Mentre la FIFA accoglie il ricorso di Paratici - unico a rivolgersi al TAS - a Torino si sussurra di una profonda rottura tra allenatore, calciatori e proprietà. Da ciò deriverebbe il nervosismo traboccante di Landucci e Allegri, che, insieme ai giocatori, avrebbero preso malissimo un episodio in particolare, la classica goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso. 
Si tratterebbe del grottesco provvedimento di Gravina in favore di Lukaku e della incomprensibile passività della società, che per l'ennesima volta avrebbe scelto di non reagire all'accerchiamento delle istituzioni e degli avversari.

Non occorre essere stati in campo, viste le immagini chiarissime, per sapere che Lukaku e Cuadrado sono stati ammoniti dopo i reciproci spintoni, che hanno rinfocolato la rissa. Provvedimento, a livello comportamentale, impeccabile ed infatti confermato dalla giustizia sportiva.
Ai giocatori e allo staff non sarebbe piaciuta neanche la scelta di non difendere Cuadrado dalla artata ricostruzione dello scontro con Handanovic: anche qui seguendo la mano destra dello sloveno, quella con l'asciugamano, si nota chiaramente una gestualità poco conciliativa, che forse solo Guido Rossi avrebbe potuto derubricare a carezza di pace.  

In effetti, il provvedimento straordinario ed emergenziale di Gravina sembra rientrare tra quei provvedimenti ad personam stile Il Marchese del Grillo, che lasciano molti dubbi: in primo luogo sul fondamento giuridico, visti i chiari limiti posti al testo dell'art. 43 sui poteri di grazia del Presidente (che in un paese storicamente e culturalmente fazioso come l'Italia, per loro natura devono essere limitati); in secondo luogo sulle reali finalità della decisione, visto che i cori e i comportamenti discriminatori sono rimasti una costante sostanzialmente impunita anche nei giorni seguenti, mercè la classica foglia di fico dei referti (che sappiamo tutti non essere scritti sotto una campana di vetro e in presa diretta). 

Il messaggio che sarebbe passato ai giocatori, lasciati soli sulla ridicola lavagna dei cattivi insieme a un paio di tifosi, sarebbe quello del classico tentativo di negoziare una ricomposizione dei rapporti con le istituzioni calcistiche, trovando a tavolino una soluzione "alla Zaccone", per usare una terminologia cara a chi ha la memoria lunga.

È sembrato strano a molti che il presidente Gravina non abbia preso analoghi provvedimenti a favore di Josè Mourinho, per un episodio gravissimo e una provocazione diretta da un ufficiale di gara, ben più grave di quella di due tifosi su cinquantamila. Anche in quel caso, la sospensiva andò nei fatti contro la Juve, mentre il presidente federale si guardò bene dal rimuovere una squalifica di cui sta ridendo tutto il mondo. 
Il meritevole argine posto da Allegri in questi mesi alla disgregazione dello spogliatoio - già messo a dura prova da alcune deposizioni di alcuni giocatori - sarebbe dunque miseramente crollato, facendo emergere tutta la rabbia covata sotto la cenere e azzerando le motivazioni dei giocatori.

Il mese di maggio ci dirà se abbiamo ragione: se sono rose, fioriranno, altrimenti i tifosi si preparino all'ennesima trattativa.