La scelta di De Laurentiis, all'indomani della defenestrazione di Garcia, di affidarsi nuovamente, a distanza di 10 anni a Mazzarri dimostra, se qualcuno avesse su questo ancora dubbi, quanto importante venga ritenuta da parte del patron del Napoli, e di riflesso dell’intero ambiente partenopeo, quella che forse è la più grande qualità che Mazzarri allenatore, in tutti questi anni di esperienza presso le più importanti panchine italiane ha sempre dimostrato di avere: e cioè quella di non cercare mai scuse (se non quelle evidentemente non dipendenti dalla sua capacità), e di sapersi assumere la piena responsabilità del risultato e del gioco espresso dalla squadra, se necessario, difendendo a spada tratta i propri giocatori, proteggendoli con la sua stessa persona da ogni tentativo di addossare colpe ai singoli, preservando l’ambiente da isterismi e ingiusti processi mediatici.

L’ambiente sacro dello spogliatoio, sempre sotto attacco (soprattutto quello particolarmente effervescente del Napoli) con lui a fare da Cerbero, a controbattere e rintuzzare senza posa le critiche formulate da giornalisti e da commentatori televisivi poteva dirsi al sicuro.
Per non parlare poi delle sue capacità di lettura delle partite, sia durante il match stesso, sia alla fine della gara, con tutta una serie di dettagli utilissimi, derivanti da un’analisi lucida della gara che denotano una conoscenza del calcio quasi come di una scienza. Non esatta, per carità, ma comunque basata su principi scientifici, avvalendosi di un continuo impegno di studio per rimanere sempre al passo con le trasformazioni di uno sport in continua evoluzione.

Altri, dotati di minor senso di responsabilità quando le cose vanno male se la prendono con chiunque gli capiti “a tiro” scaricando su di essi le responsabilità. Cercare infatti di spiegare con franchezza d’animo, accettandone tutte le conseguenze, il perché si sia subita una clamorosa sconfitta, anziché una spumeggiante vittoria è senza dubbio una prova di carattere di cui solo pochi sono capaci.
Nel corso degli anni abbiamo avuto a che fare con dei veri e propri maghi della scusa, dei funamboli che dell’alterazione della verità e della deresponsabilizzazione hanno fatto un proprio carattere distintivo. Ma, come dicevamo pocanzi, nessuno di questi può essere rispondere all’appellativo di Walter Mazzarri, allenatore che dell’integrità e dell’assunzione di proprie responsabilità è da sempre maestro ed esempio.
Tutti, ad esempio, ricordano le famose battaglie di Mazzarri contro “il palazzo”, prima al Napoli negli anni d’oro, poi all’Inter, sui calendari sempre a sfavore. Le sue dichiarazioni inferocite riportate sulle prime pagine di tutti i giornali sportivi, nazionali e internazionali ancora oggi risuonano dopo aver suscitato sdegno e grande solidarietà, soprattutto quando a beneficiare di questi calendari era la Juventus.
Mazzarri si scaglia contro i poteri forti del calcio”
Mazzarri solleva dubbi sulla regolarità del campionato”
Mazzarri getta ombre sul campionato: a suo dire, ancora una volta la scelta degli orari e dei giorni ha determinato un indiscusso svantaggio. E tante altre recriminazioni.

Ma lasciamo direttamente al nostro eroe di stoicismo il compito di spiegarci tramite i virgolettati, i motivi del suo dissenso, ad occhio e croce, sempre condivisibili.
Se qualcuno gli fa presente che giocare l’Europa League è senza dubbio meno impegnativo, risponde piccato: “Non parliamo poi di Europa League o Champions League, per carità: è evidente che la seconda sia nettamente più difficile, viste le squadre che ti tocca di affrontare, ma a fare l'Europa League, che si gioca il giovedì, si paga dazio in campionato, con una quantità di punti impossibile da calcolare, ma senza dubbio non trascurabile!” Inoltre, sempre parlando di impegni troppo concentrati nel tempo, Mazzarri, quasi fatalista ricorda a chi probabilmente rischia di prendere sottogamba gli impegni, che: “Non dobbiamo scordarci che siamo in emergenza… SEMPRE!. Qualcuno dei ragazzi, è prevedibile che un po’ di fatica la senta e cali nel corso della stagione la sua performance...”

E se a volte il risultato è stato pesantemente determinato dalle condizioni del manto erboso, ecco che parte la reprimenda: “Siamo stati penalizzati con la terra bagnata! Siamo stati BLOCCATI DALLE POZZANGHERE, ALMENO TRE O QUATTRO VOLTE!. Probabilmente il campo così veloce ci ha penalizzato. Non eravamo abituati e siamo scivolati contro le loro pozzanghere (quasi fossero state preparate a bella posta dalla squadra di casa) proprio nel momento cruciale.”

Rendendosi poi conto che a furia di lamentarsi, la credibilità viene man mano meno: “Non sono scuse, ma fatti!. Guardate!  Guardate i filmati delle azioni! Loro hanno fatto un tiro ed è passato da fuori area fra 20 gambe ed è andato nell'angolino. Noi facciamo mille tiri e non entra mai, gli altri con mezzo tiro rimpallato riescono subito ad andare in vantaggio. Siamo sfortunati, gli altri invece vincono, ma è tutta fortuna, tutta fortuna.”

Non fai poi in tempo ad assorbire psicologicamente il colpo, che subito ti arriva un nuovo fendente, ancora più duro: “E’ che siamo proprio tanto sfortunati. Troppo! Subisci un unico tiro in porta da 30 m e questi son capaci di vincere così.” Non manca la forza di fare comunque alcune considerazione, “almeno per cercare di non rifare sempre gli stessi errori” “Abbiamo preso il gol, è vero, ma se il palo fosse stato più in là, il tiro sarebbe andato fuori!
“Certe volte succedono cose che devi accettare come un insegnamento: se tiri fuori dallo specchio non entra, se tiri nello specchio, se non la parano, fai gol.”
“Sono fasi di transizione normali. La società lo sa bene che siamo sfortunati. Magari se il tiro fosse stato più forte, la palla sarebbe andata dentro. Oppure magari andava da un'altra parte. L’insegnamento che mi sento di dare ai miei ragazzi è che era destino che non vincessimo.”

Il fatalismo quando si arriva a certi livelli è inevitabile: “Credo che ogni annata nasca anche sotto una stella o sotto un’altra. Oggi quest'anno ci va tutto male. Sarà un anno di transizione. E’ senza dubbio un anno di transizione, non si segna mai, ma mai mai, proprio! Ma è normale così.”

 A volte si può perdere il lume della ragione e lasciarsi andare a frasi prive di senso. Per poi ricordare a chi è capace solo di criticare che: “Avevamo mezza squadra influenzata, 4-5 giocatori avevano la febbre e uno ha addirittura giocato con la diarrea”. Il giocatore in questione ringrazia sentitamente per il non essere stato citato con nome e cognome, visto che la presenza sul manto erboso di fango, lo aveva fino a quel momento salvato, oltre che dalla sconfitta, anche da ulteriori figure di m*****

Nei big match, poi, l’ansia può giocare brutti scherzi, e persino la palla può avere comportamenti che violano le leggi della dinamica e dei corpi in movimento: “C'era tanta pressione, sapevamo di avere di fronte una squadra molto forte, non si poteva sbagliare, probabilmente alcuni hanno sentito troppo questa partita e quando c'è magari un fatto mentale la palla si comporta diversamente” Teoria, bisogna ammetterlo, che a dir poco suggestiva che desta curiosità e desiderio di approfondimento…

“Tu calci, e la palla svirgola, ma su una spalla, ed entra dentro l'area piccola e ti viene sul piede.”
Dopo questa spiegazione, tra l’onirico e il farneticante fornita da Mazzarri sulla dinamica che ha portato la palla ad entrare in porta (la propria), i ripensamenti che si addensavano come nubi sul capo di De Laurentiis e gli impedivano di dormire tranquillo sono stati d’incanto fugati.
Il “buon” (si fa per dire) Aurelio, che delle argomentazioni forbite e supponenti di Garcia ne aveva le tasche piene, non ha più avuto dubbi: Mazzarri finalmente era tornato a casa!

Tornando seri (per quanto possibile, s’intende!) Ad una domanda di un giornalista che aveva notato una certa pigrizia da parte di alcuni giocatori: Mazzarri che non ama nascondersi dietro una candelina: “ripeto: c’era il compleanno di Cavani. Questo spiega il clima soporifero. Quel che in generale si può dire è che probabilmente si è sottovalutato l'impegno. Comunque, siccome si tratta di una ricorrenza che capita solo una volta il problema diciamo che si è risolto da solo…”

Analizzando in modo scientifico la partita: “Mi dicono che mi lamento, no? Ma la matematica non è un'opinione, se proprio deve essere preciso, s’è fatto il 433, s’è fatto i 352 iniziale, poi 3412. Basta stare attenti e fare i conti. La matematica non è un'opinione.”

Se poi vogliamo trovare una giustificazione logica a tutto, non c'è un ragionamento logico che giustifichi alcuni pareggi. “Si è fatto 14 calcio d'angolo, pali, traverse e robe varie”. Ecco cosa si potrebbe fare: bisognerebbe cambiare un po’ le regole, ogni tot. angoli battuti è un gol Oppure che fosse assegnato un gol ogni tanti pali. No? I regolamenti se volete, li conoscete più di me. Non sono scuse”

Ogni tanto, però, anche Mazzarri mostra la sua umanità e si lascia andare ad un accesso di vittimismo: “OK. Io sono allenatore di calcio, ogni allenatore, come ho sempre detto ieri, è un'artista. In questo sala ci sono tutti, allenatori bravi, professori, scienziati. E poi c’è sempre il solito Mazzarri che non è bravo, e non riesce a far vincere la sua squadra”…

Riprendendo la verve di sempre: “Santoddio! Si gioca ogni tre giorni. Anche i giornalisti venuti con noi erano stanchi, figurarsi i giocatori che erano andati in campo”!
La sfortuna raggiunge valori inimmaginabili quando l’arbitro arriva addirittura a condizionare la partita in modi inimmaginabili: “Lo stop dovuto all’infortunio dell’arbitro ha interrotto un buon momento per noi”.
La squadra ospitante era favorita, fra l’altro aveva anche lo stadio dalla sua. Questi sono fatti non alibi come dice qualche detrattore. Abbiamo sofferto, è vero, ma non ci scordiamo che siamo in emergenza. Era prevedibile che i ragazzi calassero, poi ha cominciato persino a piovere…”.
La verità, è che abbiamo sbagliato tanti contropiede per la fretta di andare in porta. Non siamo sereni, non siamo lucidi, non è un buon momento per noi. Ci sono persino giocatori che in questo periodo dell’anno non reggono tre partite consecutive”
Purtroppo non abbiamo segnato quando dovevamo farlo e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti! Stavolta abbiamo trovato un’avversaria temibile, con i tifosi che incitavano per la vittoria e temo che questo abbia pesato non poco sull’economia della partita. Senza i tifosi avversari forse le cose sarebbero andate diversamente. Nessuno può dirlo. Non si può ponderare l’imponderabile”.
Se poi analizziamo la partita a livello statistico, viene da chiedersi: è possibile che quando gli episodi sono contro di noi si vedono e quando sono a nostro favore invece non si vedono mai?
In attacco abbiamo sbagliato l’impossibile, abbiamo preso 3 pali, forse 4… Diciamo quasi 4 pali, poi abbiamo preso gol da una punizione, palo interno… 
Il mezzo palo di prima! Cazzarola!"