La ripresa delle due massime competizioni continentali per club, l’Uefa Champions League e l’Uefa Europa League, ha visto scendere tra martedì e giovedì di questa settimana ben quattro squadre italiane; Roma in Champions League e Inter, Lazio e Napoli in Europa League. Il bilancio è stato tutto sommato positivo dal momento che le nostre compagini hanno regalato ai tifosi italiani ben 3 vittorie ed 1 sola sconfitta.

Martedì sera, allo Stadio Olimpico, ha aperto le danze la Roma nella gara di andata di Champions che la vedeva confrontarsi con il Porto, esperta squadra portoghese, ben messa in campo da una vecchia conoscenza del calcio italiana, quel Sergio Conceicao, estrosa ala destra di Lazio Inter e Parma tra la fine degli anni 90 ed inizi 2000. La Roma ha giocato un’ottima partita a livello di attenzione, atteggiamento, dinamismo e tecnica, portando a casa una più che meritata vittoria per 2 a 1 grazie ad una doppietta del giovane talento nostrano Nicolò Zaniolo che, partita dopo partita, sta confermando tutto quello che di buono che aveva fatto intravvedere nella prima metà della stagione. Scesa in campo con un 4-3-3 molto concreto, probabilmente il miglior undici che mister Di Francesco può schierare in questo periodo. Tale schieramento prevedeva Mirante tra i pali, una linea difensiva composta da Florenzi, Manolas, Fazio e Kolarov, e un centrocampo di grande sostanza con il capitano di mille battaglie Daniele De Rossi posizionato a far da filtro e a dirigere il traffico davanti alla linea difensiva e Pellegrini e Cristante al suo fianco nel ruolo di mezzali di grande movimento e dinamismo. In prima linea, un tridente formato da Dzeko punta centrale con Zaniolo ed El Shaarawy a svariare alle sue spalle dalla trequarti in su, senza disdegnare di dare una mano al centrocampo in fase di non possesso. La squadra capitolina si è dimostrata padrona del gioco per buona parte della partita, dando l’impressione di essere molto più a proprio agio nelle gare di Champions piuttosto che in quelle di campionato, dove in più di un’occasione ha mostrato amnesie e importanti disattenzioni. Peccato solo per il gol subito da Adrian Lopez Alvarez al settantanovesimo minuto di gioco che potrebbe complicare non poco la gara di ritorno prevista il prossimo 6 marzo in terra lusitana.

Passando all’Uefa Europa League, l’Inter di mister Spalletti pur non giocando una partita particolarmente entusiasmante sotto il profilo del gioco, è riuscita ad isolarsi dallo sciame di polemiche venutosi a creare dopo il “pasticcio” Icardi, e anche senza la presenza in campo dell’ormai ex capitano argentino, la squadra nerazzurra è riuscita a trovare un’importante vittoria sul campo del Rapid Vienna. Austriaci che certamente non avranno la qualità del Real Madrid, ma vincere in Europa non è mai facile, e farlo in trasferta lo è ancora meno. Scesa in campo con un 4-2-3-1 che prevedeva Handanovic a difendere la porta nerazzurra, Cedric Soares, il nuovo acquisto portoghese, a presidiare la fascia destra difensiva, con la copia centrale di difesa tutta sostanza De Vrij – Miranda e l’esperto Asamoah a completare il pacchetto arretrato sull’out sinistro. La diga centrale di centrocampo si avvaleva del fosforo del compassato ma sempre prezioso Borja Valero così come del dinamismo e della capacità di inserimento dell’uruguaiano Vecino, mentre dalla trequarti in su, Politano, Radja Nainggolan (ancora lontanissimo dalla condizione migliore) e Perisic sostenevano il compito di Lautaro Martinez, unico terminale offensivo della squadra meneghina. Il sigillo sulla vittoria porta il nome proprio del giovane centravanti argentino, che al trentanovesimo del primo tempo sigla su calcio di rigore il gol che al termine dei 90 minuti consente all’Inter per portare a casa un’importantissima vittoria, ipotecando con questa vittoria il passaggio al turno successivo.

Anche il Napoli di Carlo Ancelotti è uscito vittorioso dal proprio incontro svoltosi in casa dei modesti svizzeri dello Zurigo. L’undici napoletano sceso in campo con un 4-4-2 classico prevedeva come unica novità la presenza in mezzo al campo di Fabian Ruiz. Il ventiduenne centrocampista offensivo spagnolo nella gara di ieri sera ha infatti ereditato, al fianco dello stantuffo e sempre efficacissimo Allan, la posizione ricoperta fino alla scorsa settimana dall’ex capitano, ed idolo della tifoseria napoletana Marek Hamsik, svolgendo più che diligentemente il compito a lui assegnato. La partita non ha mai avuto storia. Il gioco è stato ampiamente nelle mani del Napoli fin e fin dall’undicesimo minuto del primo tempo quando Insigne ha portato in vantaggio gli azzurri si è capito che la squadra del presidente De Laurentis non avrebbe dovuto faticare sette camicie per portare a casa il risultato pieno. Gli altri 80 minuti di gioco sono risultati essere più che altro un ottimo allenamento in funzione della gara di campionato in programma domenica alle 20,30 al San Paolo contro l’ostico Torino dell’ex Mazzarri.

Le dolenti note arrivano invece da Roma sponda Lazio. Gli uomini di Simone Inzaghi sono infatti stati sconfitti per 1 a 0 da un ottimo Siviglia, che sceso in campo con un 3-4-1-2 fatto di tecnica e sostanza, è stato per buona parte della gara padrone del campo, mettendo nettamente sotto la banda biancoazzurra. I sivigliani si sono presentati a Roma senza paura, e soprattutto con un centrocampo qualitativamente straordinario, composto da due centrocampisti centrali, Ever Banega e Franco Vazquez, entrambi con caratteristiche individuali più tipiche di un trequartista che di un centrocampista e dal fantasista Pablo Sarabia. Uno schieramento apparentemente iper-offensivo e potenzialmente vulnerabile nella fase di non possesso. Ma così non è stato dal momento che la Lazio, orfana sia di Milinkovic Savic che del proprio centravanti titolare Ciro Immobile, non si è quasi mai rivelata particolarmente pericolosa, producendo un gioco asfittico in cui il centrocampo formato da Lucas Leiva, Parolo, e Luis Alberto, supportati sulle fasce laterali da Marusic e Lulic, a faticato terribilmente a garantire quella qualità di gioco che avrebbe potuto rendere pericolosa la manovra laziale. Poco efficaci anche i due attaccanti schierati per l’occasione da Inzaghi, il trequartista argentino Codera e la punta centrale Felipe Caicedo, che solo in poche occasioni hanno messo in allarme la retroguardia spagnola, rendendo così sterile la manovra biancazzurra. E, alla luce di quanto andato in scena allo stadio Olimpico, anche considerata la qualità dei giocatori spagnoli, non sarà per nulla facile agli uomini del presidente Lotito, ribaltare il risultato nella gara di ritorno, per poter proseguire il proprio cammino in Europa.