Gillespie aprì con delicatezza la porta-finestra che affacciava sul patio, stupendosi da solo dalla attenzione che per la prima volta aveva messo in quel  movimento; quella stessa porta era abituato a sbatterla quasi con violenza e quindi quel cambio inatteso ed involontario gli risultò proprio strano, inusuale; guardò il tramonto rossastro, poi annusò l’aria intorno e ne rimase piacevolmente sorpreso: era tiepida ed asciutta e la brezza che circolava, leggera e quasi impercettibile, lo avvolse affettuosa ed invitante.
Si chiese cosa gli stesse capitando ma non seppe darsi una risposta.
Chief Bill era considerato da tutti un uomo brusco, dai modi ruvidi e diretti, sempre pronto a polemizzare, ad ironizzare sino al sarcasmo ed all’arroganza. Era da tempo giunto alla conclusione che la gentilezza non faceva parte del suo DNA, e del resto egli stesso andava fieramente orgoglioso di questa immagine da Grizzlie semi-umano che si era costruito in tanti anni di lavoro continuo e paziente sulla sua personalità. Questo sforzo gli era servito, eccome se gli era servito. Gli era cresciuto un carapace di nichilismo duro come un diamante dove per tanti anni aveva fatto scorrere i dispiaceri quotidiani  e, contemporaneamente, quella corazza gli faceva da scudo non permettendo a nessuno di sbirciare nelle sue emozioni.

L’ex sceriffo (era andato ufficialmente in pensione il venerdì precedente) squadrò il dondolo che gli aveva regalato Sam Wood, il suo vice, si lasciò andare su quella poltrona da vecchio e…sacramentò come gli era sempre capitato negli ultimi…sessant’anni. E’ scomoda, porc****, Rachel, per cortesia, portami un cusc...Bill spostò la sguardo a sinistra e non finì la frase, accorgendosi che sua moglie, che lo aveva al fianco da 45 anni e lo conosceva benissimo, anche questa volta gli aveva letto nel pensiero ed aveva anticipato le prevedibili, lamentose richieste. Al suo fianco, ordinatamente poggiati sul tavolino di vimini, Gillespie vide un lungo cuscino rosso, il suo smartphone ed il PC (entrambi con la batteria caricata al massimo), quattro bun, due con wurstel e due con hamburgher e, soprattutto, il frigo da campeggio con una cassa di Budweisser ghiacciate.
Si sdraiò e aprì il libro che gli aveva regalato Rachel. Lesse poche pagine noiose e lo richiuse preferendo volare col pensiero ascoltando un po’ di vecchia musica. Il rantolio asfittico del motore ed i cigolii delle sospensioni sofferenti del vecchio furgone Volkswagen lo riportarono alla realtà e lo fecero sorridere.

Quel vecchio e malmesso arnese colorato lo riportò d’un colpo indietro di sessant’anni, al college ed agli anni belli della rock-generation, alle fughe pazze ed alle ubriacature giovanili, agli spinelli che passavano di mano in mano ed agli sguardi con Rachel… il furgone, annaspando disperato, si fermò proprio davanti a lui e per l’ultima volta Bill Gillespie si stupì: ma come aveva fatto tutta quella gente ad entrare lì dentro? Dalle portiere scesero tutti alla rinfusa, urlando divertiti e felici di incontrarsi e, finalmente, di riconoscersi.
Bill non ne conosceva nessuno di persona ma incredibilmente li identificò tutti senza sbagliare mai: Pereira, Rocco, Angelo, Calatino, Piccio, Velox, Zardo, Massimo48 e Massimo Cortesi, Savinelli e Iannaccone, Noodle, Marco Barone e Rolex…quanti…quanti blogger aveva conosciuto!
Abbracciò, chiamandoli per nome, tutti quelli che avevano condiviso con lui quel bellissimo viaggio lungo tanti anni ed a cui era stato comunicato che ormai quel sogno era giunto al termine e che quel treno chiamato VxL non sarebbe più partito.
B
ill sorrise a tutti e tutti gli sorrisero e gli confidarono che, come il suo, anche il loro carapace si era dissolto. Poi, così come erano arrivati, alla rinfusa, risalirono su quel vecchio furgone, lo misero in moto, e scomparvero.  

E’ sempre altrove il piacere:
e si scioglie, solo a toccarlo, dolce,
come le bolle quando la pioggia
picchia;
lasciala quindi vagare, lei, l’alata
per il pensiero che davanti ancor le si stende;
spalanca la porta alla gabbia della mente,
e, vedrai, si lancerà volando verso il cielo