Signor Presidente,
le scrivo questa lettera dopo che fin dall'inizio di questa estate non mi sono più rivolto a lei chiamandola col suo vero cognome perché ritenevo, e ritengo di non aver sbagliato il mio giudizio ancor più dopo stasera, la scelta di licenziare Paolo Maldini essere una sofferenza che nemmeno un masochista sogna di provare.
L’unico uomo di campo presente in Società è stato allontanato perché ha sbagliato, a suo dire, la campagna acquisti. Con il duo Furlani & Moncada, finalmente un team, una squadra di operatori di calcio al di sopra di una formazione di atleti di calcio, ha ritenuto fosse superfluo aggiungere un Direttore Sportivo con esperienza.
Avrà avuto ragione?
In fondo, ha pensato, c’è l’intelligenza artificiale, l’algoritmoMoneyball. Non c’è più bisogno dell’essere umano e del merito sportivo ma di numeri e lei di numeri ne ha dati abbastanza alla platea sterminata di tifosi rossoneri. Non si preoccupi. Si ricorderanno bene chi e cosa è stato durante la sua presidenza.
Ce lo ha detto l’Amministratore Delegato sottolineando come il suo intervento abbia salvato il Milan dal portare i registri in tribunale. Peccato che se fosse stato veramente così noi tifosi avremmo dovuto ringraziare Elliott, un altro Fondo d’Investimento americano come il suo.
Lungi da me sprecare due righe per annotare cos’hanno regalato gli statunitensi al Calcio di questo Paese. Penso che non lo farò. Sarebbe troppo facile e scontato ricordare James Pallotta (suo conterraneo) e i successi che ha inanellato nella Capitale, Roma.
Non sprecherò nemmeno un rigo di spazio per ricordare che la sua acquisizione del pacchetto di maggioranza del Milan è stato in ballottaggio con un Fondo arabo che però non ha saputo offrire le sue stesse garanzie. Chissà cosa c’era dietro, ma non tenga in considerazione queste mie affermazioni. Io sono un complottista e perciò non merito alcun credito, tanto più che se mai avessi un po’ di soldi da capitalizzare mi risulterebbe difficile avvicinarmi a investimenti suggeriti da Fondi americani lungimiranti come il suo.
Io sono solo un tifoso ignorante.

Scriverò, invece, della sua campagna acquisti e della splendida formazione che ha saputo consegnare nelle mani di un plasmatore di argilla come il nostro Parmense preferito (anzi, il suo) che, gliene rendo merito, ha saputo difendere contro tutto e tutti, promuovendolo in Società, trasformandolo da Mister a Coach. Si è battuto come un leone, signor Presidente, per dar corpo e vita ai sogni dei tifosi rossoneri preannunciando loro le scelte sullo stadio che hanno saputo convincere tutti, persino i Caterpillar, che stanno già rombando in quel di San Siro, anzi, Sesto San Giovanni, meglio, San Donato Milanese, forse… Ha tenuto duro nonostante gli infortuni abbiano condizionato la stagione in soli tre mesi con numeri da record per l’infermeria come non si vedevano dai tempi della peste di manzoniana memoria. Ci vuole coraggio e saggezza per fare quel che ha fatto lei, i risultati che ha saputo ottenere in così poco tempo.
Ha anche mostrato la tempra necessaria per licenziare l’allenatore. Ci vuole temperamento e sagacia calcistica per sapere quando è arrivato il momento giusto per cacciare l’uomo in giacca e cravatta che siede in panca, ascoltando il parere di tutti i tifosi. Ha esonerato Ganz e gliene siamo grati. Era ora. L’elenco dei suoi successi non si arresta. La strada verso la seconda stella è ora spianata e lei lo sapeva. Lo ha sempre saputo. Lo scudetto di due anni fa è maturato con l’esclusione dalle Coppe (plurale, non a caso…).
Quindi, la brutta sconfitta casalinga maturata contro una normale formazione tedesca è stata programmata scientificamente, allo scopo di raggiungere lo Scudetto. Poco importa se questo risultato impedirà al Milan di partecipare al prossimo trofeo dei campioni e ai soldi (parecchi) che sarebbero arrivati. Lei, dopotutto, è il Presidente e non il Ragioniere.

È tutto. Mi sono chiesto come avrei dovuto chiudere questa lettera e ho pensato che il miglior finale non può esser altro che un GRAZIE.
Senza di lei avrei passato delle monotone giornate a guardar vincere il mio Milan. Anche oggi, invece, ho vissuto delle emozioni che ricorderò per sempre e cercherò incessantemente nelle teche di Casa Milan.

Il tifoso milanista Pier-Giorgio TOMATIS