Io sono antipatico! O forse, più precisamente… Non sono simpatico e non ho nessuna intenzione di cambiare per fare un piacere a qualcuno e, se voi siete quel tipo di persone che in una chiacchierata teme di ricevere risposte poco piacevoli... allora evitate di chiedermi un'opinione, sono schietto e rischiate di rimanerci male… e non me ne importa un fico secco!
Ve l’ho detto subito, così abbiamo spazzato via, sul nascere, qualsiasi incomprensione fra noi.

Non aspettatevi da me, quindi, che sia io quello che vi conduce, realmente e romanticamente, “mano nella mano” (ma, di più ancora, nemmeno solo con la fantasia) ad attraversare un prato dove gli anemoni colorano i vostri sguardi ed i pettirossi cinguettando annunciano l’imminenza della primavera, poggiandosi teneramente sui rami di un leccio, che nascendo e sviluppandosi in 20 minuti come in un cartone della Disney, offre amorevolmente riparo e frescura ad uomini ed animali senza preoccuparsi delle diversità di genere e razza; il “tutto”, ovviamente, mentre un ruscelletto di acqua azzurra e chiara scorre gioiosamente a valle invitando eserciti sterminati d’innamorati, con gli occhi degli uni persi in quelli degli altri, ad abbeverarsi, ebbri di gioia, dalle stesse frementi mani di amanti. Non è il mio mondo!
E’ che, se su quel prato che stiamo attraversando, oltre ad anemoni, uccellini e fresca acqua rigenerante vedo, purtroppo, anche uno stronzo… ve lo indicherò! E lo chiamerò proprio col suo nome e cognome senza indorarvi la pillola.

Non pensate a male. Probabilmente, addirittura, le mie nevrosi sono molto simili alle vostre e non sono né un nichilista e neppure un misantropo né tantomeno un cinico vigliacco esteticamente inguardabile che si nutre di rancore e prova odio e ripugnanza verso una non ben identificata natura matrigna. Solo che il mondo là fuori è molto, molto, difficile sconfinando pure, se sei particolarmente sfortunato, anche nella crudeltà; e per questo, secondo me va vissuto e raccontato per quello che è evitando di impersonare a turno, sempre e comunque, le tre scimmiette sul comò e senza aver perciò paura di attraversare continuamente quella sottile linea rossa (niente a che vedere col brutto film di guerra che non riesce a salvarsi nemmeno col suo indiscutibile cast stellare) che invece ci indica sempre il limite fra il “politicamente corretto”  ed il “pane al pane”, fra “comoda ipocrisia” e “durezza della realtà”.

Finché c’è vita c’è speranza
E non cambiando mai prospettiva i miei occhi e la mia attenzione sono sempre gli stessi e Il “buongiorno” di Gelsomina è quello solito. Mi accoglie col suo schietto sorriso di occhi, perché naso e bocca sono nascosti dalla mascherina giudiziosamente e correttamente indossata. L’ho soprannominata, senza che lei lo sappia, Kinder Pinguì, sì, proprio quella pubblicità, bella/brutta fate voi, perché quando cammina svelta e precisa fra i corridoi del supermercato i suoi piedi immancabilmente “indicano” le 10 e 10; è sicuramente molto carina coi luminosi capelli biondi tagliati abbastanza corti, il fisico esile ed il viso dai tratti delicati. Penso pure che ha piedi incredibilmente piccoli per l’altezza (divertendomi a guardare il suo incedere da “Kinder Pinguì” non potevo non notarlo)  ed il tutto la rende, ripeto, molto graziosa. Ha una gentilezza sincera, mai forzata, disponibile all’aiuto. Fa scorrere velocemente i miei acquisti sul lettore della cassa e le rivedo le mani.
Non posso fare a meno di auto-autorizzarmi a darle un consiglio non richiesto: Gelsomina, per quelle, devi fare assolutamente qualcosa! O stai aspettando che ti escano le stimmate ed i fedeli vengano da te in processione a chiederti una grazia o un miracolo? Mi guarda ridendo per la battuta e mi confida che nonostante l’utilizzo della crema per le mani… i risultati sono pessimi. Ma quelle mani brutalmente sciupate non mi segnalano noncuranza o sciatteria; mi parlano invece chiaramente di pesi esagerati spostati da una parte all’altra; di “amene” gite di prodotti dai congelatori ai banchi frigo; di cassette di frutta da 30 kg che vanno quotidianamente sistemate negli espositori e di giornate lavorative che iniziano alle 7,30 e finiscono alle 21 (però abbiamo una pausa pranzo di un’ora!). Ma perché fai questo lavoro? Sei brava pure col PC e sei svelta a capire, non dovresti farlo è troppo usurante per il tuo fisico; avrei voluto far altro, ma sai (il classico “tu” dei ragazzi) ci sono le esigenze della famiglia! Mi viene spontaneo… tieni, questo è il numero di telefono di **** che oltre ad essere un caro amico è anche un dermatologo molto bravo, il più bravo della zona; va da lui a nome mio… e non preoccuparti di altro! Capito? Ha lo studio in via Mazzini, all’angolo di corso Rossini.
La guardo e mi rendo conto che non ha capito bene l’indirizzo del dottore. Ma non sei di qui? Sì, ma sono del “centro storico”, mi dice con un “comprensibile” orgoglio che invece mi svela pudore ed un po’ di vergogna che non è giusto che provi. Perché questo (!) centro storico non è certo quello di Firenze o di Bologna, di Milano o di Roma; è un centro storico ricco di dignità e umanità delle persone che lo abitano, ma che trasuda anche degrado e arretratezza, figli legittimi della colpevole assenza e della continua inadeguatezza della locale classe politico/amministrativa, avida e mai sazia, che pasce e si nutre mostruosamente di queste difficoltà, e che fa sfociare, quasi irridente, troppo facilmente nel malaffare.
Vacci dal dermatologo Gelsomina, mi raccomando, vacci che oggi lo avverto.

La presidentessa
Ma che articolo ti sei fatta fare? Ti ha tratteggiato quasi fossi una cerebrolesa. Sembri la bambolina sopra la torta nuziale!
Giulia mi guarda risentita, quasi offesa. Ma che dici Frà? **** è una delle “penne” più importanti del **** ed avere una sua intervista è un onore; mi ha riservato 6 colonne! Sì però, dalle “6 colonne 6”, emergi come una sorta di malriuscita mummiesca Briseide del tempo che fu, intenta unicamente a soddisfare o le esigenze di un marito sempre presente sui maggiori quotidiani nazionali o quelle dei figli a cui fai da governante.
Mi spieghi che significa, secondo te, “sono una madre molto presente”? E incalzo.
Lo sai che hai lo sguardo spento e i tuoi occhi hanno perso l’aria di sfida che hai sempre avuto. Ma allora non ti è piaciuta l’intervista, mi chiede intimidita Giulia. No, non solo non mi è piaciuta…ma “quello che esce di te” non è neppure una copia sbiadita lontana parente dell’originale. Io l’originale lo conosco bene, ti conosco bene. E la fotografia che ho di te è chiara nel mio cervello; è quella di una ragazza che 15 anni fa, mentre preparava l’esame di economia, mandava contemporaneamente avanti l’attività di famiglia avendo una visione del futuro del commercio che nessuno dei tuoi familiari possedeva. Tu eri questa! Eri avanti a tutti e prima di tutti, novella Jeff Bezos, avevi intuito le potenzialità dell’E-commerce E adesso? Vabbè ti chiamano “presidente”, segui i figli e fai la spesa stando ben attenta a non far ombra al tuo ingombrante marito.
Tutto qui? Per carità, è vero, fai sicuramente delle cose importanti, vitali, perché compatti la famiglia e sei il collante che tiene tutti uniti; ma che avresti fatto e saputo fare splendidamente sia la moglie che la mamma, non ho mai avuto dubbi, però…tu sei molto di più, bella mia o, per caso, hai iniziato a vivere di luce riflessa?
Frà sei odioso… sgradevole come sempre (però adesso Giulia sorride).

Il tirannicidio
La summa però si raggiunge solo con un lungo viaggio dove ti faranno compagnia, come avrebbe detto sir Winston Churchill, sangue, sudore e lacrime. Ecco impara. Mai come in questi casi, sarai sempre tentato di spezzarla quella maledetta “sottile linea rossa”, quella che ti ha permesso di vedere le cose per quel che erano, quella che ti ha consentito di sopravvivere agli assalti di quella pletora di arroganti semi-analfabeti idioti funzionali che nel corso degli anni si sono sempre sentiti autorizzati ad indicarti “la via”; quella linea in cui, liberamente, potevi utilizzare ironia e sarcasmo e ridere in faccia allo scemo di turno; quella grazie alla quale riuscivi a sconfiggere e persino irridere il prepotente. Arrivato a quel punto la tua crisi sarà drammatica perché, per soprassedere, per smussare, sarai spesso costretto ad impersonare Tafazzi ed il suo autolesionista percuotersi l’apparato riproduttivo.

Sei proprio sicuro che nel lungo viaggio che ti aspetta l’attraverserai ancora coraggiosamente la linea rossa quando questa riguarderà i tuoi figli? Perché, accidenti, l’ostacolo più alto saranno appunto le discussioni che eviterai accuratamente con loro o, almeno, con quello (o quelli) che per evolvere, per completare la crescita ha l’esigenza di uccidere il tiranno!
Perché guarda che il tiranno, ti piaccia o no, sei tu! In quelle occasioni cosa prevarrà nella tua povera anima? Prenderà il sopravvento il tuo tanto caro (ed onesto) “non sono mica diventato scemo” oppure avrà la meglio… ”ok, ho torto e non lo sapevo” (basta che ti stai zitto)?. Adesso sì che si fa dura! E quindi allenatevi a diventare ciechi e sordi, ad accettare che la musica Classica, Jazz e Rock sono state ininfluenti, che Helmut Newton, Annie Leibovitz e Irving Penn a malapena sapevano fare una foto… mentre Vincenzo, lui sì, è un vero maestro!
E mi fermo qui, perché mi stanno a cuore i vostri sentimenti…

Qualche buontempone cerchiobottista dirà… che vuoi farci, è la vita e loro, come abbiamo fatto anche noi, devono mettere le dita nella presa e prendere una bella scossa per rendersi conto che “lì” si prende la corrente!
Ma scusate…e gli anemoni, gli uccellini, i ruscelletti e le mani nelle mani degli innamorati di Peynet che fine hanno fatto? Ho capito, della moneta di Baricco, ma soprattutto di quello a cui la moneta serve, non è rimasto nulla. Abbiamo gettato via “il fatto” e conservato solo l’insulso storytelling teso a formattare le generazioni.

Ho dipinto un quadro tetro? Ma no, non è così. Durante il viaggio statene certi che c’è comunque l’amore, ma vi arriverà a piccole dosi e quindi, anche quando inavvertitamente pesterete una c**** non prendetevela troppo. E’ la vita e non sono solo rose e fiori.

Ops, dimenticavo… adoro anemoni, pettirossi, l’acqua fresca e dissetante ma, soprattutto, le mani delle donne.
Perché?... (to be continued).