Viviamo tempi in cui la pazienza sembra essere veramente una virtù in via di estinzione. Tutti vogliono tutto e subito. Probabilmente è dovuto al fatto che oggi possiamo avere tutto ciò che vogliamo in tempi brevi e con appena qualche click sul cellulare o portatile.
Ad esempio le nuove generazioni non hanno idea di cosa voglia dire aspettare pazientemente che alla radio trasmettano il tuo pezzo preferito, a volte per ore, poiché gli basta scrivere il titolo su una qualsiasi app musicale per sentirla in loop quante volte si vuole.
Allo stesso modo, se non ti precipitavi al cinema a vedere un film appena uscito, dovevi aspettare mesi prima di vederlo trasmesso in tv, mentre ora puoi trovarlo in streaming praticamente da subito. E la cosa peggiore è che questa pessima abitudine non è appannaggio solo dei giovani ma si è rapidamente diffusa anche tra gli appartenenti alle generazioni precedenti. Detto da uno che comunque non è così vecchio, non avendo ancora compiuto 40 anni.
Ovviamente questo si riflette anche in ambito calcistico, che poi è quello che ci interessa di più, visto che in questo forum si dibatte soprattutto di calcio. Parlo del fatto che ormai si esprimano giudizi piuttosto avventati su allenatori, calciatori e dirigenti dopo pochi mesi o addirittura una manciata di partite. Non si ha la pazienza di attendere che un giovane calciatore esploda, che un allenatore riesca a far assimilare i suoi principi di gioco, che un dirigente riesca prima a ripianare i conti societari e solo poi investa nel calciomercato.

Faccio l'esempio di un caso capitato negli ultimi giorni. Dopo la partita tra Juve e Empoli mi è capitato di leggere numerosi commenti molto negativi (eufemismo) nei confronti di Fabio Miretti. Ora, senz'altro il ragazzo ha fatto registrare una prestazione decisamente negativa con l'aggiunta di una clamorosa occasione da gol sprecata. E in più dopo la prestazione, anche quella francamente poco brillante, di Lecce.
Ma esprimere giudizi come "incapace", "peggior giocatore di sempre", "indegno di indossare la maglia della Juve", "impresentabile per la serie A", mi sembra veramente eccessivo. Questi elementi dimenticano che Miretti è un 2003, precisamente è nato ad agosto del 2003 per cui non ha ancora compiuto 21 anni. E mentre loro probabilmente a 20 anni, sempre se li hanno già compiuti, avevano appena imparato ad allacciarsi le scarpe, questo ragazzo ha già accumulato più di 50 partite nella Juve, fa parte della nazionale under 21 ed ha già esordito in nazionale maggiore.
Forse costoro, abbagliati ad esempio dal folgorante avvio di Yildiz, che è addirittura più giovane, pensano che sia normale per ragazzi di 18/19 anni giocare titolari nella Juve, fare sempre la differenza e non sbagliare mai una partita. Pensano forse che non capiterà anche al giovane turco un periodo di flessione dove non gli riusciranno nemmeno le giocate più semplici? Non tutti i giovani hanno la capacità di essere da subito incisivi, specialmente nelle grandi squadre. Eppure, nonostante sia pieno di esempi di giocatori migliorati avendo avuto il giusto tempo di crescere, ancora sentiamo e leggiamo commenti del genere.
Per esempio Rabiot ha esordito nel Psg a 17 anni. Ma una volta giunto alla Juve, a 25 anni, sono stati necessari 3 anni per esplodere definitivamente. Più o meno quanto c'è voluto a Kessie dopo il passaggio dall'Atalanta la Milan. Milan dove anche Rafael Leao e Tonali hanno palesato difficoltà nel loro primo campionato provenienti dal Lille e dal Brescia ma che poi si sono rivelati decisivi nella conquista dello scudetto rossonero. Lo stesso Vlahovic ha sofferto il passaggio dalla Fiorentina alla Juve e solo adesso sembra essersi finalmente sbloccato. Si parla sempre del calcio italiano in declino, perché poco incline a dare fiducia ai giovani che così non crescono. Beh, vi do una notizia. I giovani crescono giocando e migliorano commettendo errori da cui imparano.

Ora si parla di una Juve molto vicina a Carlos Alcaraz, centrocampista argentino del Southampton e si diffondono i commenti del tipo "chiunque arrivi, sarà sempre meglio di Miretti". E siete veramente sicuri che un ragazzo nato nel dicembre del 2002, proveniente dalla serie B inglese, che non ha mai giocato in Italia e non parla una parola di italiano, possa essere veramente meglio di un suo coetaneo italiano e che già da 3 anni gioca nella Juve? Io mi auguro, qualora dovesse realmente arrivare, che sia effettivamente così ma ho i miei dubbi.
Miretti è un giocatore di qualità, spesso ha l'idea giusta ma non sempre riesce a realizzarla. Probabilmente gli gioverebbe giocare con più tranquillità e non sempre con la pressione di tutti addosso pronti a stroncarlo al primo errore. Forse effettivamente gli potrebbe far bene andare in prestito per giocare con maggiore continuità e con meno aspettative.
Ma queste sono scelte dell'allenatore e della società che, molto probabilmente, sanno quello che fanno e nel ragazzo nutrono molta fiducia.
Provate ad averne anche voi. E imparate a portare pazienza.