stata principale protagonista nell'ultimo decennio.  

L'addio di Beppe Marotta, da me ingiustamente criticato come dirigente, ha di fatto messo in luce tutti i limiti di tre giovanotti molto pieni di sè, sufficientemente arroganti da non prendere atto dei loro errori e continuare a commetterli senza alcuna remora. 
Questa seconda tempesta bianconera negli ultimi vent'anni è di fatto molto peggiore della precedente e sarà molto interessante vedere come la proprietà saprà reagire ad un quadro molto inquietante: non ci si trova infatti di fronte al tentativo di costruire un sistema di relazioni capace di garantire il mantenimento del potere - cosa che nel mondo si chiama "networking" - ma al consapevole utilizzo di artifizi volti a mantenere un livello di competitività che non era possibile mantenere attraverso un esercizio virtuoso della diligenza richiesta agli amministratori e dirigenti di una società sportiva, peraltro quotata in Borsa. 

Dalle intercettazioni che continuano - impropriamente - a filtrare emergono i disperati tentativi di qualche dirigente apicale di riportare la gestione all'interno dei criteri imposti dal buon senso, prima che dalla legge.
Alcuni riferimenti che si leggono in queste ore - ad esempio quello malizioso ad una specie di entità contigua alla Società ma di fatto facente capo ad un solo dirigente - fanno emergere le spaventose leggerezze gestionali del management, in primis del Presidente, che hanno di fatto portato un patrimonio storico della Famiglia e della Nazione sull'orlo del baratro economico - finanziario. 

Accanto a tutto ciò emergono però le responsabilità altrettanto gravi della proprietà (la minuscola non è casuale) che assomma questa catastrofe sportiva al disastro prolungato della Scuderia Ferrari; dei giornalisti e dei media in generale, per la consueta sudditanza di cui in ultima analisi sono anch'essi complici e beneficiari; per arrivare a tutti quei tifosi che, per ideologia o per cecità, non si sono resi conto che i nove scudetti consecutivi - sbandierati al mondo interno - erano solo un modo per nascondere la nudità di una Vecchia Signora ormai diventata indecente.