La passione per il calcio, in Italia, non è di certo un mistero. Non un semplice sport, per molti una vera e propria religione, quella di sedersi davanti alla televisione, o per i più fortunati, di andare allo stadio a cantare e sostenere la propria squadra del cuore. Proprio il suo essere un fenomeno di massa, lo ha reso un qualcosa di molto apprezzato non solo nel mondo dei “comuni mortali”. Accade così che siano numerosissime le celebrità che si interessano a questo sport. Nello specifico, numerosi cantautori italiani hanno deciso di coniugare questa passione al proprio lavoro, realizzando, ed inserendo nei loro dischi, delle canzoni dedicate a squadre, calciatori e personaggi che hanno scritto la storia del nostro calcio, nonchè del pop italiano.

Vi avviso che non troverete le ormai conosciutissime Una vita da mediano, La dura legge del gol, o La leva calcistica del ’68, veri e propri classici della nostra musica, bensì pezzi passati leggermente più sottotraccia, ma che ritengo molto interessanti da conoscere, sia che vi piaccia il calcio, sia la musica.

Calcutta – Hubner

La prima canzone è tratta dall’album Evergreen (2018), firmato dal cantautore originario di Latina Calcutta. Parla, com’è facile intuire, del bomber italiano di origini tedesche, che per oltre 20 anni ha giocato, e vissuto, nei campi di provincia italiani, mettendo a segno caterve di gol, e togliendosi soddisfazioni come quella di giocare di fianco a Roberto Baggio, durante la sua esperienza al Brescia, o di diventare capocannoniere della Serie A, a 35 ani, con la maglia del Piacenza. In questo brano, Hubner diviene un esempio da seguire (“Dovrei fare come Dario Hubner”), nel calcio, come nella vita. Il simbolo dell’anticonformismo, di come, nella vita, si possano raggiungere traguardi importanti, pur senza snaturarsi, rimanendo se stessi. Mentre, limitandoci all’ambito calcistico, risulta un richiamo nostalgico ai valori più puri di questo sport, che il denaro cerca costantemente di portarci via.

Lucio Dalla – Baggio…Baggio

Da un cantautore ad un altro, da un campione ad un altro. Ma qui parliamo del cantautore per eccellenza, e del campione per eccellenza. Le strade di questi due miti del nostro paese si incrociano nella stagione 1997-98, nella quale il fuoriclasse veneto indossa la maglia del Bologna, che conduce alla salvezza, grazie a ben 22 reti in 30 presenze. Per Lucio Dalla, grandissimo appassionato, naturalmente della squadra della sua città, sarà un’annata indimenticabile, proprio per la gioia che un artista di questo gioco, come Roby, è in grado di procurare nell’animo di un amante del calcio, oltre che di un poeta come Dalla. Il tutto è accompagnato da una serie di metafore e personificazioni (“Sei mai stato il piede del calciatore che sta per tirare un rigore e il mignolo destro di quel portiere che è lì, è lì per parare?”), che vanno a rendere l’idea di un’esperienza mistica, ultraterrena. Il brano risale al 2001, dunque a seguito dell’addio di Baggio ai rossoblù, e fa parte dell’album Luna Matana.

Antonello Venditti - La coscienza di Zeman

La passione di Antonello Venditti per la Roma è estremamente nota, non fosse altro per aver composto, nel 1975, l’ancora attuale inno dei giallorossi, “Roma Roma Roma”. In questo articolo, però, ho intenzione di trattare un altro pezzo del cantautore a tema calcistico, composto diversi anni dopo, nel 1999, e inserito nell’album Goodbye Novecento. In La coscienza di Zeman, il protagonista è un allenatore, non più un calciatore, ovviamente Zdenek Zeman, che in quell’anno viveva l’ultima stagione della sua (seconda) esperienza nella capitale. Ne risulta quasi una canzone d’amore per il ceco, che denota tutto l’apprezzamento di Venditti per il tipo di calcio propugnato dal tecnico, visto come una figura anticonvenzionale, fuori dagli schemi, quasi ossessionato dalla sua filosofia di calcio, come sappiamo, estremamente votata all’attacco, spesso a costo di trascurare la fase difensiva (“All'attacco vai In difesa mai”). Filosofia che gli è valsa tante gioie quanti dolori, tanti apprezzamenti quante critiche, ma, soprattutto, l’omaggio di uno dei più grandi cantautori della storia del nostro paese.

Cisco - Best

Torniamo a parlare di campioni in campo, e arriviamo ad una delle figure più controverse che la storia del calcio sia stata in grado di regalarci. Sembrava un paradosso che ancora nessuno avesse deciso di dedicare una canzone a quello che, negli anni ’60, veniva etichettato come “Quinto Beatle”. Ci ha pensato, nel 2006, anno successivo alla morte del nordirlandese, Cisco, cantautore originario di Carpi, specializzato in musica che va tra il folk ed il rock più puro, nel suo primo album da solista, La lunga notte. In questo brano troviamo una sorta di ode al fuoriclasse di Belfast, dipinto senza mezzi termini, in maniera estremamente verace, con uno scarso utilizzo di metafore, ma attraverso un testo semplice ed efficace, che va a concentrarsi sui due poli che hanno caratterizzato la vita di George Best: da un lato le meravigliose giocate in campo (Sono l'ala che spinge sono il fantasista quello che finta che dribbla salta l'uomo tira e poi segna), dall’altro le rivedibili vicissitudini che ha affrontato fuori dal rettangolo verde (Alzate i bicchieri per quest'ultima volta ma guardate e pensate alla mia triste fine).

Stadio - Gaetano e Giacinto

Nel 2011, direttamente dall’album Diamanti e caramelle della band bolognese Stadio, troviamo questo singolo che, probabilmente, all’interno di questa rassegna è il più toccante. I protagonisti sono due, ma non sono semplici calciatori, molto di più, due uomini. Gli Stadio ci portano, contemporaneamente, ad assaporare la nostalgia per questi due monumenti, che purtroppo non ci sono più, e a quella per uno sport che ormai non esiste più da tempo. Scirea e Facchetti sono i simboli della Juventus che vince tutto negli anni ’80, e dell’Inter che fa lo stesso nel decennio precedente, di due tra le nazionali italiane più forti di sempre, ma rappresentano, soprattutto, l’essenza di un certo tipo di calcio, che se n’è andato insieme a loro. Due campioni, due leader, sempre discreti, silenziosi, educati, un gancio, un esempio, per milioni di bambini che inseguono il proprio sogno, partendo dal nulla.

Francesca Michielin – La Serie B

Chiudiamo questa rassegna con un altro brano pop molto recente, facente parte dell’album del 2018 di Francesca Michielin, 2640. La giovane cantautrice proveniente da X-Factor non ha mai nascosto la sua grande passione per il calcio. In particolare, è una tifosissima della Juventus, il suo idolo indiscusso è Alex Del Piero, e spesso da bambina veniva etichettata come un “maschiaccio” proprio per questa sua, secondo alcuni, strana tendenza. L’altra squadra che possiede le chiavi del cuore della Michielin è il Vicenza, ovvero il club che rappresenta la provincia del suo paese di nascita, nonché la prima che l’ha condotta allo stadio. Nella sua ballata, la cantautrice esprime tutta la sofferenza che le ha procurato proprio la retrocessione in Serie B del suo Vicenza, nel 2001, trasformandola in una metafora di vita. Alla fine, la Serie B, non è altro che una dimensione immaginaria, in cui si inseriscono tutte quelle persone insofferenti, emarginate dalla società, che portano avanti, a fatica, una vita fatta di poche gioie e tanti stenti.