“Cerco un centro di gravità permanente” cantava il grande Battiato, ma dovrebbe cantarla anche la Juventus tutta in coro. E dico Juventus e non Pirlo volutamente. Pirlo è stata solo l’ultima scelta sbagliata di una dirigenza societaria che naviga a vista da almeno tre anni… in pratica da quando Marotta è stato liquidato, promuovendo titolari le riserve del settore tecnico.

Intendiamoci, non rimpiango Marotta, aveva esagerato, pretendeva il rinnovo della delega come amministratore e la cosa giustamente indispettì non poco la proprietà… d’altra parte anche Marotta ha lasciato eredità pesanti da gestire, a cominciare da un Higuain strapagato e in declino, per finire con un Khedira bollito fresco di rinnovo, mettendoci in mezzo la cessione di Pogba… certo un grande affare finanziario, ma un disastro tecnico e che per di più non ha evitato la necessità di un aumento di capitale.

Ma veniamo a questi ultimi tre anni. Il cambio della guardia è avvenuto con il botto Ronaldo, un grande colpo ad effetto, pagato carissimo soprattutto per l’ingaggio monstre, ma che ha portato grande entusiasmo, notevoli ricavi e ulteriori successi sportivi. Purtroppo la pandemia di covid-19 ha spezzato le ali a un piano strategico che avrebbe dovuto vedere ben altri investimenti tecnici nella squadra, e così oggi ci siamo ritrovati ad essere una bella supercar col motore di una 500.

È sotto gli occhi di tutti, infatti, la pochezza tecnica e caratteriale del centrocampo della Juve, che dai fasti del 2015, quando in finale di Champions a Berlino avevamo una gioielleria, è stato progressivamente smantellato e ridotto alla modesta bottega artigiana di oggi, con giocatori tecnicamente ordinari e moralmente insufficienti. Del resto già Allegri lo aveva detto chiaramente che serviva un rinnovamento serio proprio in quel settore e lo ha ribadito poi Sarri, quando ha definito “inallenabile” la squadra. In pochi tra i commentatori colsero il senso profondo di quelle dichiarazioni, e certo nessuno tra i dirigenti della Juve: il problema fu infatti individuato prima in Allegri e poi in Sarri. Ma avevano ragione entrambi.

La Juve di oggi ha proprio nel centrocampo un punto debole fatale, che vanifica tutto quanto c’è di buono in difesa e in attacco… basta guardare le partite. Al netto degli errori, a volte anche gravi e decisivi di Pirlo, allenatore debuttante e inevitabilmente non all’altezza voluto a tutti i costi da Agnelli, ciò che appare evidente è la totale assenza di gioco al centro del campo, enormemente amplificata al momento anche dall’assenza di Arthur e Bonucci, gli unici in rosa con attitudini registiche. La Juventus sembra un gambero, sempre con le spalle rivolte alla metà campo avversaria, totalmente incapace di portare palla in avanti guardando dove andare, senza idee e senza movimento. Se non fosse per gli strappi individuali sulle fasce, saremmo immobili, intrappolati in un’interminabile, frustrante e sterile rete di passaggi tra metà campo e portiere, preda facile per un avversario con un minimo di organizzazione e voglia.

Ieri contro il Verona abbiamo avuto una plastica dimostrazione di tutto questo. I parametri zero ingaggiati tanto valgono: Rabiot non ha carattere e tecnicamente non vale granché proprio per quello, Ramsey è semplicemente scarso, quando non è rotto, mentre Bentancur è nato riserva e, per una squadra che ambisce alla vittoria sempre, morirà riserva, sebbene caratterialmente sia più dotato degli altri due. Di altri mediocri come Bernardeschi, schierati scelleratamente titolari, non vale più la pena parlare. Restano solo da sottolineare gli investimenti sbagliati fatti nell’ultimo mercato, in cui, con un centrocampo così male assortito, sono stati investiti ben 100 milioni per due sostanziali doppioni come Kulusevski e Chiesa, avendo ancora in rosa lo stesso ineffabile Bernardeschi e sulla carta anche Douglas Costa.

La stagione ormai è andata… sarà un grande successo se riusciremo a vincere la finale contro l’Atalanta in coppa Italia e sarà un grandissimo successo se riusciremo a qualificarci per la prossima Champions League.

L’anno prossimo, purtroppo, non andrà meglio, perché la prospettiva economica è nera, come certificato dall’ultima semestrale, e non ci saranno i mezzi finanziari per rinforzare il centrocampo come sarebbe necessario, dato che nessuno, per dire, baratterà un Pogba, un Kantè o un Casemiro per i nostri pregiati parametri zero, e forse si dovrà solo cedere. Speriamo di tenere botta e sopravvivere, in attesa di tempi migliori che verranno solo se ci sarà chiarezza di idee, a cominciare dalla dirigenza. Con troppi novellini a governare la barca si finisce sugli scogli... alla fine anche Pirlo lo ha riconosciuto, ma dubito parlasse anche di sé.

L’unica magra consolazione sarà vedere la prossima squadra campione d’Italia sciogliersi al sole del suo decennale, smisurato debito, che nessuno sarà più disposto a garantire.