L'anno solare volge al termine: inutile stare a dilungarsi su quanto male questo 2020 abbia fatto al mondo, non soltanto in termini di morte e sofferenza, quanto andando a colpire e smascherare la debolezza di numerosi sistemi che fino ad allora avevano funzionato senza particolari intoppi, o comunque sicuramente meglio rispetto ad ora. L’Italia, il paese europeo che per primo è stato chiamato a fronteggiare la pandemia, dopo un primo lockdown, lodato da tutti, preso con filosofia, come si suole dire quando si accetta un qualcosa, seppur problematico, comprendendone l’importanza ai fini di scongiurare qualcosa di più grave e magari irrimediabile, è caduta in un baratro, partito da un tentativo di allentare le restrizioni, sacrosanto, ma decisamente esagerato che, unito all’incoscienza di molte persone, ha gettato all’aria gli enormi sacrifici della prima parte dell’anno, riportando tutti in una situazione pericolosa e decisamente più controversa, oltre che circondata dalle polemiche. Le dispute hanno abbracciato quasi ogni settore della vita, dalle imprese e attività, messe in ginocchio da questa crisi, fino al settore scolastico, costantemente in bilico fra una riapertura, con i suoi pro ed i suoi contro, ed una nuova chiusura, con i suoi pro ed i suoi contro, passando per il mondo sportivo. Il calcio, dopo essere stato fermato, com’era inevitabile, nella prima parte della pandemia, in tutta Europa, è tornato di gran carriera in estate, concedendoci una stagione estiva inedita, non più all’insegna degli Europei, come da copione, bensì dei campionati nella prima parte e della Champions League nella seconda. Nemmeno il tempo di riprendere fiato, per così dire, ed ecco che si ritorna in campo, con l’inizio della stagione calcistica 2020-21, sperando in una conclusione migliore rispetto alla scorsa. In Italia, ahimè, le polemiche non hanno tardato a sgorgare dopo i primi positivi nelle squadre, ma il calcio ha deciso che non poteva fermarsi, tutto ciò non sarebbe stato sostenibile dalla maggior parte, se non da tutti i club.Ovviamente mi sono dilungato, ma era doveroso, per avere un quadro chiaro di ciò che ha rappresentato quest’anno per lo sport, oltre che per il mondo intero. Per simboleggiare dunque questa stagione proverò a designare il mio "Team of the season", in maniera tale da passare in rassegna coloro che hanno dato luce a questa stagione decisamente opaca.

La mia squadra dell’anno

Partiamo con il dire che la squadra migliore dell'anno è stata il Bayern Monaco che, a partire dall’arrivo di Hans Flick, si è tramutato letteralmente in una macchina, capace di disintegrare qualunque ostacolo posto sul suo cammino, verso il campionato, sicuramente, verso la coppa nazionale, ma certamente in primo luogo verso l’ambitissima Champions League, nella quale i teutonici hanno avuto la meglio sul PSG di Tuchel che, trascinato da Mbappè e Neymar, sembrava finalmente pronto a raggiungere un traguardo che i proprietari si erano post sin dall’inizio della gestione, e che è sfumato nuovamente, ma stavolta davvero ad un passo.

Manuel Neuer (PT)

Qui la scelta è stata abbastanza semplice: Manuel Neuer, dopo un calvario durato un paio d'anni, in cui gli infortuni ne avevano frenato la carriera, e ci avevano fatto credere che avesse perso lo smalto che ne aveva fatto uno dei migliori portieri di sempre, capace di sfiorare il Pallone d’oro nell’edizione 2014, grazie alle superlative prestazioni offerte con la maglia della Nazionale tedesca, è tornato su livelli altissimi ed è stato fondamentale nella cavalcata bavarese verso la gloria, anche in finale, dove con una parata al limite del miracoloso ha negato il gol del possibile vantaggio a Neymar, che probabilmente la sta ancora sognando ogni notte. Menzioni onorevoli per Jan Oblak, che si conferma uno dei migliori portieri in Europa, sicuramente il più in forma attualmente, Keylor Navas, che, pur non essendo forse uno dei migliori per qualità tecniche, è arrivato a giocarsi la sua quarta finale di Champions League da titolare e Alisson, assoluto protagonista della scorsa stagione, ma attanagliato da un paio di infortuni che ancora non sembrano dargli pace.

Joshua Kimmich (TD)

Anche in questo caso ho avuto ben pochi dubbi, se non per la posizione in cui inserire questo magnifico calciatore: Kimmich in questa stagione ha rivestito, con risultati ugualmente impeccabili, i ruoli di terzino destro, mediano davanti alla difesa, centrale nelle difesa a tre, o anche centrale di centrocampo. Ricorda maledettamente, proprio per duttilità, oltre che per la straordinaria intelligenza tattica, Philipp Lahm, e sembra avere tutto per poterne replicare la carriera. Reti come quella che ha regolato il Borussia Dortmund nel match scudetto, con un pallonetto degno di uno dei migliori fantasisti in circolazione, mostrano quanta sia la qualità questo giocatore, che scelgo di inserire come terzino sia perché a centrocampo ho decisamente più carne al fuoco, sia perché è in quella posizione che ha giocato maggiormente e ha servito a Kingsley Coman l’assist decisivo per raggiungere il tetto d’Europa. Notevoli anche le prestazioni mostrate da Trent Alexander-Arnold, che avrebbe certamente meritato un posto in questa selezione, dati i suoi 13 assist decisivi per la conquista della tanto agognata Premier League da parte del Liverpool, Juan Cuadrado che, adattato da Maurizio Sarri prima e Andrea Pirlo poi, nel ruolo di terzino, ha messo in mostra prestazioni di alto livello, o l’astro nascente, croce, nella stagione scorsa, e delizia in quella corrente, dell’Inter, Achraf Hakimi. Menzione doverosa anche per Jesus Navas, che, come nelle favole più belle, dopo aver lasciato il Siviglia, la squadra per cui fa il tifo, a seguito di 10 stagioni, vi torna e, nell’ultima stagione, reinventato terzino da Julien Lopetegui, la trascina all’arrembaggio dell’Europa League.

Thiago Silva-Virgil Van Dijk (DC-DC)

Qui ho avuto maggiori perplessità, perché i difensori che si sono distinti in positivo sono stati tanti, ma nessuno ha dato la sensazione di poter essere indiscusso protagonista di questa squadra. Parto dagli esclusi: Sergio Ramos, nonostante abbia trascinato il suo Real Madrid al titolo, segnando tra l’altro un numero di gol spropositato per quella che è la sua posizione in campo, non mi è sembrato devastante come in altre stagioni, e su questo incide senza dubbio la precoce eliminazione in Champions. Gli olandesi Stefan De Vrij e Mathijs De Ligt sono stati senza dubbio i migliori in Serie A, con il nerazzurro protagonista anche in Europa League, e l’ex capitano dell’Ajax che ha confermato le ottime prestazioni mostrate proprio con la maglia dei lanceri, ma non basta per essere titolari. Infine la coppia centrale del Bayern non è stata di certo il suo fiore all’occhiello, con Jerome Boateng ed un David Alaba adattato ma in maniera estremamente convincente, che non meritano secondo me il posto in questa squadra. Lo merita invece Thiago Silva che, alla veneranda età di 33 anni, da leader, ha trascinato il suo PSG, spiccando anche sul connazionale Marquinhos, per carisma, come detto, oltre che per delle prestazioni notevoli. Infine decido di confermare il miglior difensore dello scorso anno, Virgil Van Dijk, non per una questione di rendita, ma perché, nonostante il Liverpool abbia fallito nel tentativo di bissare il trionfo europeo, i Reds hanno portato a casa il titolo inglese dopo 30 anni, con un percorso di marcia devastante, che solo la pandemia ha provato a fermare, e Virgil ne è stato assoluto protagonista, giocando ogni singola partita, e la miglior difesa ottenuta da Jurgen Klopp ne è la prova statistica.

Alphonso Davies (TS)

Se qualcuno ci avrebbe scommesso anche solo un euro ad inizio anno, probabilmente ora se ne infischierebbe altamente della pandemia e se ne starebbe spaparanzato su di una sdraio di una spiaggia deserta alle Maldive, sorseggiando un cocktail, un aperitivo se è astemio. Alphonso Davies, classe 2000, sbarca in Germania direttamente dall’MLS, dove gioca come ala offensiva: Flick lo trasforma nell’esempio dell’evoluzione del ruolo del terzino, che sta prendendo sempre più una piega offensiva rispetto al passato, offrendo un apporto fondamentale alla squadra. In difesa c’è sicuramente moltissimo da rivedere, ma quando offende Davies fa più male di un esterno puro…quasi dimenticavo, non parlatene a Nelson Semedo, non credo la prenderebbe bene… Da citare quantomeno l’esplosione, devastante, di Theo Hernandez, vero motore del sorprendente Milan di Pioli, oltre che di Ben Chilwell, che ha convinto il Chelsea a sborsare una cifra enorme per il proprio cartellino, senza dimenticare Andrew Robertson, altro baluardo di uno straordinario Liverpool e Robin Gosens, spina nel fianco di quasi tutte le compagini della scorsa ed attuale Serie A.

Thiago Alcantara (CC)

Il regista di questa squadra non può che essere lui, il regista dei campioni d’Europa, il direttore di un’orchestra che ha mostrato un rock tanto raffinato quanto devastante. Adesso la maglia rossa è quella del Liverpool di Jurgen Klopp, con cui il ragazzo, svezzato da Pep Guardiola e finalmente consacratosi a livello internazionale, ha chiesto espressamente di lavorare. Fra i centrocampisti hanno rubato l’occhio in questa stagione anche il suo compagno di reparto Leon Goretzka, il regista del PSG e della nazionale italiana Marco Verratti, o N’Golo Kantè, che continua a mostrare una continuità di rendimento con pochi eguali al mondo, e anche un altro talento nostrano, Nicolò Barella, consacratosi agli ordini di Antonio Conte.

Kevin De Bruyne-Thomas Muller (COC-COC)

Votato dalla Uefa come il miglior centrocampista dell’anno, credo di essere d’accordo con questa scelta: nonostante non vinca nulla di particolarmente significativo, fatta eccezione per una Carabao Cup, Kevin De Bruyne si mette in mostra, con 16 reti e soprattutto 23 assist per i compagni in 48 gare, che lo confermano ulteriormente come il miglior interprete del ruolo attualmente in circolazione. L’altro componente di questo centrocampo iper offensivo, ma indubbiamente efficace, è un altro bavarese, un simbolo ormai del Bayern Monaco: Thomas Muller. Ne ho parlato anche in un mio articolo, dove ho spiegato che spesso venga sottovalutato rispetto a ciò di cui si è mostrato capace, e questa stagione lo dimostra, con 14 gol e 26 assist, di cui 21 in Bundesliga (record assoluto), fondamentali per i teutonici. Tra i fantasisti ha incantato Houssem Aouar, mentre era intento a trascinare il suo Lione fra le migliori quattro d’Europa, ai danni di titani come la Juventus e il Manchester City, così come Luis Alberto e il Papu Gomez, che hanno affrescato con le proprio giocate i campi della nostra Serie A , e mi risulta impossibile non avvalorare la crescita strabiliante di Bruno Fernandes, vecchia conoscenza proprio del nostro campionato, con le maglie di Novara, Udinese e Sampdoria, con cui non ha mai particolarmente brillato, e che ha trascinato il Manchester United al ritorno in Champions League dopo diverse stagioni. Menzione per l'"enfant prodige" Kai Havertz, altro perno del progetto “Galactico” del nuovo Chelsea di Roman Abramovic.

Lionel Messi-Cristiano Ronaldo? La risposta è no, almeno per me. Uno ha segnato 37 volte in 46 partite, l’altro 31 in 44 gare, e poi un numero enorme di assist. Ma quest’anno, più degli altri, ritengo che i due alieni debbano mettersi da parte, non tanto per colpa loro: l’argentino, prima di essere travolto dal ciclone Bayern Monaco, trascina i blaugrana ai quarti eliminando praticamente da solo il Napoli, mentre il portoghese segna ben due gol, ma questo non basta alla Juventus per evitare un’indegna eliminazione agli ottavi contro un sorprendente quanto modesto Lione. Confido che la prossima stagione sarà nuovamente affar loro, ma adesso è il momento degli "altri".

Kylian Mbappè-Neymar (AD-AS)

I finalisti di questa edizione della Champions, come già accennato, hanno due volti di copertina. Il primo è il nuovo che avanza, senza ombra di dubbio il calciatore più promettente attualmente in circolazione, capace a soli 22 anni di assicurarsi già un campionato del mondo da protagonista, e quest’anno di sfiorare la vittoria anche in Champions League, insieme a Neymar, figura molto più discussa, per atteggiamenti non propriamente sportivi sia dentro che fuori dal campo, eternamente incompiuto, che lascia il Barcellona per dimostrare di poter trascinare, anche senza l’ombra di Messi, un club sul tetto d’Europa, e, proprio quando sembrava in rottura con i parigini, arriva ad un passo dall’impresa. Meritevoli di lode anche le prestazioni di Serge Gnabry, altro protagonista irrinunciabile della cavalcata dei campioni d’Europa, insieme ad un Coman meno continuo, ma decisivo al massimo. Senza dimenticare le prestazioni del duo del Liverpool Salah-Manè, dell’altro millennial Jadon Sancho, di Raheem Sterling e dell’enigmatico Josip Ilicic che, se non avesse subito l’insorgere di problemi personali, forse avrebbe potuto davvero strappare un posto da titolare in questa formazione.

Robert Lewandovski (PC)

Quarantasette presenze, 55 gol, di cui 15 in 10 gare di Champions League, basterebbe questo per comprendere il motivo di questa scelta, forse la più annunciata di questa formazione, ma l’apporto di Robert Lewandovski non si limita ai numeri: Robert ha zittito chi lo accusava di scarsa concretezza nelle partite importanti, lo ha fatto da campione vero, e il Pallone d’oro sarebbe stato d’obbligo dopo una stagione di tale caratura. Tutti in fila possono posizionarsi la Scarpa d’oro Ciro Immobile, orgoglio italiano, 13 anni dopo l’ultimo nostrano (Francesco Totti), Erling Haland, il Golden Boy di questa stagione(40 gol fra Austria e Germania), Romelu Lukaku, che si è messo, letteralmente, sulle spalle l’Inter verso la finale di Europa League, e Jamie Vardy, simbolo del lavoro e della fatica che, a partire dalla stagione del miracolo scudetto, ha continuato a segnare con una continuità invidiabile, che quest’anno gli è valsa il titolo di re dei marcatori della Premier League. Infine una piccola nomination è d’obbligo per Zlatan Ibrahimovic, a 39 anni, e non me ne voglia Stefano Pioli, il vero “Deus ex machina” dell’attuale Milan.

Allenatore

"La panchina d’oro" è stata assegnata da molti ad Hansi Flick, come già detto, condottiero della squadra sicuramente migliore dell’anno. Tuttavia, non mi trovo d’accordo, e, non prima di aver citato i migliori tecnici della stagione, a partire da Jurgen Klopp, fino ad arrivare a Julian Nagelsmann, secondo molti l’allenatore del futuro, passando per l’impresa a fari spenti di Rudi Garcia e del suo Lione, con il sopravvento anche di un po' di orgoglio italiano, mi sento di premiare Gian Piero Gasperini, che, solo nel giro dell' anno solare, ha guidato l'Atalanta ad un passo dalla semifinale, anzi ad un minuto dalla semifinale, poi di nuovo in Champions, infine, per il secondo anno consecutivo agli ottavi di finale della competizione: per me è lui il miglior allenatore dell'anno.

Queste erano le mie scelte, e le mie considerazioni, in cui ho cercato di inserire quasi tutti i migliori calciatori di questa strana annata, in cui però, il calcio, è riuscito spesso a sollevarci dai brutti pensieri.

Un buon anno a tutti, ed alla prossima stagione di grande calcio!