Quando il nome è altisonante per i club dove ha giocato o i trofei che ha vinto un giocatore, allora è normale che i nomi sono sempre e solo gli stessi. Ma oggi vi porto a scoprire un campione, uno che però non è mai stato nominato come i più grandi e che ancora oggi se qualcuno sente il nome si domanda "Ma chi è questo?". Di chi sto parlando? Eduard Streltsov.

Eduard Streltsov nasce a Mosca il 21 Luglio 1937, da sempre appassionato del calcio, del suo passato si sa davvero molto poco, soprattutto dei suoi primi anni di vita, nel cuore dell'URSS di Stalin, in una città dove il terrore era all'ordine del giorno, dove poco prima della nascita di Streltsov, scattò l'operazione 00447, da Mosca in ogni provincia e distretto vennero inviate un numero di quote di persone che dovevano essere o arrestate o fucilate. Possiamo immaginare che infanzia ha potuto passare, quel bambino. Crebbe soltanto con la madre Sofia, perchè il padre decise di farsi una nuova famiglia, lasciandoli entrambe senza un becco di un quattrino. Grande tifoso dello Spartak Mosca, fin dalla sua adolescenza, a soli 13 anni, non essendo intenzionato a continuare gli studi, preferendo il lavoro nella fabbrica d'acciaieria come montatore. Nel frattempo, oltre a lavorare duramente, nellop stabile si organizzavano anche delle partite, tra le quali tre anni dopo, quando Streltsov ha appena 16 anni, contro le giovanili della Torpedo Mosca, giocando da attaccante, e che in quella partita impressionò l'allenatore avversario e poi l'allenatore della prima squadra. A 16 anni Streltsov esordisce nella Klass A (URSS) e il suo primo campionato si concluse con ben 4 reti in 24 presenze,divenendo il più giovane marcatore della storia del campionato sovietico, ma qualcosa di più importante stava per accadere. Seconda stagione, 1955-1956, appena diciottenne, con ben 15 reti in 22 presenze, Streltsov vinse per la prima volta la classifica cannonieri, portando la squadra alla quarta posizione. In quella stagione arriva anche la prima chiamata per la Nazionale URSS, nell'amichevole contro la Svezia, una delle più forti in quel tempo, ma non in quella gara, con un primo tempo con un secco risultato di 4-0 per i sovietici con 3 reti di Streltsov, ripetendosi nell'amichevole successiva contro l'India. In quella stagione si piazzò al settimo posto della classifica al Pallone d'Oro. La dote tecnica di questo ragazzo di diciotto anni, era soprannaturale, perchè oltre al senso del gol, era un abile levriero nella velocità e un forza fisica di un bisonte per i suoi 182 centimetri d'altezza, il dribbling e la visione di gioco, e un colpo di tacco che fa impazzire i sovietici, facevano di Streltsov un giocatore completo. Nel 1956, in spedizione Olimpica con la nazionale sovetica a Melbourne, dove si ritrovò in una semifinale contro la Bulgaria, i tempi regolamentari si chiusero a reti inviolate, ma l'URSS avendo utilizzato tutti i cambi si ritrovò con due giocatori in meno per un doppio infortunio sul finale di gara regolamentare, così che dovette giocare in 9 contro 11. La Bulgaria va in vantaggio, e sembra che per la squadra sovietica sia finita lì, ma non avevano fatto i conti con Streltsov, che in pochi minuti con una rete e un assist, fece ribaltare il risultato a favore della sua nazionale. La sfortuna volle che nella finale, poi vinta dall'URSS in finale contro la Jugoslavia 1-0, Streltsov non potè giocare, perchè l'allenatore di quella Nazionale schierava la coppia d'attacco che giocava inieme anche nel club, e siccome tra i due infortunati c'era il compagno di reparto alla Torpedo Mosca, Ivanov, alla fine si dovette guardare la partita tutta dalla panchina. Al termine della gara, con sole 11 medaglie per i vincitori, l'attaccante che lo aveva sostituito, il veterano Sjmonian dello Spartak Mosca, rese la medaglia proprio a Streltsov, perchè lo reputava come il giocatore, insieme a Lev Yashin, che aveva portato la nazionale a vincere quell'Olimpiade, ma Streltsov si rifiutò di prendere il premio. Con la Torpedo Mosca arriva ad uno storico secondo posto a -8 dalla Dinamo Mosca, mettendo a segno ben 12 reti. Il 1958 è l'anno del Mondiale in Svezia, e la nazionale sovietica per accedervi deve scontrarsi contro la Polonia, che contava gente fortissima come Gerald Cieslik ed Enest Pohl attaccanti terribili in quei tempi, ed Edward Szymkowiak portiere. Ad inizio gara Streltsov viene colpito duramente e mezzo azzoppato sembrava dovesse essere sostituito, ma con un dolore immane, chiese di rientrare in campo, riuscendo poco dopo a siglare il primo dei due gol che portarono la nazionale sovienti ai Mondiali. Streltsov non potè parecipare al Mondiale, ma il perchè lascierà esterefatte parecchie persone. Streltsov prima della partenza al Mondiale, partecipa ad una festa dove incontra Yekaterina Furtseeva, che si era invaghita di lui, tanto che il padre della ragazza, membro del comitato centrale del partito di Krusciov, invitandolo al suo tavolo, e offrendogli una abbondante porzione di vodka, propone al ragazzo di prendere in sposa sua figlia, anche se poi Streltsov si era appena sposato l'anno precedente,  e la risposta di Streltsov, sotto effetto pesante di alcool pesantissima "Non sposerò mai quella scimmia". Il giorno dopo, venne arrestato con altri due compagni di nazionale con l'accusa di violenza sessuale su tre ragazze. Alcuni giorni dopo a Streltsov gli venne proprosta di scrivere una confessione, che però non fu giudicata attendibile dove riportava 'Il 25 e 26 maggio eravamo alla dacia di Pravda. Non ho commesso stupri e non ne so nulla' che non venne accettata, così dovette scriverne un'altra 'Quando entrammo in camera, lei andò a letto e io cominciai a baciarla. Lei iniziò a resistere, ma io mi tolsi i pantaloni, mi morse il dito e mi graffiò la faccia, io la colpii due volte, l’ho costretta a letto e ho avuto un rapporto con lei. Immediatamente dopo mi sono addormentato. Non ricordo quasi nulla di cosa sia successo con la ragazza. Mi dichiaro colpevole del crimine che ho commesso, causato solo dall’alcool' questa venne ben accetta, e firmò una tregua per andare al Mondiale, ma fù un grosso tranello, nel quale il giocatore cadde, perchè non lo spedirono al Mondiale ma ai lavori forzati nel Gulag in Siberia, dove sarebbe dovuto restare per ben sette anni dei dodici iniziali, e a poco sarebbero servite una moglie, una bambina e una mamma disabile a far cambiare idea a Krusciov. In quei sette anni, al ventunenne Streltsov gli viene tolta ogni onoreficenza, ogni premio personale, bombardato dai giornali di partito, come un 'non eroe' e  'un esempio dei mali dell’imperialismo occidentale'. Secondo alcune voci, la storia della ragazza non c'entrava nulla, anche se la frase fù pesante, come l'accusa di una, al quanto, violenza sessuale, che si dice non ci sia mai stata da parte del giocatore su nessuna donna quella sera, tutto invece sia portato dal doppio no di Streltsov alle due squadre del CSKA Mosca (Armata Rossa) prima e Dinamo (KGB) poi. Nei cinque anni passati in prigionia, rischio di morire, perchè proprio uno dei detenuti, voleva fargli la pelle, così per quattro mesi, Streltsov passò in infermeria, ringraziando chi si era messo dalla sua parte, alla fine molte di quelle persone sapeva e ammirava quel campione di calcio, dentro e fuori dal campo. Nel 1963 ,a due anni dalla fine della pena, ottenne la libertà condizionale, che lo riportò su i libri di scuola, per studiare ingegneria meccanica, e tornare a lavorare presso la fabbrica di proprietà della Torpedo, la Zil. La sua famiglia era andata a rotoli, si risposò per una seconda volta ed ebbe un altro figlio, Igor. Le sue corse per lo stabilimento, poco fuori dalla fabbrica, richiamava parecchie persone a seguirlo. Il Partito, però non gli dava ancora tregua, tanto che in una partita tra la Zil e la Gaz, l'allenatore venne 'gentilmente invitato' di far uscire Streltsov alla fine del primo tempo, che portò alla ribalta del pubblico, che era in procinto di bruciare il piccolo stadio, la sostituzione non avvenne e Streltsov rientò in campo nella ripresa. Nel 1964 con il cambio del Segretario Generale del Partito, con l'arrivo di Leonid Breznev, che alle migliaia di richieste della gente, decise di togliere l'esilio a Streltsov, definendo tale comportamento del suo predecessore 'assurdo'. Nel 1965 tornò a giocare nella Torpedo Mosca, 28 anni e da ben sette senza giocare una partita ufficiale, il fisico anche ne aveva risentito e non poco, ma in quella stagione soprese tutti, con 12 reti in 26 partite aiutò a vincere il campionato URSS, che per lui fù il primo della carriera. Grazie al titolo nazionale, ci fù l'esordio nella neo nata Coppa Dei Campioni, che contava per la sua prima volta una squadra sovietica, la sfortuna volle che davanti la squadra si ritrovò l'Inter, e la sconfitta nell'andata per 1-0 con autogol del centrocampista Valerij Voronin, e un 0-0 al ritorno all'eliminazione ai trentaduesimi di finale, quell'Inter arriverà in finale perdendo contro il Celtic per 2-1. Streltsov giocò entrambe le gare, ma qualcosa però ancora non lo teneva tranquillo, si era vero che c'era stato quel cambiamento del Partito, che poteva tornare a giocare in Nazionale, ma soltanto dopo il Mondiale 1966 in Inghilterra, dove avrebbe potuto veder sbocciare la stella Pelè. Streltsov non si demoralizò, anzi tra il 1967 e la metà del 1968, anche grazie al suo contributo, riuscì nell'aggagio all'Europeo in Italia, finendo per la seconda volta in lista Pallone d'Oro, stavolta tredicesimo, eletto sia nel 1967 che nel 1968 giocatore sovietico dell'anno. L'URSS però aveva un conto aperto con Streltsov, non facendolo convocare alla spedizione in Italia, la squadra si piazzò al quarto posto. Il 1969 è l'ultima stagione per il trentunenne attaccante sovietico, dopo una carriera rovinata per lo più da storie inventate, che lo hanno logorato nel cuore, nel corpo e nell'anima, eppure chiude in grande stile, 21 gol in campionato e una Coppa di Lega a coronare la chiusura di una carriera, con un formidabile assist di tacco, che ricordava i tempi quando calcò per le prime volte quel terreno di gioco. Quando sembrava pronto a ripartire per la nuova stagione, ecco la rottura del tendine d'achille a stoppargli la carriera. Streltsov lascia il calcio all'età di 32 anni, con 99 reti con la maglia del Torpedo Mosca in 222 presenze, mentre in Nazionale URSS 25 gol in 38 presenze.

Dopo il ritiro dal calcio giocato, ha vestito i panni di allenatore per le giovanili della Torpedo Mosca. Il suo più grande rammarico, diceva, fosse il 'non aver mai fatto abbastanza per giocare con lo Spartak', suo club del cuore, che non lo cercò mai in carriera, forse per non ritrovarsi a gestire una situazione troppo grande per quel che succedeva in quei periodi all'attaccante. Il colpo di tacco ancora oggi in Russia viene nominato 'lo Streltsov'. Negli ultimi anni di vita, gli venne diagnosticato un cancro, si dice fosse il cibo irradiato che aveva dovuto mangiare ai tempi dei lavori forzati. Fino all'ultimo giorno di vita, il 22 Luglio 1990, il giorno dopo il suo 53° compleanno, continuò a dire di non aver mai commesso quello stupro. Si dice che dopo la funzione per il suo centenario nel 1997, una donna sola posò dei fiori sulla sua tomba, ed era Marina Lebedeva, la ragazza che lo aveva accusato della violenza...