Prima di qualunque discorso va fatta una debita premessa: Pirlo lo ha voluto direttamente e fortemente "the Commander in Chief", il Presidente, e non quello eletto, ma il padrone della giostra, quindi Pirlo resterà almeno tutta la stagione in panchina e - a meno di disastri epocali - anche la prossima.

Detto questo, bisogna dire la verità: Pirlo è ancora un dilettante della panchina e la gestione dei cambi nello sciagurato pareggio di Roma contro la Lazio lo dimostra ampiamente.
La partenza è buona, la partita tatticamente bene impostata vede la Juve stare piuttosto bassa e puntare sulle ripartenze veloci, grazie alla profondità di Morata e Ronaldo e agli strappi veementi di Rabiot e Kulusevski. Il primo tempo va liscio, nessun vero rischio corso e un vantaggio di misura che sta molto stretto alla Juve, sia per il clamoroso palo di Ronaldo, sia per una gestione ingenua di vari contropiede che potevano chiudere la partita.
Nella ripresa il motivo non cambia, con la Lazio che tiene di più il pallone, ma senza creare nulla e la Juve che continua a sciupare superiorità numeriche in contropiede, così che il raddoppio non arriva... 
E allora che fa il buon Pirlo?
Forse per rispondere ad un triplo cambio nella Lazio - che però lascia invariato il sistema di gioco - per prima cosa decide di togliere Morata per Dybala, salvo poi cambiare idea e togliere Ronaldo, appena un po' dolorante alla caviglia per un contrasto di gioco, ma non tanto da voler uscire... Tant'è, entra Dybala ed esce l'attaccante più pericoloso fino a quel momento.

Ora, Dybala veniva da tre spezzoni di partita in cui si è visto chiaramente che non è in buone condizioni... anche a Budapest, dove i due gol segnati non devono trarre in inganno. Ma Dybala, anche fosse stato in condizioni migliori, non è tatticamente della partita, perché certo non è un attaccante adatto alle ripartenze. In più, Dybala probabilmente non avrebbe dovuto nemmeno essere convocato per la partita, se è vero che l'AFA, la federazione argentina, ha deciso di lasciarlo a Torino addirittura per un'infiammazione uro-genitale.
E infatti Dybala appare subito non in condizioni, tanto che quando ha il pallone lo perde sistematicamente, non riuscendo nemmeno a correrci... insomma, un uomo in meno.

Non pago di questa cantonata, il nostro tecnico pensa bene di togliere dal campo anche Kulusevski, insieme a Rabiot, l'asse portante del gioco in ripartenza che ha tenuto sempre sotto pressione la Lazio e che di fatto si era rivelato assolutamente vincente, per mettere McKennie. L'americano è dinamico, non ha la stessa confidenza dello svedese con la palla al piede in corsa, ma ci può stare, anche se la presenza di Dybala al posto di Ronaldo ha già avuto l'effetto di depotenziare le ripartenze, per quanto un po' di pressione in avanti continuiamo a metterla. A 10 minuti dalla fine, però, Pirlo scrive la X sulla casella del risultato finale, perché asseconda Morata, che pare abbia chiesto il cambio per crampi (se non l'ha chiesto peggio ancora...), e fa entrare il peggior giocatore della rosa della Juve dai tempi di Bendtner, tale Bernardeschi Federico, che non gioca una partita decente da due anni e mezzo.

Questo è un errore esiziale e marchiano, che denota l'incapacità di leggere la partita... Un allenatore che vuole portare a casa questi tre punti, dopo aver già combinato un mezzo guaio mettendo dentro questo Dybala per uno dei più forti attaccanti nella storia del calcio e togliendo pure il centrocampista più dinamico, tira fuori gli attributi, se ne frega della convocazione in nazionale di Morata, gli passa i sali minerali e gli urla di sputare i polmoni fino al fischio finale, perché pure senza Morata la Juve davanti non esiste più. Magari un allenatore navigato, anziché  tirare fuori lo spagnolo, a 10 minuti dalla fine cambia l'ammonito e pure boccheggiante Bentancur per far entrare Arthur, uno che se gli dai il pallone non lo perde nemmeno se gli sparano.

Invece no, e così, non per caso, negli ultimi 30 secondi si innesca una catena di eventi tragicomici che porta la Lazio a pareggiare una partita che doveva essere già vinta (anche perché intanto il tempo è scaduto e il recupero nel recupero è un vezzo arbitrale che mai capirò): da Dybala che perde goffamente l'ultimo pallone da tenere comodamente per 20 secondi fino al fischio finale, regalando un fallo laterale, a Bentancur e Cuadrado, entrambi ammoniti, che si fanno quasi da parte su Correa, che entra in area, vince fortunosamente un rimpallo su Rabiot e azzecca un passaggio, pure sporcato da Demiral, che arriva al limite dell'area piccola a un vecchio gregario come Caicedo, che certo non è un fulmine di guerra, il quale ovviamente azzecca l'unica buona giocata d'attacco della Lazio in tutta la partita e la mette dentro. Triplice fischio (ora si può fischiare la fine senza nemmeno mettere la palla al centro...).

Dopo cotanto misfatto, alla fine della partita il nostro allenatore presidenziale, intervistato, ha avuto anche lo stomaco di prendersela con la squadra, colpevole di non aver saputo curare i dettagli...
Ma caro e benedetto Pirlo, lettura del match e cambi per un allenatore non sono un dettaglio!