Nessuno pensava che richiamare Allegri potesse risolvere in un paio di mesi i problemi strutturali che la rosa della Juventus si porta dietro da quattro anni, problemi che trovano la loro origine nei gravi errori commessi da Fabio Paratici per primo, dopo la fine del rapporto tra la società e Marotta.

Non conosco le effettive ragioni del divorzio da Marotta, perché in Italia il giornalismo sportivo di fatto non esiste, non c’è ricerca di informazioni, non c’è approfondimento, ma nella stragrande maggioranza dei casi solo una pletora di ragazzotti superficiali che non sanno neanche scrivere, mentre i “vecchi” sono troppo impegnati a godersi un primato troppo facile, come i guerci nel regno dei ciechi.
Non so perché Marotta sia stato licenziato, dicevo, ma è indubbio che, finché c’è stato lui al comando, la rosa della Juventus ha mantenuto un senso logico e un equilibrio tattico e caratteriale. Andato via lui, Paratici ha dimostrato di non essere assolutamente in grado di creare, e nemmeno di mantenere, una squadra che avesse una coerenza tecnica e tattica. L’errore esiziale fu quello di voler ingaggiare Cristiano Ronaldo, arrivando allo scontro proprio con Marotta, il quale evidentemente sapeva che, dopo la cessione di Pogba, la fine servizio di Pirlo, la decadenza psichica di Vidal e quella fisica di Marchisio e Khedira, quel che serviva come il pane alla Juventus era un paio di centrocampisti con testa e piedi buoni sui quali investire appunto quei 90 milioni annui, puntati invece su una superstar a fine carriera per fare marketing. In questo passaggio la responsabilità di Andrea Agnelli è stata grande, è lì che il presidente ha segato il ramo da cui la Juve dominava l’Italia e guardava con ambizione all’Europa, dopo due Champions sfiorate in tre anni.
Certo anche Marotta di errori ne ha commessi, come investire tutti i soldi di Pogba nella spropositata clausola rescissoria di un Higuain in parabola discendente (finito infatti in una pesante minusvalenza) o iniziare l’infausta prassi di proporre ingaggi fuori mercato a parametri zero non proprio “freschi” (rendendoli così non più commerciabili), ma tant’è, finché c’è stato lui, la squadra aveva un senso e con quell’ossatura, fino a che i cerotti hanno tenuto insieme la BBC e Pjanic, Matuidi e Khedira hanno retto fisicamente, ha vinto per inerzia altri due campionati, una supercoppa e due coppe Italia.

Le cronache riportano che Allegri nel 2018 avesse avvertito la dirigenza della necessità di rifondare la squadra, soprattutto in difesa e a centrocampo, ma per tutta risposta il delirio di onnipotenza di Agnelli e Paratici ebbe il sopravvento sul senno di Marotta e ci fu l’all-in sulla guest star CR7, mentre a centrocampo arrivò solo un parametro zero scartato dal mercato come Emre Can, per il quale non c’era certo la fila.
Cacciato Marotta, l’anno dopo Paratici fece ancora peggio: con le casse svuotate dall’affare Ronaldo e dall’acquisto (giusto, anche se a cifre assurde) di De Ligt, a centrocampo arrivarono altri due scarti del mercato, Rabiot e Ramsey a parametro zero, creando la “squadra inallenabile” (Sarri dixit) che abbiamo tuttora, con un centrocampo di seconde linee e senza cervello.

Ora che con l’addio di Ronaldo - uno che per quanto umanamente avulso dal gruppo e deleterio per la formazione, segnava in tutti i modi possibili (tranne su punizione) - la mancanza di idee e ordine al centro emerge in tutto il suo peso, non è certo con Icardi che si risolve il problema, uno che tra l’altro ha tutti i difetti di Ronaldo, ma non certo i pregi. E nemmeno riprendendo un Pjanic ormai cotto. Se i discorsi con sua maestà di Madeira fossero stati più chiari, magari con una cessione all’inizio di agosto, si sarebbe potuto provare a prendere un Jorginho, ma tant’è, forse è arrivato il momento di rischiare questo benedetto Fagioli, l’unico regista che abbiamo, di cui tutti parlano tanto bene ma che sul campo non si vede mai… Sì è giovane, ma sicuri che abbia meno palle di Bentancur e Rabiot?
E qui a margine si pone un altro interrogativo: ma questa under 23 a che cosa serve? Sono ormai quattro anni che esiste, ma al di là del trading di giocatori, non mi pare abbia prodotto granché per la prima squadra, senza nemmeno avvicinare le cantere spagnole.

In definitiva, gettare la croce su Allegri è stupido e miope. Ieri, nella debacle contro l'Empoli, al netto del mistero Fagioli e della condizione fisica dei giocatori, ha schierato lo schierabile. Allegri non farà gli ostinati errori concettuali di Pirlo, ed è stato chiamato proprio in vista di una ricostruzione tecnica e morale che richiederà anni, dopo i disastri di Paratici avallati da Agnelli. La speranza è che Cherubini ora non si faccia prendere dalla frenesia, che lo scouting e la cantera inizino a funzionare come si deve e che Arrivabene mostri un po' della sagacia e della pazienza di Marotta, pur non essendo esperto di calcio come quello.