A Lecce, città della Puglia nota per gli edifici in stile barocco, si consuma la Caporetto della squadra, dirigenza e Proprietà che ha ereditato lo scudetto 2020-2021: Red Bird (che significa Uccello Rosso, nomen omen) e il suo Presidente, Furlani, Moncada, Moneyball, Pioli e un gruppo di giovani scommesse (molte di queste ottime, secondo me, ma, credetemi, non sto parlando di Tonali). Se qualcuno aveva ancora dubbi sulla caratura di una barca che affronta i mari in tempesta ora può mettersi il cuore in pace. I colori rossoneri stanno diventando sinonimi di ….zzatura dei tifosi e di un futuro buio pesto.

Dopo l’inattesa vittoria di martedì sera contro Mbappé e soci la formazione che si presenta al Via del Mare, alle ore 15 di un sabato qualunque di novembre, è priva di Musah, Pulisic e Loftus Cheek. I sostituti sono Krunic, sì, proprio l’unico grande acquisto richiesto dal Coach alla Società a mezzo stampa, Pobega e Chukwueze. L’arbitro dell’incontro è Abisso e nel gioco dei nomen omen anche questo non si preannuncia come un ottimo segno del destino. Comunque, non tutti gli operatori del settore sono superstiziosi come l’Oronzo Canà de L’allenatore nel pallone e si sprecano nel gettare sale dietro la porta avversaria o a fare le corna dal lato opposto a quello del rettangolo di gioco.
Siamo il Milan, accidenti. Siamo la squadra nella quale gioca il portoghese Leao, l’eroe di coppa capace di ammutolire con le sue prodezze persino Mbappé. La partita inizia e si capisce subito che non sarà una passeggiata in puro stile Champion ma piuttosto una Via Crucis che porta dritto dritto verso il Golgota (come non ricordare che tra i giallorossi gioca un certo Krstovic).

Infatti, al nono minuto (non al novantesimo, i lettori hanno inteso bene) il Milan incomincia a capire che oggi non sarà una di quelle da ricordare (in positivo, ovvio). Un infortunio. Pesante. Leao. Esce. Entra Okafor e per quasi tutto il primo tempo l’undici rossonero reagisce tirando fuori gli attributi che ci vogliono. Segna due gol e va in controllo della partita. La prima marcatura annotata sul taccuino dell’arbitro è frutto dell’unico cross consegnato a Giroud che per una volta tanto non si è girato ma ha colpito con l’ombelico del mondo. Non ha importanza. Per come stanno andando le cose va più che bene. Se poi ci metti pure che sette minuti più tardi si assiste al raddoppio di Reijnders si è quasi tentati di dimenticare l’infelice frase del Coach al fischio finale della partita di martedì sera rivolta non si sa bene a chi, anche se a pensar male quasi sempre ci si azzecca come diceva quel politico là...

Finisce il primo tempo.
Si è infortunato anche Calabria e il suo naturale sostituto diventa… Musah. Forse, il Coach vuol vincere l’incontro alla Allegri, col corto Musah… bah. Un giorno, quando scriverà le sue memorie ce lo spiegherà. Di certo, se mi si permette, non acquisterò quel libro. Ho l’abitudine di leggere molto ma non le biografie distopiche.

Inizia il secondo tempo.
La squadra inizia il secondo tempo giocando alla Zaccheroni, col 4-2… fantasia o alla Oronzo Canà di Longobarda memoria. Tra difensori, centrocampisti e attaccanti c’è stata più strada che non nel percorso di Santiago di Compostela. Anche il finale è diverso. Chi ha fatto quel cammino mi ha sempre raccontato che al di là del presunto luogo di sepoltura dell'apostolo San Giacomo che si trova all’arrivo si è avvolti in un atmosfera magica e spirituale unica nel suo genere. Niente a che vedere con quanto si è visto in campo fino al novantaquattresimo circa.

Superato il sessantesimo, i rossoneri entrano nella zona “Emmental”. Come se fosse finita tutta la concentrazione disponibile, Maignan e soci subiscono il pareggio e rischiano seriamente la sconfitta. Mi piace la gruviera ma vederla servita sul rettangolo di gioco ogni volta che il Milan deve gestire le partite mi sembra un inutile spreco di buon cibo.

I rossoneri regalano due gol al Lecce, uno di questi su palla inattiva, una volta entrato un certo Sansone che già una volta aveva miracolato il nostro Coach segnando ai cugini e, di fatto, consegnando lo scudetto alla squadra del parmense. Il Milan subisce sempre gol ogni anno da calci d’angolo o punizioni ma non riesce a farne nello stesso modo. Non credo si tratti del famoso terzo segreto di Fatima ma è inspiegabile e intrigante quasi allo stesso modo.

Entra Jovic per Chukwueze, mossa tattica con la quale il Coach forse intende tirare le orecchie alla dirigenza, viene espulso Giroud per proteste. Segna il Lecce e s’infortuna Thiaw. Il VAR annulla il gol ma non la ridda di fischi che i tifosi rossoneri indirizzano a chi? Io un sospetto ce l’ho ma il giallo è veramente mozzafiato e degno di un ispettore più del calibro di Hercule Poirot che non del sottoscritto.
(L)ecce homo. Ecco l’Uomo. Se la Società rossonera c’è... batta un colpo e ci dica cosa succederà domani.