Si è conclusa una stagione che definirei quantomeno anomala, non solo per l’assenza di pubblico, piuttosto per quello a cui noi tifosi bianconeri siamo stati abituati in questi 9 anni. Il mancato raggiungimento dello scudetto era un qualcosa che ci si poteva immaginare, sia per la legge dei grandi numeri, che per la pretendente numero uno, ovvero l’Inter, che, già dallo scorso anno, aveva dimostrato di possedere tutte le carte in regola per porre fine al dominio bianconero, cominciato proprio con l’avvento di Antonio Conte in panchina. Tuttavia, se il mancato scudetto non ha destato chissà quali preoccupazioni, ci hanno pensato la precoce eliminazione dalla Champions League e la pericolosissima débâcle in campionato, a mettere l’amaro in bocca ai sostenitori bianconeri, salvo addolcirsela con la Coppa Italia ed il quarto posto finale.

Dunque, sventato il fallimento totale, si ripartirà dal passato, da quel Max Allegri al quale si devono ben 5 dei 9 scudetti consecutivi, oltre ai numerosi altri trofei e alle due vittorie accarezzate nella massima competizione europea. Senza dilungarmi troppo nel commentare il ritorno del tecnico livornese, sul quale ho speso più di qualche parola un paio di mesi fa, proverò a delineare lo scacchiere di partenza della prossima stagione della Juventus, cercando di allestire una rosa coerente con le mie idee, ma soprattutto con quelle che potrebbero risultare quelle del nuovo allenatore.

Portiere

Il tormentone che ha investito, nella prima parte dell’estate, la situazione dei pali bianconeri è stato indubbiamente quello inerente il futuro di Gigio Donnarumma, il quale, già prima dell’inizio della spedizione europea, si era chiamato fuori (o era stato chiamato fuori dall’arrivo fulminante di Mike Maignan a Milanello, fate voi) dal “suo” Milan. I bianconeri sono sembrati, per lungo tempo, la squadra favorita ad accaparrarsi le prestazioni del numero uno azzurro, e ad un certo punto sembrava si trattasse soltanto di una formalità, salvo ricredersi, dovendo la Juventus fare i conti con il suo attuale estremo difensore titolare, Wojciech Szczesny. Le difficoltà nel piazzare il portiere polacco, legate principalmente all’alto ingaggio in essere, hanno rappresentato un ostacolo insormontabile per il nuovo DS Federico Cherubini, soprattutto se c’è una squadra che non ha problemi di questo tipo, nonostante conceda a Keylor Navas quasi il doppio rispetto allo stipendio di “Tek”. Un rimpianto? Senza dubbio, tuttavia, bisognerà valutare alla lunga quanto grande sarà il rimpianto, nell’aver perso l’occasione di blindare la porta bianconera con quello che, a detta di molti avrebbe rappresentato l’erede naturale di Gianluigi Buffon. Gigi ha annunciato il suo addio, stavolta pare definitivo, per affrontare un romantico ritorno a Parma, in Serie B. L’addio del numero uno per eccellenza, oltre ad aprire il casting per il nuovo vice, che alla fine probabilmente andrà a premiare Mattia Perin (che ritengo un lusso, in quanto, pur non essendo all’altezza della porta bianconera, ha dimostrato di poter fare il titolare in quasi tutte le squadre della Serie A), potrebbe rispolverare proprio Szczesny, dopo una stagione difficile, e che l’ingombrante sagoma di Buffon potrebbe aver fortemente condizionato.

Difesa

In difesa i movimenti sembrano essere ridotti all’osso. De Ligt è il pilastro del presente bianconero, e ci auguriamo rappresenti anche il futuro in casa sabauda. Leonardo Bonucci, dopo l’Europeo da protagonista assoluto, si mette alle spalle le critiche inerenti la non ineccepibile annata precedente, affermandosi anch’egli come titolare. Ancora in dubbio la permanenza di Giorgio Chiellini, che alla fine dovrebbe essere confermato. Sicuramente un ringiovanimento non sarebbe da condannare, e l’addio di Giorgio non mi avrebbe stupito, né particolarmente rammaricato, tuttavia, in una situazione come quella attuale, la continuità potrebbe rappresentare la scelta migliore, nonostante la condizione fisica non esaltante del capitano. Daniele Rugani potrebbe restare come quinta alternativa, nonché “ultima ruota del carro” ma non di più. Il capitolo Demiral è indubbiamente quello più delicato. La storia bianconera del turco è stata travagliata: la prima stagione, cominciata con i migliori auspici, è stata bruscamente interrotta dall’infortunio al legamento crociato, mentre quella appena trascorsa molto discontinua fra ulteriori problemi fisici, prestazioni sottotono ed esclusioni per scelta tecnica. Il centrale chiede però più spazio ed un ruolo da protagonista, che la Juve non potrebbe regalargli, differentemente dall’Atalanta. I bergamaschi stanno per salutare Romero, in direzione Londra, e “Gasp” avrebbe individuato proprio in Demiral il sostituto ideale. La valutazione , sui 40 milioni di euro, appare troppo alta, ma l’impressione è che sui 25-30 milioni si possa chiudere. Il sostituto potrebbe allora essere trovato in Nikola Milenkovic, in scadenza il prossimo anno, e che potrebbe sbarcare a Torino per circa 15-20 milioni, rappresentando un nome giovane, di buon talento, e migliore integrità fisica rispetto a Demiral. Altrimenti, si potrebbe decidere di puntare sul sopra citato Chiellini, e sul giovane Dragusin, che, a mio avviso, anche visti i problemi di Bonucci nella scorsa stagione, rischierebbe di rivelarsi una decisione sin troppo rischiosa.

Riguardo ai terzini, i due brasiliani dovrebbero restare, con Danilo che, pur non essendo un fuoriclasse nel suo ruolo, si è dimostrato preziosissimo, per duttilità, prestazioni e carattere, mentre Alex Sandro pare invendibile, e si proverà a rivalutarlo. Molto più complicato sarà invece rivalutare Mattia De Sciglio, che, con l’addio di Rudi Garcia sembra molto lontano da Lione: il ritorno di Allegri, suo noto estimatore, potrebbe limitare i danni, e se dovesse ritrovare perlomeno continuità fisica, De Sciglio potrebbe rappresentare una discreta alternativa. Discorso molto simile per Luca Pellegrini, che è anche più giovane, e ci auguriamo possa dimostrare il proprio valore. Di Juan Cuadrado, il migliore della scorsa stagione, non mi sono dimenticato, ma credo che Max lo impiegherà maggiormente in posizione più avanzata. Il mercato credo porterà poco, se non nulla, viste le difficoltà nell’arrivare a calciatori come Robin Gosens, o Gayà, altro nome circolato per qualche tempo, e sarebbe più credibile magari il lavoro sottotraccia, su qualche talento “alla Alphonso Davies”, per intenderci.

Centrocampo

Siamo finalmente giunti al clou, il reparto più discusso in casa bianconera. Quando penso al centrocampo della Juventus, mi sembra di essere davanti ad un calderone, in cui ci si può trovare davanti un po’ di tutto. In realtà, i calciatori in se non sarebbero nemmeno così male, tuttavia i problemi sono due: nessuno di questi può essere considerato un titolare inamovibile, e, soprattutto, trovare un assetto compatibile sembra un’impresa estremamente ardua, che, prima di Allegri, tenterò io in questo articolo.

Partiamo da chi c’è in rosa. McKennie mi sembra, forse, l’unico incedibile: giovane, bravi in ambo le fasi, garantisce solidità al centrocampo, ma anche inserimenti e gol (magari 10…), e sembra piacere molto ad Allegri. L’altro pupillo di Max è rappresentato da Rodrigo Bentancur, lanciato proprio dal tecnico livornese, con il quale aveva mostrato progressi notevoli, interrotti bruscamente nell’ultima annata; sarà interessante soprattutto conoscere la posizione in cui l’uruguagio verrà impiegato. Passiamo ad Adrien Rabiot: ricorda molto Matuidi, soprattutto per il dinamismo che fornisce alla squadra, tuttavia ritengo che, per motivi di bilancio, e considerato l’ingente stipendio percepito, il francese verrebbe salutato senza particolari patemi in caso di offerta interessante, mentre, in caso contrario, anche lui potrebbe essere valorizzato dall’allenatore. I tasti dolenti sono poi da individuare in Aaron Ramsey ed Arthur Melo. Sul primo, che mi affretto a sottolineare, reputo il miglior centrocampista in rosa, per qualità ed intelligenza tattica, tuttavia, si era già al corrente dei problemi fisici del gallese, che non gli hanno dato tregua neppure a Torino, e che renderanno la cessione ancora più ardua rispetto a quella del francese. Arthur, invece, ha deluso e, in particolar modo, mi ha deluso. Sulle qualità tecniche non si discute, ma troppo spesso ho visto un calciatore lento nel pensare le giocate, prima ancora che nell’eseguirle, al netto dei problemi fisici, e carente in personalità. Resterà, con ogni probabilità, e si spera possa migliorare sotto la guida tecnica di Allegri.

Per quanto riguarda gli arrivi, Manuel Locatelli dovrebbe essere l’unico certo, si spera. L’ex rossonero ha dimostrato, pur non essendo un uomo in grado di ribaltare il centrocampo, la sua importanza nel Sassuolo ed in parte in nazionale, grazie a duttilità ed intelligenza tattica notevoli. Gli uomini in grado di cambiare completamente le carte in tavola sarebbero, a mio avviso, due: Paul Pogba e Milinkovic-Savic. Il primo, essendo in scadenza il prossimo anno, potrebbe avere un costo inferiore al serbo, che percepirebbe meno a livello d’ingaggio. Detto ciò, mi sono svegliato, alquanto sudato, e ho realizzato che in questa sessione non arriverà nessuno dei due, a meno che non vada via qualcuno lì davanti…

Rodrigo De Paul potrebbe rappresentare un rimpianto, mentre altri nomi interessanti, magari raggiungibili tramite scambi, potrebbe essere rappresentati dai nomi di Saul, centrocampista totale, Damsgaard, il quale ha mostrato grandi qualità ad Euro 2020, o Paredes, che spicca per qualità tecnico-tattiche, oltre ai giovani talenti come Filippo Ranocchia, Nicolò Fagioli e Fabio Miretti, che restano sullo sfondo, e hanno voglia di sorprendere. Boccio in toto il ritorno di Pjanic, non il linea con il progetto di ringiovanimento perpetrato dal nuovo corso bianconero.

La disposizione tattica, invece, potrebbe variare da 3 a 2: Max ha provato entrambi gli assetti nei cinque anni in bianconero. I più adatti ad un centrocampo a due mi sembrano Rabiot e McKennie, oltre all’eventuale Locatelli, per la buona intensità mostrata, e la fase di interdizione, che permetterebbe di ottenere equilibrio, mentre per trarre il meglio dagli altri reputo più congeniale un centrocampo a composto da tre uomini, ma tanto dipenderà anche dalla posizione in campo di Paulo Dybala. Inoltre, ma la mia opinione conta decisamente meno di quella del mister, ritengo che Ramsey abbia poco a che vedere con il ruolo di vertice basso.

Attaccanti

Parto proprio dal “diez”. Su Dybala si potrebbe scrivere un articolo intero: la mia idea su di lui, in generale, è che, per qualità a disposizione, sia indubbiamente fra i migliori 10 al mondo. Purtroppo, o per fortuna, in questo sport non bastano le capacità tecniche, alle quali vanno abbinate le componenti mentali e tattiche. L’argentino si è spesso rivelato carente sotto questo punto di vista, dimostrando, in più di un’occasione, di soffrire enormemente la pressione generata da determinate sfide, che, alla Juventus, sono un “must”. Tatticamente, invece, non sempre si è messo a disposizione nelle posizioni richieste dai tecnici, sembrando insofferente quando costretto a giocare qualche metro più distante dalla porta, o più vicino alle linee laterali.

Proverò, invece, a liquidare velocemente la situazione inerente a Federico Chiesa, Dejan Kulusevski ed Alvaro Morata, oltre al già citato Juan Cuadrado. Sul figlio d’arte, le parole da spendere sarebbero migliaia, ma poche non risulterebbero meno banali dei complimenti dai quali è stato investito, dopo una stagione in bianconero, e poi in azzurro, da top assoluto, mostrando una crescita che, ammetto, mai avrei prospettato. Discorso simile per il colombiano, decisamente più avanti con l’età, e già conosciuto dal nuovo allenatore, mentre Kulusevski non ha brillato, ma non c’è dubbio che, per età ed investimento fatto, si continuerà a puntare sullo svedese. Su Morata vorrei innanzitutto esprimere il mio gradimento per un calciatore che, vessato da innumerevoli critiche, tra Juventus e nazionale, ha sempre dimostrato, pur non essendo un bomber, di mettersi a disposizione della squadra, oltre che di rispondere presente nei momenti decisivi. Le 20 reti e 12 assist totali della scorsa annata forse sono passati eccessivamente in sordina (tenendo presente che con la presenza di uno come Cristiano Ronaldo già arrivare in doppia cifra risulta impresa per nulla scontata), ma per me Alvaro, almeno per un’altra stagione, e anche visto il panorama mondiale che non pullula di giovani attaccanti fenomenali, è una conferma graditissima. Per un numero nove di riserva, fra i nomi di Gabriel Jesus, che sarebbe stato certamente un colpo di gran livello, e quello del “buon vecchio” Edin Dzeko, sembra averla spuntata la scommessa Kaio Jorge. Il confine tra Pato (il primo Pato del Milan, s’intende) e Gabigol è sottile, ma vista la cifra irrisoria spesa per il brasiliano, anche una delusione non dovrebbe fare così male ai bilanci.

Credo sia giunto al capolinea, invece, Federico Bernardeschi, parzialmente rilanciato in maglia azzurra. Ha fatto vedere poco, eppure delle prestazioni accettabili, e i due rigori segnati, hanno apparentemente ridato lustro a questo calciatore che, cerco di essere conciso, non ha però alcuna chance di rilanciarsi, fino a che resterà in quel di Torino, almeno sulla sponda bianconera.

Veniamo allora al succo dell’attacco e del mondo bianconero: Cristiano Ronaldo. Qui la situazione è chiara: se va via si può ambire ad un mercato leggermente più importante, ma a decidere le sue sorti è solo e soltanto lui, insieme alle eventuali pretendenti. La permanenza sembra dunque la soluzione più probabile, seppur forse la meno gradita a tutte le parti in causa, ma tant’è. Max Allegri dovrà stabilire un ennesimo capolavoro tattico, cercando di far convivere il portoghese con i migliori calciatori in rosa, o il contrario, magari dirottandolo finalmente da centravanti puro, al completamento di una metamorfosi che non lo ha mai visto realmente diventare una “farfalla”. Metafore a parte, anch’io avrei proteso per un rinnovamento, che partisse proprio dall’addio dell’alieno, la cui avventura in bianconero è stata, checché se ne voglia dire, un fallimento, che non passa dal suo bottino personale, bensì da quello di squadra. Tuttavia, non mi certo preoccupa l’idea di un’ultima stagione ad ammirare questo talento inimitabile, sperando che, magari, possa coronare la sua avventura in bianconero, così come aveva in mente sin dall’inizio.

L’ipotesi dell’attacco a tre, dunque, dipenderà fondamentalmente dalle capacità di coesistenza ed adattamento dei tre migliori elementi in rosa: CR7, Paulo Dybala e Federico Chiesa, che, in realtà, fatta eccezione per l’italiano, già si era vista due stagioni fa con Maurizio Sarri in panchina. L’idea di vedere in campo, oltre ai tre sopra citati, uno fra Alvaro Morata, Dejan Kulusevski e Juan Cuadrado, sembra invece assai più fantasiosa, soprattutto perché, sempre facendo riferimento a dei precedenti, la chiave tattica che, nel 2017, portò Max a Cardiff, poggiava sullo spirito di sacrificio di un calciatore come Mario Mandzukic, qualità non fra le migliori del fuoriclasse lusitano.

“Il dado è tratto”, o quasi, ma Massimiliano Allegri ha dichiarato di ritenere la squadra a disposizione di livello e, soprattutto, divertente da allenare, e dunque l’augurio è quello di tornare a vedere quella Juventus di Allegri che tanto ci ha fatto sognare, tanto in Italia, quanto in Europa.