L’unico uomo di campo presente in Società è stato allontanato perché ha sbagliato, a suo dire, la campagna acquisti. Con il duo Furlani & Moncada, finalmente un team, una squadra di operatori di calcio al di sopra di una formazione di atleti di calcio, ha ritenuto fosse superfluo aggiungere un Direttore Sportivo con esperienza.
Non sprecherò nemmeno un rigo di spazio per ricordare che la sua acquisizione del pacchetto di maggioranza del Milan è stato in ballottaggio con un Fondo arabo che però non ha saputo offrire le sue stesse garanzie. Chissà cosa c’era dietro, ma non tenga in considerazione queste mie affermazioni. Io sono un complottista e perciò non merito alcun credito, tanto più che se mai avessi un po’ di soldi da capitalizzare mi risulterebbe difficile avvicinarmi a investimenti suggeriti da Fondi americani lungimiranti come il suo.
Io sono solo un tifoso ignorante.
Scriverò, invece, della sua campagna acquisti e della splendida formazione che ha saputo consegnare nelle mani di un plasmatore di argilla come il nostro Parmense preferito (anzi, il suo) che, gliene rendo merito, ha saputo difendere contro tutto e tutti, promuovendolo in Società, trasformandolo da Mister a Coach. Si è battuto come un leone, signor Presidente, per dar corpo e vita ai sogni dei tifosi rossoneri preannunciando loro le scelte sullo stadio che hanno saputo convincere tutti, persino i Caterpillar, che stanno già rombando in quel di San Siro, anzi, Sesto San Giovanni, meglio, San Donato Milanese, forse… Ha tenuto duro nonostante gli infortuni abbiano condizionato la stagione in soli tre mesi con numeri da record per l’infermeria come non si vedevano dai tempi della peste di manzoniana memoria. Ci vuole coraggio e saggezza per fare quel che ha fatto lei, i risultati che ha saputo ottenere in così poco tempo.
Quindi, la brutta sconfitta casalinga maturata contro una normale formazione tedesca è stata programmata scientificamente, allo scopo di raggiungere lo Scudetto. Poco importa se questo risultato impedirà al Milan di partecipare al prossimo trofeo dei campioni e ai soldi (parecchi) che sarebbero arrivati. Lei, dopotutto, è il Presidente e non il Ragioniere.
È tutto. Mi sono chiesto come avrei dovuto chiudere questa lettera e ho pensato che il miglior finale non può esser altro che un GRAZIE.
Senza di lei avrei passato delle monotone giornate a guardar vincere il mio Milan. Anche oggi, invece, ho vissuto delle emozioni che ricorderò per sempre e cercherò incessantemente nelle teche di Casa Milan.
Il tifoso milanista Pier-Giorgio TOMATIS
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