Direbbe oggi un Cicerone bianconero parlando della dirigenza della Juventus, invece che di Catilina… È dall’inizio di questa disgraziata stagione che dobbiamo ascoltare dichiarazioni surreali sul dna, sugli obiettivi che non cambiano, sui grandi giocatori che abbiamo e su un progetto a lungo termine la cui bontà, però, nessuno di noi tifosi ha ancora nemmeno intravisto…
Un progetto che ha gestito scelleratamente le risorse economiche, distrutto tecnicamente la squadra e conseguentemente fallito tutti gli obiettivi sportivi stagionali.
Eh sì, perché se Agnelli si è trovato “costretto” a inimicarsi in un colpo solo tutta la burocrazia del calcio nazionale e continentale e mezza tifoseria mondiale per perseguire lo sgangherato disegno della Super League è stato per tentare di recuperare disperatamente quei 300 milioni di aumento di capitale messi dentro la società dagli azionisti appena un anno e mezzo fa per rilanciare la crescita del club, evaporati a causa non solo del covid, ma anche per scelte gestionali e tecniche fin troppo azzardate. Due su tutte, per non voler entrare nel merito di quelle degli ultimi tre anni di calciomercato, di cui pure ci sarebbe da parlare.

Ingaggiare Cristiano Ronaldo a 33 anni, spendendo proprio 300 milioni tra il cartellino e un contratto quadriennale a 31 milioni netti a stagione è stato un errore di gestione, se non altro per la formula del contratto, che doveva essere al massimo biennale, con opzione, e in cui il compenso andava senza dubbio legato per la maggior parte agli obiettivi raggiunti. Ora ci ritroviamo un giocatore che a 36 anni non fa più la differenza e anzi danneggia non poco il gioco di squadra, pesando sempre a bilancio come un macigno.
Quindi un doppio errore: soprattutto economico, ma alla fine pure tecnico.

Affidare la guida tecnica della squadra ad Andrea Pirlo, un allenatore esordiente senza alcuna esperienza, pagando pure all’esonerato Sarri un anno di stipendio a vuoto più l’indennizzo per la mancata opzione per il terzo anno. Qui l’errore – ampiamente prevedibile negli esiti – è stato soprattutto tecnico. Pirlo non si è dimostrato solo inesperto, ma anche inadeguato caratterialmente, incapace di esercitare una vera leadership sul gruppo squadra, e presuntuoso nelle scelte tecniche, sbagliando troppe volte la formazione e peccando nella lettura delle partite, facendo perdere non solo tanti punti preziosi pure in partite da vincere a occhi bendati, ma anche la già poca sicurezza nei propri mezzi dei giocatori, schierati quasi sempre in modo diverso e che ormai in campo non ci si raccapezzano proprio più.

Dopo nove anni di successi siamo sull’orlo del fallimento economico e sportivo. E a causa dell’ottusa ostinazione di questo gruppo dirigente, che ancora oggi si intestardisce nel non guardare in faccia la realtà, come tifoso mi trovo costretto a sperare che la squadra non si qualifichi sul campo per la prossima Champions League – sanzioni Uefa a parte – affinché qualcosa in questa scellerata gestione cambi drasticamente.